Cuneo fiscale, ecco come cambiano gli stipendi: gli effetti del taglio alle tasse in busta paga

di Mario Landi
Giovedì 2 Febbraio 2023, 10:10 | 1 Minuto di Lettura

LE SIMULAZIONI


Vediamo quindi cosa succede ai vari livelli di reddito. In generale, i contributi non più da versare, che venivano “ritagliati” dalla retribuzione lorda riconosciuta dal datore di lavoro, andranno ad incrementare quest’ultima. Il beneficio netto è però un po’ più contenuto, per effetto dell’imposta progressiva che ne assorbe una parte.
Come già accennato, se lo stipendio mensile non supera i 1.923 euro lordi (corrispondenti a 25 mila annuali su 13 mensilità sempre in termini lordi) la riduzione è di 3 punti. Su un compenso non elevato, ad esempio di 1.200 euro al mese, vuol dire un vantaggio di 36 euro, contro i 24 in vigore in precedenza. Il guadagno netto è di circa 28 euro, ipotizzando tredici mensilità. A quota 1.900 euro, quindi in prossimità della soglia, ci sono 57 euro lordi, in più (invece che 38) che diventano però 38 netti. Questa è la fascia retributiva che ottiene il beneficio più consistente. Al di sopra lo sconto (analogo a quello già in vigore) riparte da circa 40 euro: questo è l’incremento lordo per chi guadagna 2 mila euro, che ne avrà 26 netti in più, sempre in confronto alla situazione in cui l’esonero contributivo non era in vigore. Con 2.692 mensili (ovvero 35 mila all’anno) se ne ottengono 54 lordi in più, corrispondenti a circa 30 netti.

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