Silivia Scaramucci e le sue borse
da Ascoli fino a via Montenapoleone

Silivia Scaramucci e le sue borse da Ascoli fino a via Montenapoleone
di Massimiliano Viti
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Giovedì 9 Novembre 2017, 16:06
Quale opera porto con me stasera? È la domanda che si fa chi possiede una borsa Damanumea, che si definisce come “La prima e l’unica azienda al mondo a creare uniqe artbags”. L’artista disegna la sua opera sulla pelle che da lì a poco diventerà una borsa unica. L’idea di unire l’arte alle borse, e agli accessori più in generale, è di Silvia Scaramucci, 28 anni, che si divide tra Ascoli Piceno, dove ha la sede operativa del laboratorio, e Milano dove invece, in via Montenapoleone, c’è la sede legale e lo showroom.

Quando è nata l’idea?
«Due anni e mezzo fa. Insieme a mio marito Marco Fausti eravamo in cerca di un’idea per sfidare il mercato di massa dove si parla tanto di pezzi unici che in realtà non sono. Abbiamo puntato sull’arte che secondo noi è vincente anche nel campo della moda»

Come mai avete scelto le borse?
«Perché oltre ad essere una mia passione, riescono meglio ad esprimere l’arte e il progetto che avevo in mente. Sulle scarpe, ad esempio, sarebbe stato molto più complicato con meno spazio a disposizione»



Qual è stato il suo percorso?
«Ho frequentato lo Ied (l’istituto Europeo di design) a Milano nella sezione accessori; poi ho lavorato un anno nelle calzature nel progetto YouFootwear e nel 2014 ho inziato questa nuova avventura. Sono partita contattando gli artisti che conoscevo. Abbiamo impiegato circa 18 mesi tra prototipi ed esperimenti per poter mettere a punto un prodotto che durasse a vita».

La riuscita del prodotto e la sua durata a vita dipendono dalla pelle o dalla sostanza che utilizza l’artista?
«Entrambe. La sperimentazione è servita proprio per mettere a punto queste tecniche. Ma siamo sempre alla ricerca di nuove tecniche e nuove possibilità. Guai a fermarci».

Perchè Demanumea?
«Dal latino “dalla mia mano”. Tutto ciò che creiamo è costruito con le nostre mani e con il nostro cuore. Vogliamo raccontarvi la nostra storia, i nostri desideri, i nostri sogni, attraverso un prodotto unico, ricco d’arte, mai uguale e mai più replicabile».

Qual è il processo di realizzazione della borsa?
«I pellami rappresentano la tela, il foglio bianco. Tagliamo i pezzi di pelle che servono per fare la borsa e poi li consegniamo all’artista che ce li rispedisce una volta eseguito il lavoro. Non solo pittura ma anche intreccio, scultura, ricamo e altre tecniche. Poi il prodotto viene assemblato e distribuito con un certificato di autenticità e riproducibilità. Sul prodotto c’è anche il numero di serie. Al massimo vengono realizzati 50 pezzi».

Quanti artisti collaborano con Demanumea?
«Attualmente sono una trentina di vario genere».



Il prezzo medio di una borsa?
«Circa mille euro ma è una quotazione puramente indicativa perché la quotazione dipende da tanti fattori. Ogni opera nasce dalla collaborazione di un designer con un artista che personalizza parte dell’opera con la sua espressione artistica. Da questa partnership nascono dei prodotti unici sempre differenti in quanto ogni artista aggiunge all’opera la propria esperienza, la propria personalità, il proprio talento trasformando il prodotto in una vera e propria opera d’arte ma più ripetibile».

Di recente avete attirato l’attenzione anche di I’m Isola Marras
«Sì abbiamo siglato un progetto di cobranding per il quale sono state realizzate 3 giacche in pelle che hanno sfilato al Maxxi di Roma».

Quali sono i mercati che vi apprezzano di più?
«Attualmente Medio Oriente, Russia e Cina».

E l’Italia?
«In Italia si compra soprattutto il brand. Il buyer vuole andare sul sicuro e osa poco, così c’è poco spazio per gli indipendenti come noi».

Progetti futuri?
«Cerchiamo sempre di mixare nuove tecniche. Abbiamo notato che da più parti veniamo seguiti per cui siamo sempre costretti a superarci, ad andare oltre e a crescere».
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