Il metodo Mézières per la caccia
ai dolorini: attenzione alla postura

Il metodo Mézières per la caccia ai dolorini: attenzione alla postura
di Alessandra Cicalini
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Martedì 28 Novembre 2017, 15:54
Sportivi, sedentari, giovani e non: non c’è tipologia umana che almeno una volta nella vita non abbia accusato qualche dolorino al corpo. Capirne la gravità, e arginarne gli eventuali danni più e meno cronici, è compito della ginnastica posturale, praticata di solito da fisioterapisti specializzati. E’ il caso di Marco Vittori, chinesiologo di Fermo, diplomando in masso-fisioterapia e insegnante di ginnastica artistica per l’Asd Fermo ‘85.



Il metodo Méziéres
Nella sua giovane esperienza professionale, gli è già capitato di dover dare una mano anche ad atleti professionisti: «Applico il metodo Mézières che mi ha trasmesso il mio maestro Luigi Peroli (vedi intervista a lato, ndr) - esordisce - che parte dal presupposto che esista una relazione tra retrazioni, accorciamenti dei muscoli e dismorfismi».

Pianeta dismorfismi
Tra questi ultimi rientrano «scoliosi, iperlordosi, cifosi, ginocchia vare e valghe e cancellazione delle curve», prosegue. A guidarlo, è il concetto di fondo individuato dalla terapista francese, Francoise Mézières, che ha dato il nome al “mezierismo”, secondo il quale «spesso il male si genera lontano dalla causa che l’ha generato». Per spiegarlo meglio, Vittori si affida a vari esempi: «Una distorsione alla caviglia mal curata può portare dolori alle ginocchia o all’anca, così come un’occlusione del muscolo diaframmatico può dare dolori alle spalle e lombalgie».

Soffrire un po’ per guarire
Come risolverli? Non di rado, paradossalmente, causando altro dolore: «La ginnastica posturale lavora con le trazioni delle catene muscolari per impedire i cosiddetti compensi che il nostro corpo utilizza normalmente per non provare fastidio», precisa Vittori. Buona parte delle posizioni che dovrà eseguire il paziente prevedono insomma stiramenti non sempre piacevoli.

No al fai da te
Ed è questo il motivo che spinge il giovane istruttore a sottolineare come sia importante «farsi seguire da un professionista» piuttosto che affidarsi al fai-da-te. Internet, in effetti, è pieno di tutorial in cui vengono illustrate varie posizioni di ginnastica posturale da eseguire a casa propria, ma, tolte pochissime eccezioni, si rischia davvero di peggiorare i propri problemi per aver male eseguito i suggerimenti raccolti sulla Rete.

Posturale una e trina
Da sottolineare, inoltre, la basica suddivisione della ginnastica posturale in «preventiva, di mantenimento, che si fa in palestra, e terapeutica, che si fa in studio», aggiunge Vittori. Come si differenziano? Innanzitutto per la quantità e la durata degli esercizi da somministrare: «Nella prevenzione e nel mantenimento si eseguono moltissime posizioni per un tempo più corto, nella terapeutica il contrario», precisa. Quando si va nello studio del terapista, si passeranno ad esempio diversi minuti sdraiati a terra sul tappetino «con il sedere attaccato al muro e le gambe a novanta gradi».

Il ruolo del terapista
Anche in questo caso, il nostro istinto ci porterà ad adottare l’aggiustamento più comodo per avvertire meno dolore, ed è proprio qui che interverrà il terapista «per evitare i compensi che, se adottati, magari ci faranno sentire meno male, ma ci impediranno di risolvere il nostro problema». Per guarire più o meno del tutto, tra l’altro, occorrerà un certo tempo: Vittori parla di «venti-trenta sedute almeno», anche se, naturalmente, «ognuno è a sé».

Allungare le fasce
Una volta risolto il grosso, inoltre, buona norma sarebbe andare in palestra periodicamente per il mantenimento, insieme con quelli che, invece, fanno ginnastica posturale direttamente come prevenzione. Anche in questo caso, comunque, non è possibile praticarla per bene se non in piccoli gruppi, che il fisioterapista individua in al «massimo 5 persone per lezioni di 50-60 minuti ciascuna». Che cosa si farà in tutto questo tempo? «Si guarderà alla globalità del corpo - risponde Vittori - iniziando da un gruppo muscolare per finire con l’opposto».
L’obiettivo finale è ottenere l’agognato allungamento delle fasce accorciate andando a scioglierne le tensioni. In entrambi i luoghi preferibili per le tre diverse tipologie di ginnastica posturale, fondamentale è l’uso corretto della espirazione, attraverso la quale, sottolinea l’istruttore fermano, «si allenta il muscolo diaframmatico», già indicato come fonte di disturbi se non di patologie.

Differenze con Yoga e Pilates
All’apparenza potrebbe esservi una somiglianza tra questo genere di attività fisica e lo Yoga e il Pilates. «Ma la ginnastica posturale ha un aspetto terapeutico più spiccato», obietta Vittori, ossia è fuori dall’ambito fitness. L’ideal è ricorrervi se si hanno problemi di origine ortopedica (per esempio una tibia rotta), traumatica (uno strappo), muscolare (una contrattura), reumatica (artriti e artrosi), neurologica (anche un semplice mal di testa) e nevralgica (un nervo infiammato). Non è invece possibile ricorrervi «nei primi tre mesi di gravidanza», rimarca Vittori, per via dello schiacciamento addominale che potrebbe causare aborti spontanei. Tolta l’ultima eccezione, non ci sono controindicazioni a questo tipo di ginnastica, adatta anche ai ragazzi in fase di crescita.

La sedentarietà non c’entra
Il pensiero corre subito alla maggiore sedentarietà tipica della nostra epoca, ma Vittori ne smentisce il legame: «La catena muscolare posteriore, nella quale si verifica il maggior numero di retrazioni e accorciamenti, è sollecitata per esempio pure dai sollevatori di peso». Tutto sta, insomma, a capire chi si ha davanti e il tipo di dolore lamentato: «Il primo esame è visivo», dice, dopodiché si individuano gli stiramenti più giusti, tagliati su misura per ognuno. 
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