Muoversi più leggeri di una piuma
la felicità può andare anche di corsa

Muoversi più leggeri di una piuma la felicità può andare anche di corsa
di Alessandra Cicalini
5 Minuti di Lettura
Martedì 21 Novembre 2017, 15:39
Più leggeri di una piuma. Dopo un po’ che si corre ci si sente esattamente così, che si facciano appena pochi chilometri o migliaia come Forrest Gump. Il celebre personaggio incarnato da Tom Hanks rappresenta bene il meccanismo che scatta in tutti quelli che, più o meno all’improvviso, si convertono alla corsa. Tutti pazzi per la corsa: dai 30 ai 50 anni Si tratta in genere di donne e uomini tra i 30 e i 50 anni, un passato sportivo alle spalle magari interrotto per un periodo più o meno lungo. A dirlo, sono i dati anagrafici degli iscritti alle gare amatoriali, non tutti incalliti podisti con un passato da atleti professionisti, ma comunque di solito già passati da una prima fase di allenamento in solitaria.

La podistica più numerosa
Più o meno così sono ad esempio gli amatori della Podistica Lattanzi di Montegiorgio, la più numerosa delle Marche con i suoi circa 200 iscritti. A presiederla, è Milena Sebastiani, assessore al Turismo di Porto Sant’Elpidio, un passato felice da maratoneta. «Ho gareggiato fino al 2008, anno del mio primo mandato assessorile, arrivando a partecipare a 38 maratone», racconta. A ripensarci adesso, prosegue, «non so nemmeno io come ho fatto», ma è proprio questo il fascino che si cela nella passione, forse un pochino masochista, di passare ore e ore ad attraversare paesaggi urbani e non, accompagnati solo dal rumore delle proprie scarpette. «Una maratona non si può improvvisare», precisa Sebastiani, che nella Lattanzi individua un 25% di estimatori proprio della gara più lunga (ben quarantadue chilometri e mezzo). Per prepararla, continua, è necessario «ricorrere al cronometro e rallentare il ritmo naturale del proprio passo, altrimenti non si riesce a finirla».



Rimettiamoci in forma
Un principio analogo deve essere seguito anche dai neofiti della corsa per non scoraggiarsi subito. «All’inizio di solito si comincia per perdere peso - prosegue l’assessore - ma dopo un po’, la migliore circolazione delle gambe, che regala cosce perfette, e le endorfine che ti danno un grande benessere e ti fanno essere positivo» ti costringono a proseguire, anche perché, quando non lo fai, «ti deprimi un po’».

Tutti pazzi per le gare
Più si corre, oltretutto, e più le prestazioni migliorano con il conseguente incremento di minuti e metri di allenamento. Da qui a decidere di iscriversi alle gare (di norma divise in 5, 10, 12, 15 km competitive e non, più mezze e intere maratone), che cadono in genere di domenica mattina, è davvero un attimo. Ecco, tra l’altro, spiegata la ragione della maggiore presenza di adulti nel mondo del podismo: «I ragazzi non vogliono fare il sacrificio di svegliarsi presto», osserva la presidente della Lattanzi, società un tempo dotata di settore giovanile. «È anche per questo che non abbiamo allenatori per i nostri iscritti». Quale il vantaggio di farne parte, allora?

Dall’aggregazione alla competizione
«Essenzialmente per lo spirito di aggregazione e di condivisione che si crea tra di noi», risponde l’assessore elpidiense. Perché se è vero che si corre da soli, ritrovandosi tutti insieme domenica dopo domenica, si cementano amicizie (e sane rivalità) con i propri vicini di passo e ci si stimola vicendevolmente a non mollare. Proprio l’aspetto della competizione, tra l’altro, è un elemento di non trascurabile importanza: «Correre è innanzitutto una sfida con se stessi che rafforza il carattere», rimarca la presidente, secondo la quale, quando si ha il pettorale indosso, inevitabilmente si guarda quello della vicina e si cerca, magari, di superare solo lei.

Tutti uguali in canottiera
Da un altro lato, gareggiare con i colori della propria società è quanto di più democratico vi possa essere: «Quando si indossa la canotta, si diventa tutti uguali», dice proprio l’assessore. Una volta superata la fase adolescenziale della ricerca di se stessi, insomma, fa piacere confondersi con altri adulti contenti di sudare come te. «Lo sport di per sé è disciplina», aggiunge però Sebastiani. Occhio cioè a costanza e dedizione, perché il richia mo del divano è sempre dietro l’angolo, anche considerata l’usura cui i podisti sottopongono le loro giunture. «È chiaro che le articolazioni vengono sollecitate, ma succede anche a chi gioca a calcio», considera l’assessore, che ricorda comunque le numerose manifestazioni cui si partecipa anche solo per stare insieme. «Due settimane fa a Controguerra si è tenuta la Mangialonga Run, una bellissima gara in cui, chi vuole, cammina mangiucchiando per quindici chilometri: c’erano quattromila persone, molte in regola con il tesseramento, ma che per età, peso o altre ragioni di salute non hanno corso», racconta.

Dove vai senza certificato
L’iscrizione alle gare competitive, peraltro, è possibile solo dietro rilascio di certificato medico di idoneità sportiva, che prevede l’elettrocardiogramma da sforzo, una sicurezza in più che i podisti solitari non sempre hanno. Certo, chi non ama il gruppo può anche avvalersi di app e tabelle scaricabili da internet per impostare solipsistici allenamenti fai da te.

Allenarsi a resistere
«Ma venire con noi è bello proprio perché spesso ci si allena a vicenda», ripete la presidente, orgogliosa dei risultati raggiunti soprattutto dalle donne iscritte negli ultimi anni. Solo alcuni giorni fa una fitta delegazione della società montegiorgese ha preso parte alla Verona Marathon, mentre il prossimo 3 dicembre si terrà come ogni anno il pranzo sociale organizzato in un buon ristorante di Porto Sant’Elpidio, «perché noi ci trattiamo bene», rimarca ancora scherzosa. E se a un certo punto non si potesse più correre, le ali ai piedi cadranno? Non del tutto: «Il fisico si allena alla sofferenza e fa sì che la tua forza di reagire duri nel tempo». Un’ottima ragione per allacciarsi le scarpe e andare.
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