Green pass, scuola: scontro sulla stretta, salta la firma sul protocollo

Green pass, scuola: scontro sulla stretta, salta la firma sul protocollo
Green pass, scuola: scontro sulla stretta, salta la firma sul protocollo
di Lorena Loiacono
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Venerdì 13 Agosto 2021, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 11:02

Fumata nera per il protocollo sicurezza nelle scuole, il ministero e i sindacati al tavolo riunito ieri non trovano l’intesa sulle indicazioni con cui, a settembre, si dovrà rientrare in classe. Ma il tempo corre: al primo giorno di scuola, infatti, manca meno di un mese: la data indicata dal ministero è il 13 settembre. Il nodo del contendere, ancora una volta, è il Green pass e le modalità di attuare i controlli tra docenti e tutto il personale scolastico, coperto dai vaccini almeno all’85%. Sul restante 15%, una stima che potrebbe ridursi a giorni scendendo sotto il 10%, resta il tema della certificazione verde per accedere ai locali scolastici: l’obbligo, previsto dal governo, non è stato accolto favorevolmente dai sindacati che, da giorni, sono in protesta soprattutto per l’aspetto sanzionatorio. Un docente sprovvisto di Green pass, infatti, viene considerato assente ingiustificato e, dopo 5 giorni di assenza ingiustificata, viene sospeso dal servizio e resta quindi senza retribuzione.

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Green pass, scontro sul protocollo

Un aspetto decisivo, che ha sollevato notevoli polemiche anche sul controllo del Green pass e sulle responsabilità di chi dovesse cadere in errore. «Abbiamo chiesto di far intervenire il garante della privacy - spiega Maddalena Gissi, segretario Cisl scuola - perché vogliamo capire come possono essere fatti i controlli.

E ci chiediamo come si devono comportare le scuole con il personale esterno: pensiamo alle attività sportive che hanno contribuito al piano estate o agli operatori di supporto all’assistenza ai disabili: gli insegnanti esterni dovranno avere il Green pass?». Un altro aspetto sollevato nell’incontro riguarda la possibilità di mettere a disposizione dei docenti i tamponi gratuiti. Il ministero ha replicato che non può decidere autonomamente, senza far intervenire il ministero della salute con protocolli ad hoc, e che le singole scuole possono comunque decidere di spendere in questo ambito i fondi stanziati dal sostegni bis. Intanto l’Anief ha avviato una petizione per cancellare l’obbligo del Green pass a scuola, arrivata a 100mila firme.

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Incentivi

Ma la linea resta quella di incentivare la vaccinazione e nella bozza presentata ieri è stata reintrodotta la corsia preferenziale per i docenti che decidono di vaccinarsi in questo periodo, sempre per spingerli ad aderire alla campagna, e viene fatto richiamo alla circolare del ministero della salute che definisce i soggetti da considerare “esonerati” dalla vaccinazione. Per quanto riguarda invece gli studenti, il protocollo prevede la possibilità per le scuole di disporre ingressi ed uscite ad orari scaglionati, anche utilizzando accessi alternativi nello stesso istituto e indicando percorsi ad hoc all’interno della scuola, tramite la segnaletica orizzontale. In classe e negli spazi comuni si sta distanziati, di un metro, con due metri di distanza tra i banchi e la cattedra. Ma se gli spazi non ci sono, il distanziamento può saltare: l’importante è restare in presenza, quindi in classe si starà sempre con la mascherina. Il dispositivo di protezione deve essere di tipo chirurgico e, nel caso di necessità, ad esempio con ragazzi disabili, si può adottare l’utilizzo di mascherine trasparenti. In aula resta fondamentale l’areazione costante, con l’apertura anche contemporanea delle finestre e della porta.

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Il distanziamento va rispettato anche a mensa dove, se non ci sono gli spazi, si faranno i turni visto che la mascherina non può essere indossata a tavola. In caso di quarantena, per un contatto positivo a scuola, i giorni di attesa per fare il tampone si riducono da 10 a 7 se la persona è vaccinata. Quest’anno i ragazzi non dovranno andare in didattica a distanza: l’imperativo è restare in presenza salvo casi eccezionali. Le Regioni e le Province autonome infatti possono derogare alla norma disponendo la chiusura non dell’intero territorio regionale ma di un singolo istituto o delle scuole di un territorio circoscritto, ad esempio dove siano presenti molti contagi, peraltro solo nelle zone rossa o arancione.

 

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