Una Lacrima che profuma d'autore
con la famiglia Lucchetti a Morro d'Alba

Una Lacrima che profuma d'autore con la famiglia Lucchetti a Morro d'Alba
di Agnese Testadiferro
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Sabato 7 Aprile 2018, 13:14
L’emozione di produrre vino è nel dna della famiglia Lucchetti. Paolo Lucchetti è la terza generazione al timone dell’azienda agricola Mario Lucchetti di Morro d’Alba. Con lui la sorella Loretta. Dalle passeggiate in vigna con nonno Armando alla visione futuristica del lavoro tra i filari. Il passo è stato segnato con fermezza. Alle Marche lancia una provocazione: trovare «il Cristiano Ronaldo della nostra regione per andare tutti insieme ai vertici della viticultura. Per farci conoscere al mondo serve un top player. Colleghi viticoltori, diamoci da fare».

Generazione trentenni
Nella campagna sud-ovest di Morro d’Alba, località Santa Maria del Fiore, si apre un panorama di 25ha di vigna. Tra i filari, la parte di terra che custodisce gli albori della Lacrima di Morro d’Alba. «In tre ettari c’è la perla del Guardengo, la vigna più antica di tutto il territorio che prende il nome dal rivolo d’acqua che la bagna». In questo «gioiellino dove sono cresciuto sto cercando di dare il meglio. Ogni mattina mi affaccio dal balcone di casa, osservo e penso. Mi rendo conto che la mia è una goccia nel mare del vino, ma se tutti noi viticoltori agissimo per il meglio forse non ci troveremo in questo momento storico caratterizzato dal cambiamento climatico». Paolo, classe 1983, ha una filosofia precisa. «Di produrre più di quello che posso, 80mila bottiglie l’anno, non mi interessa. Mi sento in dovere di rispettare la natura e la stagionalità e accetto, per questo, di bere vini che ogni anno sono diversi dall’anno precedente. E mi sorprendo quando all’estero, nei paesi dell’Est, considerano il Lacrima un vino dolce: per quanto mi riguarda, sono contrario a far pesare la mia mano sui vini». Dal 1999 è presente al Vinitaly, «non mancherò neanche quest’anno», e la sua attenzione è sempre rivolta alle novità. «Credo nel confronto e nella ricerca. Dopo l’Expo2015 ho accettato di far parte del progetto pilota per utilizzare il filo Cor-Ten in sostituzione del filo zincato: piano piano ecco che si sta strutturando un nuovo vigneto figlio del Guardengo».



Eredi di saperi
La sostenibilità è il percorso «che sto percorrendo con decisione», sottolinea Paolo Lucchetti, enologo della sua cantina insieme «all’esperto naso di Alberto Mazzoni». Alle spalle Paolo e Loretta hanno una storia e un bagaglio culturale «maturato sul campo» che non possono ignorare. «Era il 1967 quando nostro nonno paterno Armando, piantò le radici dell’azienda. Lui era l’innestatore del paese e con lui abbiamo trascorso tanto tempo in vigna mentre nostro padre Mario era in cantina: ci ha insegnato a conoscere Morro d’Alba e amare questo lavoro».

Uniti si vince
Forte è il legame con le Marche, «ma vorrei che la mia generazione continui, così come stiamo facendo tra noi giovani, ad essere predisposta al dialogo. Ci portiamo dietro un retaggio mentale fatto di invidia che ha danneggiato l’immagine unitaria della nostra regione. Se tutti insieme parlassimo la stessa lingua quando parliamo di vino e terroir, non dovremmo temere nessun competitor perché siamo unici per i prodotti che offriamo».
 
Altre tre aziende per la seconda tappa
Oggi la seconda tappa del tour nazionale, per cantine, targato Vinix. L’azienda agricola Mario Lucchetti di Morro d’Alba ospita il secondo step dedicato alle Marche di vinix.com, social commerce wine & food. Tra le date, il 12 maggio a Roma e l’1 dicembre a Milano. L’appuntamento è in cantina dalle 15 alle 19.30. Vinix Tour Marche è degustazione libera per tutta la giornata, visite a vigneti e cantina. In abbinamento alla degustazione in compagnia dei produttori, salumi e formaggi tipici insieme alle pizzette morresi. In degustazione anche le etichette delle altre due cantine marchigiane in catalogo con le spiegazioni dei produttori: l’azienda vinicola Colleluce con la Vernaccia di Serrapetrona e la cantina Maraviglia con il Verdicchio di Matelica. Presente il fondatore del format, Filippo Ronco, «il centro-sud italiano ha un enorme potenziale inespresso».
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