Quarantena ridotta a scuola, il piano di governo e Regioni: isolamento di soli 5 giorni

Scuola, quarantena ridotta e non per tutta la classe
Scuola, quarantena ridotta e non per tutta la classe
di Mauro Evangelisti
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Domenica 26 Settembre 2021, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 15:38

Quarantene ridotte sia come durata sia come numero di studenti coinvolti: la gestione dei contagi nelle scuole, nell’epoca post vaccini, va in questa direzione. Oggi, in molti casi, basta un singolo alunno positivo per causare la sospensione delle lezioni in presenza. L’obiettivo è superare misure così drastiche. E si andranno a fissare regole standard per tutta Italia, visto che al momento cambiano non solo da Regione a Regione, ma perfino da un’Azienda sanitaria all’altra. Nei prossimi giorni si svolgerà un vertice tra Istituto superiore di Sanità, Regioni, Ministeri della Salute e della Pubblica istruzione proprio per definire nuove misure omogenee per tutto il Paese.

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Velocità

Sta prendendo forza la proposta del Lazio, sostenuta dall’assessore alla Salute, Alessio D’Amato, di restringere il periodo di isolamento a cinque giorni (oggi è a 7 per un vaccinato e 10 per un non vaccinato, ma con conseguenti problemi di privacy che questo differente trattamento può comportare).

Anche Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla Salute in Puglia, ritiene che abbia senso tagliare il periodo di quarantena: «Partiamo da un presupposto: la variante Delta è estremamente rapida nella trasmissione, dunque se non compare dopo quattro-cinque giorni ha senso pensare di consentire il rientro a scuola. Sono più perplesso invece sulla definizione del “contatto stretto”: all’interno di una classe, dove i ragazzi si muovono in continuazione, risulta essere molto sfuggente». Questa è anche la linea di alcuni componenti del Comitato tecnico scientifico, che comunque deve ancora esprimersi su questo tema. In sintesi: nella proposta messa sul tavolo dal Lazio, c’è non solo la riduzione a cinque giorni del periodo di quarantena, ma anche una definizione molto più limitativa dei contatti stretti, un po’ come avviene sugli aerei dove sono considerati tali solo coloro che sedevano vicini al passeggero positivo. Nel Cts dicono: ha senso limitare la quarantena, tenendo conto anche del fatto che molti tra i ragazzi che hanno più di 12 anni sono vaccinati, così come lo è la quasi totalità dei professori. Ma la mobilità e la socialità che ci sono in una classe invitano a essere prudenti nella individuazione di coloro che devono essere sottoposti a isolamento. La proposta dei cinque giorni, comunque, prevede un test antigenico di verifica di non positività al rientro in classe.

 


«Una cosa è certa - dice D’Amato - non possiamo affrontare il problema dei contagi a scuola allo stesso modo in cui si faceva nel precedente anno scolastico, quando ancora non c’erano i vaccini». Al Ministero della Salute puntano a individuare regole standardizzate, tenendo comunque sempre conto che le scuole non sono tutte uguali: alcune hanno spazi per garantire il distanziamento, altri impianti di aerazione moderni, altre ancora classi troppo numerose, non sarà semplice trovare una soluzione che valga per tutti. Va infine tenuto conto che ad oggi nelle scuole con studenti over 12 la maggioranza è vaccinata, ma il discorso cambia dove gli alunni sono più piccoli visto che non esiste un vaccino autorizzato per quell’età. L’altro giorno, in attesa del vertice che si svolgerà questa settimana, c’è stato anche un colloquio tra il ministro della Pubblica istruzione, Patrizio Bianchi, e il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro. Ad oggi la ripresa delle lezioni in presenza non ha ancora avuto contraccolpi sui contagi che, al contrario, continuano a scendere.

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Prudenza

Il direttore settore Prevenzione, il professor Gianni Rezza, invita però a essere prudenti: «Le scuole hanno riaperto da poco ed è presto per vedere un eventuale effetto delle riaperture, se ci sarà - ha detto l’altro giorno -. Forse qualche segnale di piccolo aumento in una certa fascia d’età c’è. Però lo sappiamo: al di sotto dei 12 anni non si può vaccinare ancora ed è una popolazione, quella dei bambini, che va attenzionata». Secondo il professor Lopalco queste settimane saranno molto importanti anche per monitorare l’andamento dell’epidemia nelle scuole, ora che la stragrande maggioranza degli insegnanti è vaccinata e lo è una buona parte degli studenti over 12. «Se i contraccolpi saranno limitati - osserva - potrà anche iniziare la fase di normale convivenza con un virus destinato a diventare endemico».

 

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