Le mani del chiropratico che curano:
alla scoperta della disciplina olistica

Le mani del chiropratico che curano: alla scoperta della disciplina olistica
di Agnese Testadiferro
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Martedì 27 Febbraio 2018, 13:18
Dal greco la definizione: azione della mano. Il termine chiropratica è l’unione di cheir, mano, e praxis, azione. Ma, approfondendo, si scopre che il gesto del professionista è solo la punta dell’iceberg di qualcosa di più profondo. Le Marche, dagli anni ’80, sono tra le culle di questa pratica che nasce in America e che è a tutti gli effetti professione sanitaria anche in Italia: il decano dei chiropratici John Williams ha scelto Ancona per vivere, approfondire e contribuire alla crescita e conoscenza della professione e dei suoi benefici.

Cosa è la chiropratica
La chiropratica “è una professione sanitaria primaria che riconosce la capacità intrinseca del corpo di raggiungere e mantenere uno stato sano – spiega il dottore chiropratico Williams – con la consapevolezza che determinati fattori interni ed esterni hanno il potenziale di interferire con la normale funzione e interazione tra tutti i sistemi corporei. La chiropratica, riconosce la capacità innata del nostro organismo di adattarsi al suo ambiente, una condizione conosciuta come omeostasi e riconosciuta dalla scienza moderna. Il nostro organismo ha, entro certi limiti e non in situazione di salute critica o nel rischio di perdere la vita, l’abilità innata di autoguarigione. Si basa su princìpi che considerano l’assenza di una buona salute come l’espressione di malessere nella sfera vitale della persona legata allo stile di vita, all’alimentazione, al lavoro e ai problemi emotivi, e mette il paziente al centro della diagnosi e della cura”. La chiropratica nasce negli Stati Uniti d’America nel 1895 per opera di Daniel David Palmer con l’intenzione di comprendere meglio i fattori causali di molti problemi fisici e riportare il paziente a una condizione di buona salute, aiutandolo nel mantenimento senza il ricorso a farmaci: l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia. Tra le curiosità, la Divisione di Medicina dello Sport del Comitato Olimpico degli Stati Uniti (USOC Sports Medicine Division) che offre assistenza medico sportiva agli atleti del Team USA è guidata proprio da un dottore chiropratico, Bill Moreau.

La causa al centro della pratica
Il chiropratico lavora sui muscoli, sulle articolazioni, principalmente della colonna vertebrale, ma anche sulle estremità, per l’effetto che queste strutture hanno sul sistema nervoso e quindi sulle ramificazioni globali che esso può avere. Ma deve anche indagare sulle abitudini professionali, su quelle alimentari, sui problemi sociali, per correggere le cause che innescano i problemi di salute e quindi rimuoverle, e prevenire il ripresentarsi della condizione sintomatica. Molti sintomi, per esempio quello del mal di testa o del mal di schiena, che compaiono apparentemente senza motivazioni e di cui statisticamente soffrono quattro persone su cinque, affondano le loro radici nel nostro stile di vita, nelle nostre abitudini di lavoro e di svago, nelle posture che assumiamo abitualmente e possono cronicizzare sino al punto di debilitarci e di deprimere significativamente la qualità della nostra vita.

L’approccio dalla traumatologia
Compito del chiropratico è individuare quelle cause e aiutare il paziente a rimuoverle. Questo stesso approccio il chiropratico lo adotta dalla traumatologia. «Il chiropratico diagnostica i fattori causali ed elimina l’interferenza neurologica funzionale, ottimizzando l’integrità della colonna vertebrale. Assiste anche i pazienti nella identificazione e nella gestione degli stress di vita che potrebbero compromettere lo stato di salute, in modo conservativo, e senza l’uso invasivo di farmaci o interventi chirurgici», sottolinea Williams, presidente dell’Associazione Italiana Chiropratici. «È importantissimo - aggiunge - conoscere, del paziente, il lavoro e come lo svolge, le sue abitudini nel tempo libero, se fa attività fisica, che tipo di calzature indossa, in che posizione dorme, eventuali interventi odontoiatrici. Ciò che interessa al chiropratico è arrivare all’equilibrio neuro muscoloscheletrico, alla stabilità dell’organismo affrontando ed eliminando ogni interferenza».

Chi è il paziente
«I chiropratici vedono soprattutto pazienti che arrivano motivati da una situazione sintomatica per cui non hanno avuto giovamenti con altre cure. Parliamo di mal di schiena acuta o cronica, mal di testa, cervicobrachalgia, o piccoli traumi alle estremità – spiega il dottore in chiropratica - La differenza con l’approccio chiropratico in questi casi viene dal fatto che guardiamo questi sintomi in modo olistico, prendendo in considerazione le concause che hanno provocato la sintomatologia e che devono essere corretto per ottenere una guarigione completa e duratura. Le concause si cercano nella sfera vitale e lavorativa del paziente. L’importante, nel caso di traumi, è lavorare per ripristinare la normale funzione il più veloce possibile in modo da impedire i processi degenerativi che comprometterebbero la funzione articolare e dilaterebbero i tempi di recupero.

La chiropratica disciplina olistica
L’arte del terapeuta sarà di interpretare al meglio i messaggi, diretti e non, trasmessi dal paziente. «Possiamo dire - sottolinea ancora John Williams - che, a seconda della situazione, l’interpretazione del paziente può necessitare di una lettura olistica o globale e che la chiropratica con i suoi mezzi estremamente definiti, quasi riduzionisti ha effetti a cascata in tutte le aree del paziente. Gli effetti sono globali. Sì, la chiropratica è olistica».

Un bel passo avanti con il Ddl Lorenzin
Se il chiropratico è con la Legge 244 del 2007 riconosciuto dalla legislazione italiana come professione sanitaria di grado primario, è con il Ddl 1324-b, detto Ddl Lorenzin, meglio identificato con percorso e tempi certi per la regolamentazione che mancava. “Come Aic siamo fiduciosi del buon esito della futura discussione che avrà luogo tra Ministero della Salute, Miur, Consiglio universitario nazionale e Consiglio superiore della Sanità sulla formazione dei professionisti sanitari”, ammette Williams. Il Ddl Lorenzin afferma che verranno definiti: ambito di attività, funzioni caratterizzanti la professione, criteri di valutazione dell’esperienza professionale nonché i criteri per il riconoscimento dei titoli equipollenti, ordinamento didattico della formazione universitaria nonché gli eventuali percorsi formativi integrativi. Negli Usa il titolo di dottore chiropratico si ha con un corso universitario di 8 anni; in Europa c’è una laurea magistrale di 5 anni con titolo riconosciuto e regolamentato in 16 Paesi. Nel 2019 la Life University aprirà un corso di chiropratica a Roma.
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