Antonella, la clown terapeuta: «Col
naso rosso sono la dottoresa Cuore»

Antonella, la clown terapeuta: «Col naso rosso sono la dottoresa Cuore»
di Talita Frezzi
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Lunedì 12 Marzo 2018, 12:46
Quando le parli di sport si fa silenziosa, poi accenna un risolino che sa di marachella e infine esplode in una fragorosa risata. «Sono pigra, ma pratico volentieri discipline da pigiama con specialità divano». È proprio questa sua adorabile ironia a renderla una delle più amate in corsia, lei la dottoressa Cuore, assieme a Poldo, Zeppola, Campanellino. Tutti dottori speciali, i meravigliosi dottori dal naso rosso dell’associazione Baule dei Sogni. Camici diversi dai soliti, più colorati e un po’ strambi, che portano allegria e risate nei reparti dove sorridere è difficile, dove le malattie più gravi aggrediscono con ferocia dei bambini e spesso il coraggio dei dottori clown deve accarezzare una mamma disperata o un padre sconfitto. La loro medicina è l’allegria. Dispensano pasticche di umorismo, praticano terapie di improvvisazione teatrale, cure a base di prestidigitazione, consigliano marionette e abbondanti cucchiaiate di musica. Consapevoli che tutto quello che non viene donato, va perduto.
Prima di indossare il naso rosso, la dottoressa Cuore era Antonella Baldinelli, studi in giurisprudenza, professionista della consulenza, anconetana doc.



Prima del naso rosso
«Prima di diventare clown dottore ero una professionista che faceva la consulente per un’azienda - racconta Antonella - dieci anni fa mi trovavo a Milano e davanti all’azienda dove ero diretta ho notato quel banchetto con delle persone con i nasi rossi che parlavano con la gente. Tutti felici, simpatici. Non capivo cosa facessero, ma quei nasi rossi mi sono rimasti in mente. Poi nel 2009 (un anno dopo dalla trasferta a Milano) mentre bevevo un caffè al bar, ho visto un volantino in cui si parlava dei volontari del sorriso. Ancora i nasi rossi. Non potevo più tirarmi indietro». Colta dalla sensazione di essere “rincorsa” da quelle buffe, piccolissime maschere, Antonella decide di provare e frequenta il corso. In 120 ore la trasformazione che da senso alla sua vita già in cambiamento. E mentre lei si avvicina sempre di più verso quel mondo così strampalato (ma solo in apparenza), il suo lavoro subisce forti stravolgimenti. Nel 2010 deve abbandonare la sua attività di consulente, lascia a casa la valigetta e il cellulare, inforca il camice e quel naso che non abbandonerà più. «Ho fatto moltissimi corsi e ancora oggi continuo a fare formazione continua - racconta - sull’improvvisazione, clowneria, corso di animazione teatrale e poi il corso da clown dottore con la Fondazione Salesi. Finché alla dottoressa Cuore (questo il suo nome di battaglia, che le hanno affibbiato i colleghi) non si spalancano le porte dell’Oncoematologia dell’ospedale Salesi dove va il lunedì, mercoledì e poi il giovedì durante i day-hospital per allietare le analisi e terapie. Ma la aspettano a braccia aperte anche alla Pediatria dell’ospedale di Civitanova e di Macerata, al centro Papa Giovanni XXIII di Ancona, all’associazione Amadown di Porto Potenza Picena e alla casa residenziale per anziani e portatori di handicap di Monte San Giusto, la “città del sorriso” con cui il Baule dei sogni collabora attivamente. «Il bravo clown dottore è umile e capace di ascoltare, osservare. Il clown è umile perché non sa fare...», sottolinea orgogliosa di dire che “Il Baule dei Sogni” è una delle otto associazioni della Federazione Italiana Clown Dottori e che la Regione Marche ha riconosciuto nel 2011 il clown dottore come una professione vera e propria.



Lo stile di vita
«La clown terapia è uno stile di vita, il naso rosso ti protegge. Cambia un po’ la tua personalità, il tuo approcciarti con le persone». «Anche se - continua Antonella - è la maschera più piccola, è anche quella più simpatica, ti fa entrare a contatto con la gente. Crea accoglienza, è una protezione». Antonella è una persona semplice, spontanea, molto ironica, tutta casa (=divano), nasi rossi e super-mamma di Federico. «Vivo di attimi perché sono un clown», dice convinta e anche nel suo quotidiano condisce ogni piatto con una dose di ironia. Sia che si tratti delle elezioni politiche, delle cene con gli amici, del tutorial in cucina per preparare dolci. Quell’ingrediente essenziale non deve mancare mai. Però col naso rosso su, la dottoressa Cuore si commuove quando rivela che nel suo difficile ruolo la parte più complessa è uscire dal reparto, dove è venuta a contatto con la malattia, il dolore, le solitudini. I bambini. Difficile per una persona, ancor più difficile per una madre. «Nel mio baule dei sogni c’è comunque sempre la voglia e la forza di entrare tutti i giorni in reparto. Il sorriso di un bambino, la dolcezza di una carezza piena di gratitudine di una mamma che ha rivisto il proprio figlio divertirsi nonostante le terapie, sono nel mio baule».

Questione di cuore
Il baule è il cuore di Antonella, che dietro l’elemento giocoso deve combattere con i sentimenti, con la pietà, la compartecipazione emotiva di una madre che pensa di essere stata molto fortunata rispetto ad altre mamme incontrate in reparto con gli occhi velati. «Quando perdiamo un bimbo che avevamo visto durante i vari cicli di terapie nel corso degli anni abbiamo dei crolli, capitano. Per affrontare questi “burnout” ci vengono in aiuto degli psicologi, con cui facciamo formazione. Poi si riprende e rimetti il naso rosso». È la ripartenza, la nuova linfa che aiuta a tornare in quello stesso reparto e donare ancora allegria, vivacità, speranza ai malati.



Questione di ironia
Che le piace ridere si sa, che non si fa problemi a indossare altri panni neanche. Antonella è una vorace lettrice, adora le biografie di donne nella storia e le fiction in costume, su tutte i “Tudor”. Non è strano vederla con grandi abiti ottocenteschi oppure vestita da Biancaneve, da principessa Aurora, da Babbo Natale, da Summer Jamboree o con assurde parrucche viola. Anche il suo look traspare quel non so che di …. “Cuore”. La parola d’ordine è sempre divertirsi e far divertire gli altri, famiglia soprattutto.

Una mamma per groupie
«Da mio figlio ho imparato lo scoutismo e lui ha imparato da me cosa significa diventare un volontario del Sorriso – conclude Antonella – quindi il mio Federico ha visto crescere il clown dottore che è in me. Ne è entusiasta, felice. L’ho fatto avvicinare all’associazione Il Baule dei sogni, di cui è socio sostenitore, come io lo seguo nella sua carriera musicale». Federico e la sua band, “La Chance su Marte”, finalista a Musicultura, quel bel sorriso tutto della mamma lo regala a ogni concerto, a cui Antonella partecipa sempre in prima fila, come la migliore delle groupie, ma senza naso rosso.
 
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