Obesità in crescita: finiscono sotto
accusa le collezioni "plus size"

Obesità in crescita: finiscono sotto accusa le collezioni "plus size"
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Martedì 26 Giugno 2018, 12:46
Sono molte le griffe di moda che hanno lanciato una loro linea dedicata alle donne (ma anche agli uomini) con più curve, le cosiddette collezioni “plus size”. Questo ha contribuito a ridurre molto la stigmatizzazione di chi ha forme generose, aiutando a promuovere un senso di positività e di innegabile bellezza anche con i propri chili in più. Che non siano troppi, però: gli studiosi hanno rilevato che il successo delle linee per taglie forti ha avuto anche un risultato negativo, e cioè che alcuni, spesso molti, ritrovandosi nello stereotipo della donna bella perché abbondante o dell’uomo affascinante perché con una bella “pancetta”, non badano più alla loro salute e al fatto che se il grasso accumulato è eccessivo, ci sono rischi concreti per il proprio benessere. Sulla rivista scientifica Obesity, gli esperti dell’Università East Anglia e dell’Istituto internazionale di analisi dei sistemi applicati (Gb) avvertono che «la normalizzazione delle forme corporee “plus size” sta portando a un numero crescente di persone che sottovalutano il loro peso, minando gli sforzi per affrontare il problema crescente dell’obesità». Lo studio del team di Raya Muttarak ha esaminato le caratteristiche demografiche e socioeconomiche associate alla sottostima dello stato di peso: l’analisi dei dati di quasi 23.460 persone in sovrappeso o obese ha rivelato appunto che l’errata percezione della propria forma fisica è in aumento, soprattutto fra chi ha un livello più basso di istruzione e di reddito: in percentuale si è passati dal 48,4 per cento al 57,9% negli uomini e dal 24,5 per cento al 30,6% nelle donne tra il 1997 e il 2015. Allo stesso modo, tra gli individui classificati come obesi, la percentuale di uomini che percepiscono male il proprio peso nel 2015 è risultata quasi il doppio rispetto al 1997 (12% vs 6,6%). «Le aziende di moda - conferma Raya Muttarak - potrebbero aver contribuito alla normalizzazione del sovrappeso e dell’obesità».
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