La scuola del futuro, come sarà? Più ore e il prof non sale in cattedra

La scuola del futuro, come sarà? Più ore e il prof non sale in cattedra
La scuola del futuro, come sarà? Più ore e il prof non sale in cattedra
di Lorena Loiacono
5 Minuti di Lettura
Martedì 21 Settembre 2021, 00:20

La classe cambia aspetto, l’insegnante lascia la cattedra e si muove tra i banchi mentre gli studenti, anche riuniti in gruppo, lavorano e studiano utilizzando strumenti non tradizionali, dal tablet alle attività pratiche e di laboratorio. Ma servono anche migliaia di classi in più, migliaia di nuovi posti nei nidi e a mensa, con il tempo pieno e con docenti costantemente aggiornati. È questa la scuola del futuro o, meglio, dei prossimi anni in base a quanto previsto nell’Atto di indirizzo firmato dal ministro Patrizio Bianchi per l’anno 2022 e per il triennio 2022-2024. «L’emergenza non è finita, non abbassiamo la guardia - spiega il ministro - ma ora dobbiamo guardare anche oltre e cominciare a costruire una nuova scuola. Una scuola moderna, accogliente, inclusiva, capace di innovare e di non lasciare indietro i più fragili. Le risorse del Pnrr rappresentano una grande opportunità, che vogliamo sfruttare al meglio. Siamo già partiti con la pianificazione delle riforme, a partire da quella dell’Istruzione Tecnica e Professionale che sono strategiche per il Paese e per il suo rilancio».

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Scuola, cambio di rotta

Il cambio di rotta deve partire sia dalla didattica sia dagli edifici stessi: con il fondi del Pnrr sono centrali proprio da questi aspetti.

L’innovazione richiesta deve iniziare dalla didattica: la lezione frontale, alla vecchia maniera, non soddisfa più le necessità degli studenti e deve essere rivista, affiancata dalla digitalizzazione e da nuove metodologie di insegnamento. La linea del ministero sta nel promuovere la sperimentazione di nuove metodologie didattiche per superare il modello di insegnamento tradizionale, incentrato sulla lezione frontale, e favorire la didattica per competenze, dove l’alunno apprende in gruppo o tramite esperienze dirette anche in laboratorio. Il docente non resta più in cattedra ma si muove tra i ragazzi che, a loro volta, lavorano in gruppo, anche spostando fisicamente i banchi e dando alla classe ogni volta una forma diversa. Ma una didattica innovativa non può non passare attraverso il digitale: croce e delizia del periodo pandemico che ha visto le classi, inevitabilmente impreparate, far lezione solo online. È necessario realizzare un sistema di formazione continua del personale scolastico, anche con l’integrazione delle tecnologie, e per questo parte il progetto di investimento “Scuole 4.0” che incrementa la dotazioni di pc, tablet e dispositivi vari oltre al cablaggio interno nelle scuole, per trasformare le aule scolastiche in ambienti connessi e digitali e assicurare a tutti gli istituti l’accesso alla banda larga. Di cui troppe scuole, in dad, hanno sentito la mancanza. Non solo hi-tech, le scuole devono essere anche sicure e a misura di studente, abolendo una volta per tutte le classi sovraffollate cosiddette pollaio: è prevista infatti la realizzazione, entro il 2026, di 195 nuovi edifici scolastici per un totale di oltre 400.000 metri quadrati, che accoglieranno circa 58.000 studenti, e la riqualificazione di vecchi edifici per una superficie complessiva di 2 miliardi e 400 milioni di metri quadri. 

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La ristrutturazione complessiva prevede interventi mirati anche nella fascia di età scolare 0-6: servono nuovi posti negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, per eliminare il divario che esiste tra Nord e Sud e per agevolare le famiglie a tutto tondo: sono previsti con la collaborazione dei Comuni, interventi di nuova costruzione, riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici che porteranno alla creazione di 228.000 nuovi posti, 152.000 dei quali nella fascia 0-3. Lo sguardo punta dritto all’obiettivo, richiesto dall’Europa, di raggiungere il 33% di bambini iscritti agli asili contro l’attuale 25% italiano. Tra i servizi necessari alla didattica così come alla vita e all’organizzazione famigliare c’è di sicuro il tempo pieno, ancora troppo carente nelle regioni del Sud anche nell’ottica del contrasto alla dispersione scolastica e alla povertà educativa: per questo saranno attivati percorsi e progetti formativi in orario extrascolastico e ogni scuola dovrà disporre di spazi adeguati anche per l’avviamento. Questi interventi di costruzione e di ristrutturazione interesseranno per ora circa 1.000 edifici scolastici. Nel potenziamento dell’offerta formativa rientra una maggiore disponibilità di palestre e di attività motorie nelle scuole anche oltre l’orario curriculare, su tutto il territorio nazionale e già dalle prime classi della scuola elementare. Guardando agli studenti più grandi, si punta molto sull’orientamento, con corsi ad hoc, e sul potenziamento degli Its, gli Istituti tecnici superiori post diploma altamente professionalizzanti, per raddoppiare il numero degli iscritti e creare una piattaforma digitale con cui gli studenti possono conoscere le offerte di impiego. 

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