Scuola, l’ipotesi dell’obbligo vaccinale: Bianchi vede i sindacati

Scuola, avanza l ipotesi dell obbligo vaccinale: Bianchi vede i sindacati
​Scuola, avanza l’ipotesi dell’obbligo vaccinale: Bianchi vede i sindacati
di Francesco Malfetano
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Lunedì 26 Luglio 2021, 21:45 - Ultimo aggiornamento: 27 Luglio, 12:58

I trasporti insufficienti, le classi troppo piccole e le vaccinazioni obbligatorie per i docenti. A quasi un mese dall’inizio del nuovo anno scolastico - «In presenza senza se e senza ma» come ha tuonato a più riprese il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi - i nodi ancora da sciogliere sono sempre gli stessi.

Un bel pantano da cui si cercherà di uscire al più presto, anche valutando l’imposizione dell’obbligo vaccinale per tutti gli operatori scolastici. «Nessuna ipotesi è esclusa» ha infatti spiegato in serata il ministro della Salute Speranza. «Nelle prossime ore valuteremo quale sarà lo strumento più efficace per far tornare tutti a scuola in presenza, in sicurezza e senza dad». 

Scuola, la road map

In pratica, come anticipato dal premier Mario Draghi in conferenza stampa giovedì, da questa settimana riprenderanno serrati i lavori in vista di settembre. Così mentre ieri Bianchi è stato ricevuto proprio a palazzo Chigi per fare il punto sulla situazione, stamane a viale di Trastevere si terrà un nuovo vertice tra rappresentanti sindacali, tecnici del ministero ed esponenti della struttura Commissariale per l’Emergenza. Mentre nel pomeriggio le parti sociali incontreranno direttamente il ministro. Obiettivo predefinito di entrambi i tavoli sarà redigere, prima del 15 agosto, il Piano scuola e il Protocollo di sicurezza.

Il tutto ovviamente basandosi sulle linee guida già validate dal Comitato tecnico scientifico (Cts). Vale a dire il testo che, puntando molto sulle vaccinazioni per i giovani tra i 12 e i 19 anni (almeno il 60 per cento, obiettivo messo nel mirino anche da Figliuolo), mirano a far tornare in aula da subito tutti gli studenti. Peraltro senza mascherina, ma solo nei casi in cui si è in grado di garantire un adeguato distanziamento. Norme che rappresentano il punto di partenza e che già hanno attirato le critiche delle parti sociali coinvolte.

Con l’Anief che chiede ad esempio di «dimezzare il numero di alunni per classe» perché «Solo allora si potrà rispettare in pieno il distanziamento fisico necessario». E ancora, chiede invece Flc Cgil, «di fornire un quadro certo di risorse e delle modalità di riparto alle scuole dei 350 milioni di euro previsti dal decreto sostegni bis». Non solo. C’è anche chi, come l’associazione dei Presidi, contesta le stesse indicazioni del Cts perché «ambigue e rese sulla base di un presupposto - il raggiungimento del 60% di vaccinati tra il personale e la popolazione scolastica over 12 a settembre - ad oggi di incerta realizzazione». Punti su cui, per il momento, il Cts sembra orientato a non tornare. D’altronde già da settimane i tecnici hanno chiesto una sterzata per immunizzare professori, personale Ata e addetti alle mense, ipotizzando la necessità di inserire queste categorie in quelle per il quale il Green pass potrebbe diventare obbligatorio. Un invito che, se fino a questo momento è rimasto ancora in ascoltato, a breve potrebbe trovare accoglimento. La spaccatura in maggioranza sul tema infatti, va risanandosi. L’esecutivo quindi tra la fine di questa e la prossima settimana potrebbe varare un nuovo provvedimento che prevederà l’obbligo di vaccinazione per docenti e personale.

I vaccini

I tecnici sono già al lavoro sull’ipotesi anche se, prima di concretizzarla, si attenderanno i primissimi risultati del monitoraggio chiesto alle regioni dal commissario Figliuolo per il 20 agosto. Una mappatura degli operatori scolastici non ancora vaccinati che nelle intenzioni del Generale servirà comprendere con precisione quanti sono coloro che si sono rifiutati. Non tanto per convincerli, quanto per capire se si può fare a meno di loro. I numeri attuali infatti, quelli che vedono ben 9 regioni in ritardo sulla tabella di marcia e il 15,7 per cento degli interessati non vaccinati, sono contestati dalle regioni. Per i governatori tra i 222 mila docenti ancora senza immunizzazione ce ne sarebbero molti che hanno ricevuto il vaccino senza passare per la priorità stabilita per la categoria professionale fino ad aprile. Serve quindi una rappresentazione fedele del panorama, altrimenti è impossibile decidere davvero il da farsi. 

 

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