«Verdicchio, ora la fase due». Paolo Togni
guarda al futuro e agli obiettivi di CasalFarneto

«Verdicchio, ora la fase due». Paolo Togni guarda al futuro e agli obiettivi di CasalFarneto
di Andrea Fraboni
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Sabato 17 Giugno 2017, 17:38
Inarrestabile. Caparbio. E soprattutto tenace nel portare avanti le proprie idee quanto ad ascoltare quelle degli altri. È senz’altro il profilo di Paolo Togni saldamente al comando del gruppo omonimo che tra vini di qualità, bollicine, acqua e birra fa numeri sempre più impressionanti. Otto milioni di pezzi è l’obiettivo 2017 per gli spumanti firmati Rocca dei Forti nella partita della grande distribuzione. Per l’acqua minerale (Frasassi, Gaia e Fonte Elisa) l’asticella sale trimestre dopo trimestre grazie anche allo stabilimento del vetro di San Cassiano. Poi c’è la birra: Terza Rima è già ben posizionata sul mercato nazionale.

Un grande impegno per il vino
Ma per Togni impegno e soddisfazioni più grandi arrivano da CasalFarneto, l’azienda con sede a Serra de’ Conti che ha toccato il traguardo delle 900mila bottiglie. «Stiamo facendo un grande lavoro in cantina - conferma Togni- e i risultati si vedono. All’ultimo Vinitaly con tre riconoscimenti, siamo stati tra le aziende più premiate. Ma il merito è soprattutto del Verdicchio, un bianco davvero unico». Sì, d’accordo. Il bianco più premiato d’Italia ma la concorrenza non manca. «Abbiamo bisogno - prosegue Togni - di un’attività promozionale sicuramente più forte. Il Verdicchio va modernizzato, è un grande vino, ha una grande base e per questo si possono raggiungere questi risultati. Ma le Marche del vino hanno tanto da dire, tra nuovi bianchi e rossi». 

Etichette e programmi
«Bianchi, rossi, bollicine, il passito, è un impegno totale. Noi, ad esempio, abbiamo il Cimaio, che è il più longevo, i giapponesi stanno degustando il 2009 e lo trovano straordinario: un vanto per noi e per tutta l’enologia marchigiana». «Nei prossimi tre anni ci muoveremo su tre linee strategiche molto precise. Intanto seguiremo progetti territoriali importanti, per la rivisitazione di alcuni prodotti della nostra tradizione. Poi le due parole magiche: innovazione e sperimentazione. I vini base della nostra azienda con grandi aspetti qualitativi per una produzione limitata».

Dare voce a tutto il settore
«Il terzo punto è proprio questo: far crescere l’attività promozionale. Tanto dovremo fare come CasalFarneto ma altrettanto impegno grazie anche al supporto del nostro consorzio, l’Istituto marchigiano di tutela vini, che in questi anni è stato fondamentale. Intanto con Imt - prosegue Paolo Togni - abbiamo imparato a fare squadra, siamo andati insieme all’estero. E proprio fuori dall’Italia (l’export di CasalFarneto è a quota 20%) che dobbiamo fare di più: ci sono mercati ancora incontaminati, come quello cinese, che potrebbero farci fare un ulteriore salto per le quote che contano. Dobbiamo essere uniti: ormai si deve entrare in una seconda fase per i vini di questa regione e anche il governatore Ceriscioli è d’accordo con noi. L’aspetto commerciale è sempre più determinante per il destino delle aziende ma avendo la consapevolezza di avere per le mani uve e vini di eccellenza. Da maneggiare con professionalità e soprattutto entusiasmo. In questo senso - conclude Togni - quest’anno presenteremo dei vini nuovi, di alta qualità grazie alla sperimentazione in cantina». Ma non c’è solo questo. «Ricettività e accoglienza ai visitatori e ai turisti che verranno in questa terra meravigliosa: oltre al vino puntiamo sul nostro straordinario territorio e su tutti i nostri prodotti dell’agroalimentare. Che sono unici ma anche in questo campo la concorrenza non manca». Vino e food insieme, quindi. La fase due è quindi già iniziata.
 
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