Sanità su Internet, cresce la richiesta
Ecco la ricetta contro le bufale

Sanità su Internet, cresce la richiesta Ecco la ricetta contro le bufale
di Piero Lai
4 Minuti di Lettura
Martedì 16 Maggio 2017, 15:49
Non fermarsi alla prima pagina, ma sfogliarle con metodo; imparare a distinguere tra informazione e pubblicità; resistere al contagio della psicosi del complotto; soprattutto, verificare le fonti. È questa la medicina per salvarsi dalle bufale online, una ricetta in 10 punti elaborata dall’Unamsi, l’Unione nazionale medico scientifica di informazione, per celebrare i suoi primi 60 anni regalando ai lettori digitali un Decalogo ragionato contro le fake news. Per consultare Dottor Google in sicurezza, evitando di cadere in tranelli pericolosi per la salute propria e altrui.

L’allarme
L’iniziativa parte dai numeri. Il ricorso al web per informarsi su temi di benessere, medicina e sanità si è moltiplicato in pochi anni: secondo i dati del Censis nel 2014 erano solo 4 italiani su 10 a cercare notizie di salute su Internet, mentre nel gennaio 2017 sono diventati l’88% con un picco del 93,3% fra le donne. Quasi la metà del campione, il 44%, si affida alla prima pagina proposta dai motori di ricerca senza preoccuparsi dell’attendibilità delle fonti. Di chi dice cosa. Tra questi, i 18-24enni sono il 55% e gli over 65enni il 22,7%.
C’è poi chi in Rete fa shopping di farmaci (il dato nazionale è pari al 2-4% della popolazione), magari per dimagrire (30%) o per migliorare le performance sessuali (28%), con rischi enormi se il sito da cui si acquista non è collegato a una farmacia. Nel migliore dei casi questi prodotti non contengono principi attivi, nel peggiore possono far male. E allora come capire se ciò che ciò che stiamo leggendo è scientificamente valido oppure fuorviante, o addirittura falso? Lo spiega il Decalogo dei giornalisti scientifici, con l’obiettivo di «stimolare il lettore a una lettura critica dei siti in cui inevitabilmente incappa cercando sul web, attraverso un motore di ricerca, informazioni su un problema di salute».

La sensibilizzazione
A sensibilizzare l’Unamsi invitandola fare chiarezza è stato il Cipomo (Collegio italiano dei primari oncologi medici ospedalieri) che per primo ha sottoscritto il decalogo. Si sono aggiunte in breve tante sigle: Simg (Società italiana di medicina generale e delle cure primarie), Fimp (Federazione italiana medici pediatri), Sio e Chcf (Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico facciale), Soi (Società oftalmologica italiana), Ame (Associazione medici endocrinologi), Sip (Società italiana di psichiatria), Siu (Società italiana di urologia), Simpef (Sindacato medici pediatri di famiglia).
Sono dieci i comandamenti per orientarsi nella Rete. Verificare sempre chi è il proprietario del sito, del giornale, del blog, sia esso istituzione, editore, industria, associazione, singolo cittadino. Questo serve per capire bene chi ha interesse a veicolare quel tipo di informazione. Tra i siti istituzionali Unamsi cita quelli del ministero della Salute, dell’Istituto superiore di sanità, dell’Agenzia italiana del farmaco, degli ospedali e delle società medico-scientifiche. È importante che il sito di consultazione riporti sempre, nelle notizie pubblicate, autorevoli fonti di provenienza, una caratteristica che è una misura di attendibilità del sito stesso.

Le date
Importantissima la verifica della data della pubblicazione. È una chiara indicazione dell’attualità di una notizia. Su Internet infatti non si perde nulla e può capitare, utilizzando un motore di ricerca, di arrivare su una notizia vecchia anche di anni.
Nessuna informazione scritta può sostituire la visita del medico. Medico e farmacista devono restare i principali punti di riferimento in materia di salute. I contenuti in Rete devono avere solo uno scopo informativo e in nessun caso possono sostituire la visita o la prescrizione di un medico o il consiglio di un farmacista.
Nessun medico serio farà mai una prescrizione a un malato sconosciuto senza averlo visitato. Diffidare quindi dei siti e degli esperti che indicano farmaci e terapie sulla semplice descrizione dei sintomi. Non è serio, non è professionale, e può essere molto pericoloso.
Altra regola: accertarsi che il proprietario di un sito che gestisce le informazioni sulla salute degli utenti (per esempio attraverso il servizio ‘L’esperto rispondè) rispetti la normativa sulla privacy e garantisca la confidenzialità dei dati.
Vanno valutati con attenzione blog e forum: possono essere fonti utili, ma anche insidiose perché propongono storie di pazienti e dei loro familiari che suscitano empatia e coinvolgono emotivamente. Fare attenzione perché sono quasi sempre racconti soggettivi, ma non è detto che abbiano affidabilità scientifica. La lettura critica è di rigore.

I motori di ricerca
Quando si digita una parola chiave su un motore di ricerca il risultato non mostra un elenco di siti in ordine di importanza, ma la selezione può dipendere da altri fattori. I motori di ricerca lavorano infatti come machine learning, cioè memorizzano le scelte e i gusti dell’utente per poi proporre argomenti in linea con le preferenze manifestate nelle scelte precedenti. Non fermarsi quindi alla prima ricerca, ma cercare di incrociare più ricerche e più dati.

Il logo del ministero
Un sito di qualità deve sempre tenere separata l’informazione indipendente da quella pubblicitaria che dovrebbe sempre essere palese e dichiarata. Acquistare farmaci online solo da farmacie autorizzate. In Italia devono avere sul loro sito l’apposito logo identificativo, comune in tutta l’Unione europea, “Clicca qui per verificare se questo sito web è legale”. Nel web capita spesso di incappare in notizie catastrofiche sull’effetto di vaccini e farmaci.Non perdere mai la capacità di analisi e di critica e confrontarsi sempre col proprio medico.

Il decalogo
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