Con Limyè di Lucia Tittarelli gli abiti
si trasformano in diari di viaggio

Con Limyè di Lucia Tittarelli gli abiti si trasformano in diari di viaggio
di Talita Frezzi
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Giovedì 1 Febbraio 2018, 13:06
Stampe floreali, perché la natura è il richiamo più forte. Colori caldi, cioccolato, terra, ocra, bronzo, oro disegnati come sfumature di foglie autunnali declinate su tessuti moderni o su classiche seta e cotoni morbidi. Geometrie di ispirazione araba, come se il vento del deserto del Marocco avesse soffiato sui tessuti. Linee morbide, abiti avvolgenti per esaltare la femminilità in modo audace, ma al contempo raffinato ed eccentrico. E poi le pieghe, perché come le gonne anche la vita è soprattutto questo, pieghe da stirare per poter coronare i propri sogni.



Il viaggio come ispirazione
Di pieghe la vita di Lucia Tittarelli ne aveva tante nonostante la giovanissima età. Nata a Bucarest 26 anni fa e cresciuta a Jesi con la sua splendida famiglia adottiva, ha intrapreso un viaggio di riscoperta delle sue radici e ha compreso che nelle sue vene scorre sangue russo, romeno, ungherese e montenegrino. Così, quando il sogno di diventare stilista finalmente prende corpo - terminati gli studi in Culture e tecniche del costume e della moda a Rimini – le sue collezioni nascono quasi spontaneamente, come se fossero espressione diretta delle origini di Lucia, una finestra sul suo mondo e sulla sua idea di femminilità.



Il talento nei geni
«La ricerca della mia famiglia biologica è stata a dir poco avventurosa, sono andata a Cipro inseguendo mia madre, poi Bucarest e Inghilterra per trovare i miei fratelli. Dovevo sapere - ci racconta Lucia con emozione - e una delle cose più folli che ho scoperto è che il mio padre biologico creava abiti e voleva diventare uno stilista esattamente come me. Io ho sempre saputo di voler fare questo mestiere sin dall’età di tre anni perciò questa notizia è stata come la conferma che ero in qualche modo sulla strada giusta...». E nel 2017 nasce il marchio “Limyè” (www.limye.it) con cui la stilista Lucia Tittarelli disegna e realizza abiti per tutte quelle donne che non hanno timore di fare sfoggio della propria femminilità. “Limyè” in haitiano significa luce.

Un brand multietnico
«Sta a indicare il mio nome – aggiunge Lucia Tittarelli – ma al contempo lo scopo di mettere in luce la bellezza innata di ogni donna, indipendetemente da taglia, età o etnia! Dopo aver creato la prima collezione di una cinquantina di capi, il nome è arrivato quasi da solo e secondo me, calza alla perfezione. Mi batto contro quell’idea per cui una donna per poter essere considerata forte debba assumere le sembianze di un uomo anche nello stile – continua – poiché è proprio nella sua femminilità che risiedono forza e bellezza». Pieghe, dicevamo. Spesso anche molto profonde. «Tante volte sono stata sul punto di perdere le speranze durante il mio percorso per ritrovare le mie origini - conclude - lo scorso anno ho sofferto di anoressia. Avrei trovato conforto nel sapere che qualcuno aveva affrontato quel percorso come me e ne era uscito più forte, ma non l’ho trovato...».

Un ponte stilistico
Per questo adesso che Lucia ha realizzato il suo desiderio di scoperta delle sue radici, ha lanciato la sua prima linea di abbigliamento e trovato l’amore, lancia un messaggio alle donne e lo fa attraverso i suoi abiti. «Il mio brand riassume culture profondamente diverse tra loro e aspira a superare barriere sociali ed etnografiche, poiché la moda questo dovrebbe essere...un ponte per unire differenti culture e spingere alla condivisione. Non importa da quale background partiamo, possiamo raggiungere i nostri obiettivi e possiamo sempre cercare di fare del nostro meglio se non perdiamo la speranza».
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