La fibromialgia: un po' di sollievo
arriva dalle mani del chiropratico

La fibromialgia: un po' di sollievo arriva dalle mani del chiropratico
di Agnese Testadiferro
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Martedì 5 Giugno 2018, 13:14
È come il jazz. Parafrasando la celebre frase del monologo teatrale Novecento di Alessandro Baricco «quando non sai cos’è, allora è jazz», si potrebbe dire, con la dovuta leggerezza, lo stesso della fibromialgia. «Quando non sai cos’è, allora è fibromialgia». Solo negli anni ’60 venne dato un nome a questa sindrome dolorosa, inizialmente chiamata panalgesia, dal dr Federigo Sicuteri. A soffrirne sono principalmente le donne, le quali fanno fatica a essere ascoltate perché la sindrome fibromialgica è considerata una “malattia fantasma” i cui dolori sono diffusi in tutto il corpo. A dare sollievo sono anche le mani del chiropratico.

L’approccio chiropratico
Con il punto fermo «che il nostro approccio al paziente è quello di osservarlo nella sua completezza, pensiamo che una diagnosi di fibromialgia descriva semplicemente una sintomatologia diffusa e non prenda in considerazione le varie concause dei sintomi proprie dell’approccio diagnostico del chiropratico – afferma John Williams, presidente Associazione Italiana Chiropratici - Venti anni fa, un paziente che si presentava con dolori diffusi di tipo associato, quello che oggi verrebbe definito affetto da fibromialgia, veniva spesso considerato “nevrotico” e puntualmente gli venivano prescritti psicofarmaci. Ma questo succede purtroppo anche ai giorni nostri. E il rischio è quello di un abuso di questo tipo di farmaci per trattare una sintomatologia considerata di natura psicosomatica. Le cause scatenanti potrebbero aver avuto inizio di recente o avere un’insorgenza graduale, con una proliferazione sintomatica». Le cause di questa sintomatologia vanno ricercate «nella sfera vitale del paziente, che va indagata attraverso un’anamnesi accurata capace di identificare i problemi del soggetto, che possono avere origine nella sua sfera sociale: in famiglia come al lavoro, e che, si manifestano in un alto indice di stress psicologico. Questo livello persistente di stress va dunque affrontato e superato, non soltanto “medicando” e cercando di concentrarsi sui sintomi o sui deficit fisici che limitano la qualità della vita. Questo perché quando uno persona soffre e non trova una soluzione, nascono anche disagi di tipo sociale e psicologico».

I sintomi e la soluzione
L’American College of Rheumatology ha individuato la posizione, nel corpo, di nove punti chiave per identificare la fibromialgia, i cosiddetti “tender points”. «Tra i sintomi comunemente considerati indicazione della fibromialgia troviamo parestesia agli arti, dolori diffusi, insonnia, problemi intestinali, stanchezza e mal di testa. Ma una persona può manifestare questi sintomi per i più disparati motivi – continua Williams - Per questo motivo, un aiuto andrebbe ricercato in soluzioni che non puntino soltanto a una risoluzione momentanea dei sintomi. Andrei particolarmente cauto nell’identificare una particolare personalità fibromialgica, perché quando si pensa alla fibromialgia troppo spesso viene enfatizzato lo stato ansioso, contribuendo a dipingere il paziente come un essere in preda alla disperazione di non poter stare mai più bene. Ribadisco che a questo stato psicologico si può arrivare per molti motivi. Ognuno di questi motivi di stress va affrontato singolarmente per poi dare una soluzione globale al problema».

Abitudini e traumi
Del paziente «è importante conoscere abitudini, abusi, conflitti interiori di origine sociale, traumi, stile di vita, deambulazione, l’abilità nello svolgere il proprio lavoro, oltre a eventuali deficit oggettivi neurologici o muscolari – conclude Williams, dottore in chiropratca - Una volta valutate queste informazioni, si lavora per correggere le eventuali cause dei disagi, anche con l’ausilio di altre figure professionali sanitarie, quando ritenuto necessario».

L’associazione dal 2005 a Milano
In Italia è presente, dal 2005, l’Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica con sede a Milano. «La diagnosi di sindrome fibromialgica è basata sulla presenza di dolore diffuso in combinazione con la presenza di tender points evocabili alla digitopressione - si legge nel sito sindromefibromialgica.it - Non vi è alcun esame di laboratorio o radiologico che possa diagnosticare la fibromialgia. Questi test possono essere utili per escludere la presenza di altre patologie, come l’ipotiroidismo che può causare segni e sintomi simili alla fibromialgia. Una attenta anamnesi e un esame obiettivo accurato possono escludere altre condizioni cliniche di dolore cronico e di astenia».

Sono due milioni gli italiani colpiti
Il dolore «è il sintomo predominante della fibromialgia». Si legge nel sito dell’Aisf che quantifica 2 milioni di italiani colpiti dalla sindrome fibromialgica. «Generalmente, si manifesta in tutto il corpo, sebbene possa iniziare in una sede localizzata, come il rachide cervicale e le spalle, e successivamente diffondersi: sensazione di bruciore, rigidità, contrattura, tensione. Spesso varia in relazione ai momenti della giornata; la maggioranza dei pazienti fibromialgici riferisce di sentire costantemente un certo grado di dolore. Il dolore è avvertito principalmente ai muscoli e sono presenti sintomi di malessere generale. Per alcuni il dolore può essere molto intenso».
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