La rivincita del bambino anatra

Steve Jobs
Steve Jobs
di Annalisa Pavoni
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Domenica 3 Dicembre 2017, 12:42
Cosa lega Steve Jobs, Spielberg, Walt Disney, John Lennon e Picasso? La genialità, sicuramente. Ma anche un’altra cosa: la dislessia, un disturbo specifico dell’ apprendimento (DSA). Prima che venisse riconosciuto, era quell’elemento incognito che condizionava infanzia e adolescenza di individui, sui quali, feroce come solo il giudizio subito in quegli anni può esserlo, si abbatteva la sentenza: incapace. Incapace di leggere con rapidità quella sequenza che ormai si doveva aver imparato da un bel pezzo. Da piccolini, s’inizia, e da piccolini s’impara, chi prima, chi dopo. Invece il dislessico ancora arranca, e ancora e ancora dopo anni, mentre gli altri sono ormai pronti per le olimpiadi della lettura. Il dislessico non le vede come gli altri, le lettere. È un disturbo molto complesso, e molto diffuso - in Italia dal 3% al 5% dei bambini, nei paesi anglofoni addirittura il 17%. Uno spettacolo in scena a Montecarotto il 7 dicembre, lo racconta in una storia delicata e potente. “Cronache del bambino anatra” è scritto da una pluripremiata autrice, Sonia Antinori, con interpreti e regia di grande ed indiscusso valore: Maria Ariis, una madre, Carla Manzon, un figlio, e la regia di Gigi Dall’Aglio. La storia parte dalla fine, quando secondo legge della fisiologia e degli affetti, il figlio ha appena perso la madre. Il ritmo della narrazione è spezzato temporalmente in flashback che partono dagli anni 60, l’infanzia segnata da qualcosa che non ha ancora un nome, fino alla scoperta, da adulto, che invece esiste: dislessia. Poi il bambino anatra, come nella fiaba del dislessico Andersen, un giorno si scoprirà cigno: alle 21 al Teatro Comunale.
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