Studenti, uno su tre non è protetto. I pediatri: «Vaccinatevi»

Studenti, uno su tre non è protetto. I pediatri: «Vaccinatevi»
Studenti, uno su tre non è protetto. I pediatri: «Vaccinatevi»
di Lorena Loiacono e Francesco Malfetano
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Martedì 31 Agosto 2021, 00:36 - Ultimo aggiornamento: 10:24

A due settimane esatte dalla ripresa delle lezioni in presenza a scuola, preoccupa la possibilità che le aule ridiventino un catalizzatore dei contagi. Il rischio più temuto dagli esperti è quello legato agli operatori scolastici tra cui, ad oggi, ce n’è ancora uno su 10 non vaccinato, con picchi che superano l’uno su 3 in Sicilia, Sardegna, Calabria e provincia autonoma di Bolzano. Tant’è che ieri il presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e sindaco di Bari, Antonio Decaro, preoccupato ha fatto sapere di aver «chiesto delle assunzioni a tempo determinato per poter sopperire all’assenza dei docenti che non avranno ricevuto il vaccino». E considerando che secondo una recente ricerca californiana basterebbe un docente infetto per contagiare - in una situazione tipo con aeratore e distanziamento - quasi la metà della sua classe, se ne capisce bene il motivo. Anche perché tra gli studenti, ultimi ad accedere alla campagna vaccinale, i tassi di immunizzazione sono piuttosto bassi. 

La campagna vaccinale


Al momento infatti, in media, nella Penisola non ha ricevuto neanche la prima dose il 43,2% della popolazione vaccinabile in età scolare, tra i 12 e i 19 anni.

A far peggio sono la provincia autonoma di Bolzano (con il 60% di giovani non vaccinati), la Liguria (il 50%), la Sicilia (il 49,9%) e la Calabria (il 49,2%). Tra le migliori invece ci sono la Sardegna (vaccinati il 25,4%, e 40,5 in attesa di seconda dose), il Molise (41 e 23 per cento), l’Abruzzo (39,4 e 22,4 per cento e la Lombardia (37,6 e 23,7 per cento). 


Dati poco rassicuranti che però consentono di tirare un sospiro di sollievo se si tiene in conto il tasso di crescita delle ultime settimane. Il 21 agosto scorso gli studenti ancora in attesa della prima dose di vaccino erano il 48,7%, circa il 5% in più di oggi. Vale a dire che negli ultimi 9 giorni su una platea di non vaccinati che era 2,2 milioni hanno ricevuto una somministrazione 111 mila giovani. Ciò vuol dire che, ponendo il ritmo attuale (che pure è rallentato rispetto a quello che si terrà a settembre), si dovrebbe riuscire ad erodere il totale di non immunizzati di almeno altri 170mila adolescenti. Portando il totale degli studenti pronti ad entrare in aula al 35% circa. Vale a dire più di uno su tre. Un risultato incoraggiante che però dovrà essere migliorato per evitare che i ragazzi portino poi il contagio a casa, dove magari vive uno dei 3,5 milioni di over50 “ni-vax” o “no-vax” che popolano la Penisola. 


Bisogna inoltre tenere a mente che una grossa fetta dell’oltre 57% già vaccinato ha in realtà solo iniziato il ciclo e dovrà quindi ricevere la seconda dose. A trovarsi “nel limbo” tra una iniezione e l’altra è circa il 24% del totale. Uno studente su 5 che (in aggiunta ai non vaccinati) rischia di arrivare in aula non protetto perché l’efficacia dei vaccini contro la variante Delta è reale solo dopo aver ricevuto anche il richiamo. Non a caso Giuseppe Di Mauro, presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps), ieri ha lanciato un appello per rendere «obbligatorio il vaccino antiCovid per tutti gli adolescenti e pure per i bambini under 12, quando sarà disponibile il vaccino anche per loro». Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda Anna Maria Staiano, presidente della Società italiana di pediatria: «È importantissimo che i ragazzi dai 12 anni in su aderiscano alla campagna vaccinale è questo il consiglio che diamo a loro e alle loro famiglie. Lo stesso vale per bambini sotto i 12 anni: auspichiamo infatti che arrivi l’autorizzazione per vaccinare anche agli over6».


L’APP
Intanto continuano i preparativi per il nuovo anno scolastico. Da domani, il 1 settembre, i docenti dovranno iniziare a rientrare negli istituti per programmare la ripresa delle lezioni. Per farlo però avranno bisogno del Green pass, la cui estensione a professori e mezzi di trasporto entrerà in vigore proprio a partire da mercoledì. 
Per ora però partono con il controllo dei Qr code, uno alla volta, tramite la app VerificaC19. Ma per l’avvio delle lezioni il ministero dell’Istruzione conta di attivare il controllo automatizzato, più veloce, tramite la piattaforma Sidi che a sua volta interagisce con il sistema informativo del ministero della Salute e segnala solo i green pass “rossi”, quindi quelli non validi. 

 

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