Vent'anni di Viagra: coppie più felici
sotto le coperte con la pillola blu

Vent'anni di Viagra: coppie più felici sotto le coperte con la pillola blu
di Agnese Testadiferro
4 Minuti di Lettura
Martedì 10 Aprile 2018, 13:07
Pillole blu, un evergreen. La casuale scoperta del 1998 si è rivelata nel tempo un toccasana per la verve di coppia. E non solo. Il farmaco, con falsi tabù e miti da sfatare, è stato la prima risposta alla disfunzione erettile e allo stato di malessere psicofisico del paziente.

Una rivoluzione che fa star sicuri
La disfunzione erettile colpisce 3 milioni di uomini italiani e le cause sono molteplici in parte psicologiche e in parte organiche. Venti anni fa entrò nel mercato il principio attivo citrato di sildenafil, meglio conosciuto come sildenafil o, commercialmente, Viagra: il primo farmaco orale per la disfunzione erettile. Successivamente, a cascata, nacquero altri farmaci dal simile effetto. Il Viagra è, insieme a Levitra, Cialis e Spedra, inibitore delle 5-fosfodiesterasi (PDE5), cioè degli enzimi che contribuiscono all’erezione. «Tali inibitori sono farmaci efficaci, la cui risposta complessivamente supera il 70%. L’utilizzo di queste pillole blu ha rivoluzionato la gestione del paziente con deficit erettile (DE)», afferma l’urologo dr Sergio Leoni.

Istruzioni per l’uso
Dalla positiva risposta si può estrapolare di più e abbattere una falsa credenza. «Sono soprattutto farmaci sicuri, contrariamente a quanto molti pazienti temono. Le controindicazioni assolute al loro utilizzo sono di fatto concentrate sul paziente coronaropatico che assume nitroderivati. Accanto ai farmaci per bocca, esistono altre tre forme terapeutiche per il DE: i gel uretrali, le iniezioni intracavernose e le onde d’urto. Ma, ci sono anche le protesi peniene. La protesi va prospettata alla coppia nei casi gravi quando le altre possibilità sono state già utilizzate e non funzionano più». È il proprio medico curante a poter prescrivere il sildenafil che dal 2013 è, come principio, presente anche in farmaci equivalenti al Viagra. Tra le linee guida per l’uso, che si leggono dal Bollettino di Informazione sui Farmaci n. 3/98 del Ministero della Sanità: non ha senso prescriverlo in presenza di una funzionalità d’organo normale; è inutile nei soggetti che presentano riduzione o mancanza di libido, ma non turbe dell’erezione. «L’effetto del Viagra si ha dopo 30-40 minuti dall’assunzione ed ha una durata di 5-6 ore, 1-2 volte la settimana; per evitare alterazioni causa cibo e alcol meglio assumerlo a stomaco vuoto».

L’importanza della coppia
A fare la differenza è l’approccio. «È il medico che in questi anni ha sbagliato spesso l’approccio al paziente, scheletrizzandone la gestione sul solo utilizzo del farmaco pro-erettivo, non prestando la dovuta attenzione alle esigenze del paziente e coinvolgendo troppo poco la partner – sottolinea il dr Leoni - Il paziente chiede una soluzione, una cura, non il “doping” per migliorare una prestazione sessuale. Quando si parla di disfunzione sessuale spesso si pensa a problematiche quali l’impotenza o l’eiaculazione precoce: esse sono sì importanti e hanno un forte impatto negativo sulla qualità di vita del paziente. Ma se si pone troppa attenzione al singolo, cioè solo al paziente che ha il disturbo, e si trascura la coppia, che ne soffre, l’esito di eventuali terapie perde notevolmente efficacia. La disfunzione sessuale del maschio genera di riflesso distress sessuale nella coppia. Se oltre all’uomo venisse sempre valutata anche la partner, sarebbe possibile identificare eventuali disagi dell’universo femminile e, di conseguenza, evitare errori terapeutici fondamentali: prescrivere un farmaco per l’erezione in una coppia in cui la compliance della donna è pressoché assente, è un errore grave per motivi facilmente comprensibili». La partner, laddove possibile, va quindi coinvolta attivamente e deve partecipare nella scelta della strategia terapeutica.



Il dottor Sergio Leoni specialista in urologia
Il dottor Sergio Leoni (nella foto) è medico specialista in urologia. Originario di Reggio Emilia svolge la sua professione tra Emilia Romagna e Marche. Tra le sue idoneità di primario sia quella in Urologia sia quella in Urologia Pediatrica. Ha diretto la divisione di Urologia dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia e dal 2011 ad oggi è medico chirurgo specialista in urologia e chirurga generale alla Casa di cura Salus Hospital di Reggio Emilia. Negli anni si è distinto come professore all’Università degli Studi di Parma, nella materia di Tecniche Chirurgiche Urologiche, e all’Università degli Studi di Modena in Urologia. Tra i suoi insegnanti il prof Renèe Kuss quando nel 1976 il dr Leoni frequentò un corso di perfezionamento alla Clinica Urologica della Pitiè-Salpetrière di Parigi. Numerosi i convegni internazionali a cui Leoni ha preso parte come relatore. La sua attività scientifica comprende 181 articoli su riviste nazionali ed internazionali. «Dieci sono le regole d’oro in urologia -afferma lo specialista - tra cui quella inerente i controlli del Psa e del testosterone: dopo i 50 anni, almeno una volta l’anno. Il Psa è di norma più elevato in pazienti anziani per un fisiologico aumento di volume della ghiandola con l’età. Il testosterone è il principale ormone maschile al quale sono collegate numerose patologie quali calo del desiderio sessuale e alterazioni collegate alla sindrome».
© RIPRODUZIONE RISERVATA