Il duello tra architetto e neuroscienziata
«Che liti su Internet». «Allora io scrivo»

Il duello tra architetto e neuroscienziata «Che liti su Internet». «Allora io scrivo»
di Maria Cristina Benedetti
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Domenica 13 Maggio 2018, 16:59
Anna ed Elena sono fatte della pasta dei sogni. Anconetane, architetto la madre, il pallino per la biomedica la figlia, per entrambe vale sempre il coraggio di sfidare gli schemi per seguire le proprie aspirazioni. Con testardaggine. Anna ed Elena, comunque al fianco l’una dell’altra. Che pasta. 
Anna Giovannini, laureata in architettura, ha lavorato presso il Comune di Ancona nel campo del recupero edilizio e urbano. Dal 2002 al 2009 ha svolto un incarico a contratto per il laboratorio di restauro presso il corso di laurea Ingegneria Edile Architettura. Ora è in pensione. Elena Gelibter dopo la maturità classica ad Ancona ha conseguito bachelor in scienze biomediche alla Queen Mary University di Londra e il master in Neuroscienze. Ha svolto ricerca presso Swimburne University a Melbourne e presso University of Glasgow. 

1. Il coraggio di una scelta  è lì dove ti porta il cuore o è innanzitutto rompere gli schemi?
Madre: Il coraggio serve soprattutto per fare le cose in cui credi e che ti appassionano. Con autonomia di pensiero, al di là degli schemi.
Figlia: Il coraggio non è essere “contro” ma sfidare gli schemi per seguire i propri sogni.

2. Così vicine, così lontane. La distanza è un ostacolo o uno spazio da riempire? 
M: Ho sempre pensato che allontanarci presto ci ha evitato le insidie del rapporto madre-figlia già diventato un po’ conflittuale. Adesso penso però che abbiamo attraversato problemi e solitudini, anche non detti, senza il conforto quotidiano di esserci l’una per l’altra.
F.: All’inizio pensavo fosse sicuramente meglio essere lontani. Ci sentivamo per scelta e non per obbligo e ci raccontavamo più cose. Adesso pesa molto quando lascio i miei per tornare al lavoro in Uk.

3. L’armonia delle forme e i segreti del corpo: il punto di convergenza?
M.: Direi la consapevolezza di sé come un insieme unico, che dà la pratica dello yoga, a esempio.
F.: Ho approfondito alcuni segreti del corpo e della mente per i miei studi e per mia curiosità personale, credo che consapevolezza e controllo di come ci si nutre sia un punto importante di convergenza.

4. La sua lezione di vita?
M: Sobrietà: Elena, come la sorella maggiore Sara, è molto più spartana e meno consumista di me. Cerca solo l’essenziale e mi invita sempre a liberarmi di tutto il superfluo di cui ho piena la casa.
F.: Avere sempre sogni e seguirli con testardaggine. I sogni che mamma ha per sé e - purtroppo- anche per gli altri…

5. Mi piaci tanto, quando...
M: Quando ti preoccupi per me o per gli altri. Siano essi partecipanti a ricerche, alunni, amici che hai sparsi nel mondo. E quando nascondi l’empatia dietro quell’aria distaccata.
F.: Ti sento sempre dalla mia parte, anche quando non hai condiviso fino in fondo le mie scelte.

6. Quanto mi manchi. Ti chiamo o ti scrivo?
M.: Ho sentito l’impulso di scriverti, per mettere in ordine le idee quando volevo comunicarti cose importanti ed essenziali per le tue scelte di vita. Spesso non l’ho fatto e abbiamo battibeccato via internet.
F.: Quando ho problemi o cose belle che voglio condividere chiamo “la tribù’”. Qui in Uk si stupiscono perché hanno un concetto diverso della famiglia.

7. Mai senza di te. Dove?
M: A fare i regali a tuo padre, non facile di gusti, spartano come te e ipercritico. Solo tu sai quello che vuole o gli serve. O forse da te accetta qualsiasi cosa.
F.: A visitare mostre, musei. Mi ci hai trascinato per mezza Europa. Non ero sempre consenziente. Ma grazie a te conosco -e amo - Magritte, Piero della Francesca, il design della Bauhaus più della media di biologi e neuro scienziati. 
 
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