Spegnere luce e riscaldamento nelle classi, quando non servono, ammodernare gli impianti e sfruttare il più possibile la luce naturale. L’impennata dei costi energetici si fa sentire: vale per tutti anche per le scuole. E allora i dirigenti scolastici, per far tornare i conti, mettono a punto un piano anti-crisi. Del resto è il tema che sta tenendo banco, in questi giorni, nelle scuole inglesi dove per far fronte al costo eccessivo di luce e riscaldamento si sta pensando addirittura di ridurre la settimana di lezione a tre giorni di frequenza. L’anno scolastico sta per partire e i presidi inglesi stanno correndo ai ripari: una misura straordinaria, che va a tagliare la presenza in classe per poter tagliare anche le spese a cui si andrà incontro nel prossimo autunno.
RIDURRE I COSTI
Lo stesso accade negli istituti scolastici italiani dove i presidi indicano la strada per ridurre i costi: le scuole sono in tutto 8mila, per un totale di circa 40mila plessi su tutto il territorio nazionale.
Il riscaldamento, croce e delizia delle scuole: ogni anno infatti a gennaio, dopo il rientro dalla pausa natalizia, le scuole hanno a che fare con i guasti alla caldaia e le aule si trasformano in ghiacciaie con tanto di studenti e docenti che fanno lezione con il cappotto e la sciarpa indosso. Serve allora un restyling generale sugli impianti e poi, anche qui, una gestione diretta. «Gli istituti dovrebbero avere l’autonomia di poter accendere e spegnere le caldaie - spiega Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi del Lazio - gestendo anche le singole classi: quella esposta al sole è ovviamente più calda di una in ombra. Inoltre a novembre potrebbe non esserci bisogno di accendere i riscaldamenti tutti i giorni mentre ad aprile può fare ancora freddo. Dovremmo avere la facoltà di procedere con l’accensione modulare. Lì dove non serve, si spegne, proprio come facciamo nelle nostre case tutti i giorni. Una scuola ha decine di aule e non sono sempre tutte utilizzate nello stesso momento». È il caso, ad esempio, dei corsi pomeridiani extrascolastici: vale a dire corsi di musica, teatro o inglese così come le attività sportive in palestra.
LE LEZIONI POMERIDIANE
«Ci stiamo già orientando sull’anticipo delle lezioni pomeridiane alle 14, subito dopo la fine delle lezioni mattutine - continua la dirigente Costarelli - per far sì che gli ambienti siano ancora caldi senza la necessità di tenere sempre i riscaldamenti accesi. Di sicuro funziona nelle scuole superiori, per le elementari è più complicato perché le lezioni finiscono alle 16.30. Dobbiamo provvedere inoltre a sostituire gli infissi, lì dove possibile, perché nelle scuole più datate con le finestre in legno la dispersione è altissima». La stessa attenzione viene posta sul consumo dell’acqua: può capitare infatti che nei bagni, ad esempio, i rubinetti vengano lasciati aperti solo per una banale distrazione. I dirigenti scolastici puntano quindi sulla sensibilizzazione e sull’educazione al rispetto dell’ambiente per far sì che ci sia la massima attenzione da parte degli studenti nell’evitare gli sprechi. Con tanto di corsi mirati durante l’anno.
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