Ciccarelli, da farmacia di paese fino
a vera multinazionale della salute

Ciccarelli, da farmacia di paese fino a vera multinazionale della salute
di Laura Ripani
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Lunedì 30 Aprile 2018, 15:59 - Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 09:44
Da piccola farmacia nel centro di un borgo marinaro come Cupra Marittima a multinazionale. Il miracolo della Dea Cupra si è concretizzato nel 1821 attraverso le generazioni per la famiglia Ciccarelli grazie a prodotti per la salute e la bellezza che, da almeno un secolo sono sinonimo di qualità e a un’azione di marketing che già nei vecchi Carosello hanno lanciato i prodotti della casa farmaceutica in Italia.
«Tutto nacque - racconta l’ultimo erede, Marco Pasetti - grazie all’intuizione di mio nonno, laureato in medicina e veterinaria all’Università Pontificia come tutti i suoi antenati dal 1700. Un dinastia di farmacisti che si interromperà con me visto che i miei figli hanno seguito le proprie inclinazioni ma che è stata capace di partire da un callifugo». Già. La famosa «Pasta del Capitano» infatti ha questo nome perché il figlio di Clemente Ciccarelli, Nicola detto Nico, la intitolò così in onore di suo padre graduato della Cavalleria Savoia durante le due guerre mondiali. «Oltre che di un dentifricio del quale inventò la formula, mio nonno pesava ai soldati avevano bisogno di un prodotto che tutelasse i loro piedi in fiamme durante i duri addestramenti e quindi il primo prodotto della casa fu appunto questo. Poi arrivarono il dentifricio e le creme di bellezza».

L’intuizione
Congedato e tornato a Cupra, Clemente divenne un punto di riferimento. E, di fatto, inventò il marketing così come lo conosciamo. «Una volta - racconta ancora Marco Pasetti - le farmacie erano luoghi tetri. Protetti dalla privacy coloro che vi entravano, con ampie tende. Nonno compì la rivoluzione: mise sulla sue vetrina e piano piano su quelle dei colleghi di tutta Italia i suoi callifughi bene in vista, impilati, promettendo che, così facendo, si sarebbero vendute tutte le scatolette. Così fu, ovviamente». Poco dopo apparve in televisione. E fu il boom. Chi ha più di 50 anni oggi, ricorda con affetto quei siparietti di Carosello, in prima serata. Prima con Delia Scala, quindi con Giorgia Moll e Carlo Dapporto infine con Beba Loncar, attrice molto famosa all’epoca e, quando restarano solo gli spot l’ultima testimonial, Barbara De Rossi. «Ma anche io, appena laureto, vi ho messo la faccia in Tv - sorride Pasetti -. Perché la formula della Pasta del Capitano è ancora la stessa. E resta segreta. Ancora si realizza come allora che serviva per preservare i denti dei soldati del nonno. Non più a Cupra, ovviamente, ma negli stabilimenti di Milano che occupano 70 dipendenti ed è venduta in 45 Paesi. La Cera di Cupra, l’altro prodotto faro, serve invece per rendere la pelle giovane ed elastica, un anti age e con le nuove formulazioni approfondite dai nostri laboratori di ricerca». Ma se la mission della Ciccarelli, oggi come 100 anni fa è quella di avere prodotti che «servono al benessere della persona e si uniformano alle direttive del ministero della Sanità», sono arrivati, negli anni, tanti nuovi prodotti. Una linea, la Sos, è dedicata alla pelle: quella realizzata con estratti di capperi suggerita da un docente dell’Università di Catania contrasta e previene le punture di insetti. Il brand è stato allargato al Sos Unghie e Igiene dentale con un nuovo dentifricio che protegge e rinnova lo smalto dei denti».

La responsabilità
Ma quando si parla di benessere della persona, la Ciccarelli eccelle non solo nei prodotti destinati al grande pubblico. Piuttosto come buone pratiche e responsabilità sociale. Dal milione che lo zio Nico lasciò nel testamento a ciascuno dei suoi dipendenti, all’abitazione che viene messa a disposizione di tutti gli assunti (a rotazione) i quali volessero trascorrere una vacanza a Cupra Marittima. E poi le Borse di studio per i giovani ricercatori in diverse università italiane e azioni contro il bullismo finanziate dall’impresa. «L’ultimo nostro contributo - chiude Pasetti - riguarda la realizzazione a Cupra Marittima - di una casa per donne maltrattate in collaborazione con don Vinicio Albanesi» .
 


Il mito di Agostino «Tutto d’un tratto»
«E tutto d’un tratto il coro...Pasta del Capitano!». Come dimenticare Carlo Dapporto che insieme al dottor Clemente Ciccarelli in persona hanno allietato i Caroselli degli Anni Sessanta. Tante scenette nelle quali il famoso attore, con alcune colleghe di volta in volta reclutate tra quelle più note nel panorama televisivo, apparivano in prima serata creando siparietti tra i più divertenti, specchio di una società che faceva della qualità dei prodotti un marchio distintivo. Ma il basso profilo era anche sinonimo di quella generazione. Perché, lo ricorda ancora Marco Pasetti era lo stesso dottore a smorzare gli entusiasmi «Non esageriamo - diceva -! La Pasta del Capitano è un buon dentifricio, anzi ottimo, ma non miracoloso!». Altri tempi e altre stature. Un Dna che però l’azienda ha continuato a sostenere e anche oggi la bontà dei prodotti, sicuramente superiore tanti sul mercato viene reclamizzata ma mai ingannando il consumatore.
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