«La cronica, la furba e l'incontentabile
La mia vita da commessa»

Laura Tanfani
Laura Tanfani
di Barbara Ulisse
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Sabato 6 Maggio 2017, 11:14 - Ultimo aggiornamento: 11:27
La cliente si infila strisciando a terra in un varco minimo sotto la serranda ormai abbassata. State chiudendo? chiede alla commessa allibita che ha già le chiavi della macchina in mano. È una delle tante vignette che costituiscono il motore di Vita da commessa, un fenomeno cresciuto dentro i social network e da poco diventato libro. Tratto asciutto e ironia per disegnare il mondo della cliente supponente, dell'uomo maturo accompagnato dalla mamma per scegliere un maglione, del delirio dei saldi. Una sghignazzata a matita sulle richieste più stravaganti: il coso grigio, i jeans perpetui, lo smanicato senza maniche, la small più piccola che avete. Uno spasso.

Gioiello di sintesi e leggerezza
Dietro questo piccolo gioiello di sintesi e leggerezza già arrivato alla seconda edizione, c'è Laura Tanfani, ragazza arguta e appassionata di moda e di disegno, che ha raccontato, partendo dal suo lavoro di commessa di un negozio di abbigliamento accettato dopo la laurea solo per desiderio di indipendenza - i tic dei clienti per arrivare, oggi, a vignette più sociali sulle condizioni di questo lavoro, quasi un umorismo sindacale.
Ma partiamo dall'inizio. Alcuni anni fa, al ritorno da una vacanza, Laura prende il fuoco di Sant'Antonio e durante la malattia posta sul suo profilo Facebook alcune vignette in cui racconta la sua condizione attraverso un dialogo conSant'Antonio.

Da Sant'Antonio ai clienti
Le vignette decollano e prendono vita propria: tra le figure esili lei dice stile Manga sparisce il santo e compaiono i clienti. C'era molta vita dietro quel piegar maglie: «Devi essere un po' psicologa un po' consulente, un po' confidente per fare questo lavoro, stare al pubblico non è per tutti » dice. Era il 2014. «Le vignette racconta Laura - hanno avuto un successo inaspettato. Hanno iniziato a scrivermi da tutta Italia, e così da Facebook sono passata a un blog dedicato». Lo scorso anno la chiama la casa editrice Becco Giallo di Padova e le propone il libro che oggi Laura - nel frattempo si è presa una pausa dal lavoro - sta promuovendo in giro. Ma chi sono questi clienti finiti loro malgrado nella sua matita appuntita ? «C'è l'incontentabile che prova tutto e non compra mai nulla, la cronica che compra da anni le stesse cose, la signora che non vuole fare la fila al negozio di telefonia vicino e va dalla commessa che vende maglioni per farsi sbloccare il cellulare, la furba che vuole che le venga messo da parte un capo che ritirerà con i saldi».
Il momento che mette più a dura prova i nervi è quello della fine dei saldi: ecco la vignetta in cui i ribassi sono già precipitati al 70% ma c'è chi vorrebbe l'abito di inizio stagione che stava sul catalogo. Il periodo dei cambi post natalizi? «Non ne parliamo» Il Natale? «Chi lavora in un negozio riesce ad odiarlo: si vende molto ma si impazzisce».

L'umanità distratta
Anche l'umanità che si osserva dietro un bancone è abbastanza disastrata. «Distratta, soprattutto. Alcuni maleducati: mandano messaggini mentre chiedono un capo, molti pensano che salutare sia un optional». Tutto veloce, come la moda. Navigando sul blog (23.000 visite in tre mesi) e sulla pagina facebook (62.000 fans) omonima al libro, ci si accorge che dal racconto scanzonato della vita in un negozio di abbigliamento che ci coinvolge tutti (Chi non è mai stata alla ricerca di una «cosa semplice ma elegante ma sportiva»?), si è passati a considerare le pagine un punto di ritrovo, di denuncia, addirittura, riguardo i tempi di lavoro impossibili, le retribuzioni in nero, le ferie negate. «Sì, adesso le vignette sono più socialiper forza, con le persone che mi scrivono delle loro condizioni di lavoro».

Bella e luminosa
Laura è una ragazza bella e luminosa, che spalanca spesso gli occhi di entusiasmo quando parla di questa avventura: «Ho preso una pausa dal lavoro per promuovere il libro, ma devo ancora realizzare cosa sta succedendo. Però ho ricominciato a leggere, a disegnare, a elaborare cose nuove: mi si è aperto un mondo, anche interiore, non solo di viaggi e di incontri con i lettori e con colleghi. Perché il libro è piaciuto? La gente ci si rispecchia, e ha bisogno di leggerezza. E poi ha funzionato il fumetto». In effetti raccontare a parole i flash graffianti delle vignette non è facile. Ma ti piacerebbe disegnare moda? «Sì, ma oggi siamo tutte fashion blogger, tutti stilisti. Invece per fare moda devi avere un'idea forte. Mi piacerebbe anche fare la disegnatrice». Per te cosa compri? «Vesto casual, in jeans, e vado soprattutto nella catene dove faccio da sola e dove ride posso fare a meno delle commesse».