La sfida di Gemma Perchi, pioniera
delle lotte sindacali in fabbrica

La sfida di Gemma Perchi, pioniera delle lotte sindacali in fabbrica
di Martina Marinangeli
4 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Gennaio 2018, 14:04
Quando le Marche, e Jesi in particolare, ad inizio Novecento, erano conosciute in Italia soprattutto per il settore del tessile, una delle «filandaie» accese i riflettori sulle precarie condizioni di lavoro a cui erano sottoposte le operaie, guidando una lotta fatta di scioperi e rivendicazioni che portò enormi risultati, come la riduzione dell’orario di lavoro e migliori condizioni igieniche. Il suo nome era Gemma Perchi, operaia e sindacalista, rappresentante della Lega delle filandaie e tra le prime donne a ricoprire la carica di Segretaria della Camera del Lavoro dopo la Settimana Rossa e poi durante la Prima guerra mondiale. In un’epoca in cui le donne lavoratrici non erano ben viste, Perchi rivendicò con forza il loro ruolo sociale, permettendo passi in avanti anche nella lotta per l’emancipazione, e arrivò a sfidare anche le persecuzioni fasciste. A lei, che lottò anche per la costruzione di scuole nelle quali poter mandare i figli degli operai, ne è stata intitolata una primaria nella sua Jesi

Lotta di classe
Le filandaie jesine – come racconta Manuela Carloni nel suo saggio dedicato alla figura di Gemma Perchi e inserito nel libro #leviedelledonnemarchigiane: le biografie – erano tutte molto battagliere ed avevano ottenuto visibilità e riconoscimento sociale per essere state le prime ad aver ottenuto la riduzione delle ore di lavoro da 12 a 11, dopo ben 7 giorni di sciopero. Una lotta rossa a tinte rosa che portò fino alla conquista delle 8 ore di lavoro nel 1919, a seguito di manifestazioni e scioperi durati anche per mesi. Il settore tessile, e la produzione della seta in particolare, era fondamentale per Jesi, dove erano presenti 14 filandaie e otto stabilimenti per la produzione ed il mantenimento dei bachi: un indotto da più di mille operai, al 90% donne.

Un lavoro usurante
Un lavoro già di per sé usurante, aggravato dalla precarietà, la stagionalità e da stipendi molto bassi. Ma la cosa che forse più di tutte gravava alle filandaie, erano le pessime condizioni igieniche in cui erano costrette a lavorare. Esistevano malattie specifiche che si diffondevano proprio dentro le filandaie come, ad esempio, il «bacio della morte», una specie di tubercolosi causata «dalle tante volte in cui le filandaie erano costrette, durante il giorno, ad aspirazioni violente per far uscire il capo del filo dal gomitolo, al fine di attaccarlo alla macchina filatrice». Ricostruisce Carolini.

La voce delle filandaie
È in questo ambiente insalubre che si forma Gemma, donna combattiva che rivendicava diritti per chi all’epoca non aveva voce. Nel luglio del 1905 ha inizio uno sciopero di 45 giorni per la battaglia per le 10 ore di lavoro e Perchi prende parte al comitato di agitazione delle setaiole e tratterà direttamente al tavolo degli industriali in loro rappresentanza. Inizia così la sua scalata che la porterà a ricoprire incarichi fino a quel momento appannaggio degli uomini. Il suo animo battagliero la fa eleggere rappresentante della Lega delle Filandaie e della Cassa Nazionale di Maternità. Arriva così la Settimana Rossa, quell’insurrezione popolare che tra il 7 ed il 14 giugno 1914 infiammò Ancona e si propagò nel resto delle Marche, in Romagna ed in Toscana e portò allo sciopero generale in Italia, in reazione all’eccidio di tre manifestanti avvenuto nel capoluogo dorico ad opera delle forze dell’ordine. Dopo quegli eventi, i maggiori sindacalisti jesini furono mandati in esilio e fu così che Gemma divenne una delle prime donne a diventare segretaria della Camera del Lavoro. Tornerà a ricoprire questo incarico anche durante gli anni della Grande Guerra, quando tutti gli uomini, compreso l’allora segretario della Cdl, erano al fronte.

Oltre la fabbrica
La più grande conquista, come si diceva, è quella del turno di 8 ore, ottenuta nel 1919, a Biennio Rosso già avviato, ma la storia della sindacalista-operaia non si esaurisce nelle fabbriche tessili di Jesi. Gemma continuerà a portare avanti le sue battaglie sul diritto di cittadinanza e per la costruzione di scuole per tutti. Le sue idee rivoluzionarie la faranno finire nel mirino dei fascisti, di cui dovrà subire le persecuzioni. Muore il 22 gennaio del 1957, ma il suo esempio di vita resta ancora vivido nelle donne che, come lei, combattono ancora per uguaglianza e diritti.
Gemma Perchi nasce a Jesi il 1 aprile 1873. Una delle battagliere filandaie jesine, diventerà loro rappresentante e guiderà il Comitato Amministrativo della Cassa Nazionale di Maternità. Sarà tra le prime donne a ricoprire la carica di segretaria della Camera del Lavoro. Operaia e sindacalista, si battè per i diritti delle donne lavoratrici e fu perseguitata dal fascismo. Morì a Jesi il 22 gennaio 1957. A lei è intitolata una scuola a Jesi. 

Chi era
Gemma Perchi nasce a Jesi il 1 aprile 1873. Una delle battagliere filandaie jesine, diventerà loro rappresentante e guiderà il Comitato Amministrativo della Cassa Nazionale di Maternità. Sarà tra le prime donne a ricoprire la carica di segretaria della Camera del Lavoro. Operaia e sindacalista, si battè per i diritti delle donne lavoratrici e fu perseguitata dal fascismo. Morì a Jesi il 22 gennaio 1957. A lei è intitolata una scuola a Jesi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA