Da ben 11 anni, l'olandese Gert-Jan non camminava più soltanto con le sue gambe. Nel 2011, quando aveva 29 anni, un grave incidente in bicicletta gli aveva provocato delle gravi lesioni alle fibre nervose della colonna vertebrale. Privandolo dell'uso autonomo delle gambbe
Poi, dopo un test neuroscientifico del Politecnico di Losanna, in Svizzera, Gert-Jan ha ripreso a camminare in modo naturale. Decidendo lui quando e come farlo. Miracolo? No, scienza. Su di lui è stato sperimentato un nuovo dispositivo che consente la stimolazione elettrica epidurale del midollo spinale. In altre parole, una struttura artificiale che, fungendo da ponte, permette il passaggio degli impulsi elettrici tra i neuroni e i recettori delle fibre nervose. In modo tale da restituire al cervello la possibilità di dialogare direttamente con le zone del midollo spinale che controllano il movimento.
Il resoconto del test effettuato su Gert-Jan è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature.
Il racconto del paziente: «Adesso cammino di nuovo da solo»
il dispositivo indossato da Gert-Jan è rimasto stabile ed efficiente per oltre un anno, anche, quando l'uomo si trovava in casa da solo, senza la supervisione dei ricercatori. «Sono riuscito a stare in piedi sulle mie gambe, ho reimparato a camminare in modo
naturale e posso controllare i miei movimenti e la mia forza», ha raccontato il paziente nella conferenza stampa.
Il sistema alla base del ponte digitale funziona così: 64 elettrodi registrano i segnali della corteccia sensomotoria, tradotti in segnali elettrici e ritrasmessi al midollo spinale,
dove sono ricevuti da altri 16 elettrodi e decodificati in tempo reale, senza l'ausilio di un computer. Tutto questo, però, richiede ancora l'uso delle stampelle e un sistema di controllo indossabile, riposto in uno zainetto.
Il cervello umano di nuovo "pilota"
«È un ponte digitale, quello che abbiamo stabilito fra il cervello e il midollo spinale», ha detto il neuroscienziato Grégoire Courtine, coordinatore della ricerca scientifica di Losanna, nella conferenza stampa organizzata da Nature - l'approccio utilizzato è stato completamente diverso da quelli sperimentati finora».
Nel caso di Gert-Jan, infatti, l'obiettivo perseguito dai ricercatori non era quello di restituire alla persona paralizzata la sola possibilità di muoversi. Ma anche di poterlo fare in modo naturale e autonomo: il paziente doveva riacquisire la capacità di regolare i passi a proprio piacimento. Per esempio, per spostarsi con disinvoltura anche su un terreno irregolare e pieno di buche, dove si richiedono "aggiustamenti" tempestivi. Il tutto senza che queste operazioni vengano programmate in anticipo da un computer, strada già battuta dagli scienziati svizzeri negli esperimenti passati.
Grazie al "ponte digitale", quindi, il cervello umano torna in cabina di comando. Con piena facoltà di calibrare l'intensità degli impulsi motori, a seconda delle situazioni. Secondo i ricercatori, questo «si traduce in un significativo aumento nella qualità della vita del paziente, che potrà di nuovo camminare da solo vicino casa, entrare e uscire dall'auto, bere con gli amici stando in piedi al bancone del bar».
Nella conferenza stampa di Nature, Courtine ha già fissato i traguardi da raggiungere in futuro: «Il nostro prossimo obiettivo è avere sistemi di controllo molto più piccoli e e ancor meno ingombranti. Prevediamo che la tecnica potrà avere sviluppi incredibili grazie alla miniaturizzazione». La sperimentazione dunque prosegue: nella prossimo step verranno coinvolte altre tre pazienti rimasti paralizzati.
El sistema de estimulación restablece la conexión entre el cerebro y las regiones de la médula espinal involucradas al caminar, que Gert-Jan tiene dañadashttps://t.co/OtxdU8I9y4 pic.twitter.com/7jg2gUbYdI
— El Independiente (@elindepcom) May 24, 2023
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