Barbara Belletti: «Metto il mio volto
per un futuro senza più tumori»

Barbara Belletti: «Metto il mio volto per un futuro senza più tumori»
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Martedì 8 Maggio 2018, 12:14
Barbara Belletti, biologa, è il volto della campagna Airc dell’azalea 2018. Un volto, un programma: già, perché Belletti, biologa, è impegnata da mesi su un importante progetto per la lotta contro il tumore al seno nelle donne giovani quelle cioè under 40. Classe 1968, Belletti è originaria di Civitanova Marche ma da 16 anni vive ad Aviano dove lavora al Cro, il centro di riferimento oncologico, uno dei pochi e più efficienti esistenti nello Stivale. È stata selezionata a rappresentare i 5mila scienziati Airc.

Per quale motivo ha scelto di prendere parte al programma Airc?
«In realtà, è stata Airc che mi ha individuato come candidata per portare avanti studi sul cancro al seno. E questo anche perché sono una madre e la campagna cade proprio in occasione della festa della mamma».

Da alcuni mesi, sta lavorando ad un progetto proprio su uno dei mali che più colpiscono le donne. Di che si tratta?
«Il progetto di ricerca si pone come obiettivo quello di studiare il tumore al seno nelle donne al di sotto dei 40 anni e il cui decorso è peggiore perché il tumore è più aggressivo e non si conoscono le cause di questo. In buona sostanza, stiamo studiando le alterazioni molecolari che dovrebbero distinguerle dal tumore al seno che insorge nelle donne non più giovani. L’intento è quello di trovare terapie più efficaci».

A che punto siete?
«Lo studio è iniziato da poco, da gennaio di quest’anno; avrà una durata di cinque anni ma già avevamo dati preliminari da cui partire. L’obiettivo, come dicevo, è individuare trattamenti ad hoc».

Tutto assieme ad un team?
«Certo. Si lavora in stretta collaborazione con chirurghi, oncologi e patologi al Cro di Aviano. E poi con un gruppo di giovani costituito anche da neolaureati e dottorandi, un mix di biologi, medici e biotecnologici. Si lavora in laboratorio e il contatto con i pazienti è attraverso il tumore».

Il cancro al seno è molto diffuso in Italia?
«Sono circa 50mila nuovi casi nel Paese, di questi il 7% riguarda donne giovani: praticamente, tra i 3000 e i 3500 casi ogni anno».

La percentuale di sopravvivenza?
«È pari all’87 per cento ma, per le donne sotto i 40, la percentuale si abbassa».

In Italia, il vostro studio è tra i primi a essere realizzati?
«Sì e intendo a livello di alterazioni molecolari».

Quanto vale il progetto Airc?
«L’associazione ci finanzia per un valore complessivo di 700mila euro, 150mila l’anno con cui pagare le borse di studio e i materiali necessari per la ricerca. Per noi, l’Airc rappresenta davvero un punto di riferimento e un sostegno continuo per la ricerca: ogni anno, abbiamo un report per capire i passi avanti compiuti. Io stessa ho usufruito, da giovane, di una borsa di studio Airca».