Anna Guidarini, la primadonna
e sartina che generò il Cigno Rossini

Anna Guidarini, la primadonna e sartina che generò il Cigno Rossini
di Antonio Luccarini
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Lunedì 9 Aprile 2018, 13:15
Così Gioachino Rossini, nelle conversazioni tenute nella casa di Parigi con l’amico Edmonde Michotte, aveva descritto l’amatissima madre Anna Guidarini: «...Slanciata, ben proporzionata, con un incarnato freschissimo e un po’ pallido, dentatura perfetta, capelli corvini di riccioli naturali. Gioviale e gioiosa sempre, con le labbra atteggiate a un costante sorriso e con un’espressione di angelica dolcezza». Nel percorso esistenziale di Anna Guidarini Rossini la vita si è del tutto sbizzarrita, concedendo ai suoi giorni, un’infinità varietà di accadimenti, sia belli che brutti, ma, soprattutto, di effetto sorprendente. Sin dalla prima adolescenza, si era fatta notare in città sia per la sua vivace esuberanza che per la sua indiscutibile avvenenza.

Quella ragazza avvenente
Se ne era accorto subito Giuseppe Rossini, suonatore di tromba e di corno, originario di Lugo di Romagna, quando aveva raggiunto Pesaro per prendervi servizio come trombettiere municipale- in livrea rossa egli doveva avvisare, con il suono della tromba, nei vari rioni cittadini, la notifica dei bandi comunali- che non aveva certo perso tempo per far sua la bella figlia del fornaio. Nel giro di pochi mesi, di quello stesso 1791, Anna si trovò sedotta dall’irruente ed appassionato trombettiere Giuseppe, detto il “Vivazza”, sposata, poi, il 26 settembre, con un matrimonio riparatore e, infine, il 29 febbraio dell’anno seguente, madre di un bel bambino a cui venne impartito il nome di Gioachino, quello del nonno paterno. Il “Vivazza” grazie all’entrate di trombettiere e di ispettore dei macelli municipali aveva goduto di una certa sicurezza economica e aveva fatto venire in casa anche la madre e la sorella. Ma la passione politica di Giuseppe aveva finito per creare seri problemi in casa Rossini. Il “Vivazza” che aveva sempre reso pubbliche le sue simpatie per l’ideologia repubblicana e per i francesi, che con la forza del loro esercito intendevano farla trionfare in tutta l’Europa, dovette, per questo motivo, subire, più volte, periodi di incarcerazione, lasciando in difficoltà economiche l’intera famiglia.

Anna non si scoraggia
Ma Anna non si era mai scoraggiata per questo e dal momento che era donna dalle mille risorse, visto che era dotata di una voce discreta, incoraggiata dallo stesso marito, aveva deciso di abbandonare il mestiere di sartina, decidendosi fare una scelta audace ma aperta a nuove allettanti possibilità: avrebbe tentato di calcare le scene del teatro musicale. Approfittando delle nuove norme che regolavano gli allestimenti teatrali- con l’arrivo dei francesi nelle Marche erano caduti gli interdetti papalini, per le cantanti d’opera, di esibirsi nei ruoli femminili-Anna Guidarini Rossini ebbe il privilegio di cantare sui palcoscenici dei teatri, nelle terre dello Stato della Chiesa, come primadonna. E, in tal senso, Anna Rossini era stata veramente un’apripista: era stata, in terra di Marca, la prima donna ad esibirsi in pubblico, quando, nell’operina di Cimarosa “La capricciosa corretta”, come protagonista, aveva partecipato alla serata inaugurale, nel 1798, del Teatro di Jesi. Il repertorio frequentato dalla vivacissima madre di Rossini era limitato ai ruoli appartenenti ad una dozzina di titoli o poco più, tutti che facevano parte del genere comico, firmati oltre che dal Cimarosa, allora popolarissimo, anche da Cazzaniga, Mayr, Fioravanti, Paisiello. Una scelta, per lei, quasi obbligata perché Anna non poteva vantare una vera formazione tecnica alle spalle, non avendo fatto, precedentemente, un serio ed approfondito studio di canto e non sapendo assolutamente leggere la musica negli spartiti. Del suo, per sopperire a queste oggettive difficoltà, poteva mettere a disposizione del suo pubblico- fu applaudita oltre che da devotissimi ammiratori marchigiani ed emiliani, di Ancona, Fano, Jesi, Imola, Bologna, Ravenna, anche da Stendhal,- una voce limpida ed intonatissima, una discreta capacità interpretativa, ed un’ottima memoria musicale che le consentiva di non dover ricorrere alla lettura di nessuno spartito.

Il successo nei teatri
Prima che il figlio diventasse uno dei più grandi nomi della storia della musica, era stata la madre a raccogliere successi nei teatri italiani. Nel 1804 ad Imola Anna si era esibita in teatro con il figlio, allora dodicenne ,che in quell’occasione aveva dato prova del possesso di una voce potente. Quando Il figlio divenne il dominatore incontrastato del teatro musicale portando al casato fama e prosperità, Anna Guidarini, ritiratasi dalle scene, sofferente di cuore, comunque negli agi che le erano consentiti dal benessere raggiunto, memore dei tanti periodi difficili attraversati, si distinse per la generosità dimostrata verso i poveri e i bisognosi incontrati nella sua strada.

Chi era
Anna Guidarini nacque a Pesaro, il 26 luglio del 1771, dall’unione di Domenico, fornaio di via del Fallo di Pesaro, con l’urbinate Lucia Romagnoli. Sartina in adolescenza, sposò nel 1791 Giuseppe Rossini trombettiere, e il febbraio successivo diede alla luce Gioachino. Per esigenze famigliari diventò, con successo, cantante di teatro musicale. Chiuse i suoi giorni a Pesaro nel 1827.
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