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Trapianti, a 69 anni dona il rene all’amico d’infanzia: «Il regalo più grande, ora ci godiamo la vita»

Padova, la storia di Giorgio Medici e Renato Bisello

Trapianti, a 69 anni dona il rene all amico d infanzia: «Il regalo più grande, ora ci godiamo la vita»
Trapianti, a 69 anni dona il rene all’amico d’infanzia: «Il regalo più grande, ora ci godiamo la vita»
di Elisa Fais
Articolo riservato agli abbonati
Venerdì 5 Agosto 2022, 08:58 - Ultimo agg. : 8 Agosto, 10:12 | 5 Minuti di Lettura

PADOVA - Un’amicizia che supera il passare del tempo, travalicando confini e distanze, per arrivare a regalare una nuova chance di vita. E’ il nodo che lega indissolubilmente Giorgio Medici e Renato Bisello, cresciuti assieme negli anni 50’ giocando a pallone in via Raffaello Sanzio a Padova e, poi, mai più persi. Di mezzo c’è stato un viaggio in gioventù in Olanda a bordo di un’auto, il trasloco a Rotterdam per Giorgio, due matrimoni felici e dei bellissimi figli. Fino ad arrivare al 2020, quando le condizioni di salute di Giorgio peggiorano a causa di una malattia renale e l’unica soluzione diventa il trapianto d’organo. E così, superando paure e difficoltà, Renato non ci pensa un attimo e offre all’amico il suo rene. Nell’ottobre 2021, al Centro Trapianti Rene di Rotterdam in Olanda, viene espiantato l’organo sano a Renato e Giorgio, risvegliatosi dall’anestesia, ritorna a guardare avanti. «Ci siamo fatti il regalo più grande: poter ancora stare assieme e goderci la vita accanto alle nostre famiglie», dichiara la coppia di amici. Oggi Giorgio e Renato stanno bene, il primo risiede in Olanda e il secondo a Padova, e desiderano raccontare la loro testimonianza per sensibilizzare sull’importanza della donazione d’organo.

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LA STORIA Nonostante i due amici prendano strade diverse, il loro rapporto non si indebolisce. Renato Bisello nasce a Padova nel 1953, dopo le scuole obbligatorie apre insieme al fratello maggiore un’attività in proprio per pavimentazioni in legno. Ha lavorato fino a tre anni fa, momento in cui è andato pensione. Giorgio Medici nasce nel 1950 e si laurea in Medicina all’Università di Padova, ma per amore e per lavoro si trasferisce in Olanda. I due si conoscono da bambini, in via Raffaello Sanzio a Padova, dove entrambi hanno vissuto un’infanzia felice con le famiglie d’origine. «In quella strada negli anni ‘50 ci si conosceva tutti – ricorda Giorgio -. Lì Renato e io siamo cresciuti insieme giocando a pallone. Poi abbiamo preso due vie diverse, che non hanno indebolito la nostra amicizia. Renato ha scelto di seguire le orme del fratello, lavorando in proprio. Mentre io ho continuato gli studi». Nel 1980 per Giorgio arriva la svolta: decide di trasferirsi al Nord Europa, a Rotterdam, dove ha la possibilità di lavorare nell’ospedale universitario per un anno. Nel viaggio lo accompagnano l’amico Renato e la moglie Anna. «Siamo saliti in auto in tre – racconta Giorgio – con una valigetta, uno scatolone pieno di libri e un vassoio di pizzette. Ad eccezione delle pizzette, evaporate prima di passare il Brennero, siamo arrivati in Olanda tutti sani e salvi. Se Renato aveva già vinto alla lotteria incontrando Anna, io l’ho vinta poco dopo in Olanda, incontrando Joanna». Renato e Anna abitano a Padova, hanno due figlie di 43 e 30 anni, e sono nonni di tre nipotine. Giorgio e Joanna invece vivono in Olanda, sono anche loro uniti dall’eterna promessa e hanno un figlio di 39 anni, oltre che due nipotine e un nipotino.

LA MALATTIA «Il tempo trascorso e la distanza non hanno mai intaccato il nostro rapporto – continua Giorgio -. Scaduto il periodo di un anno, da giovane mi è stata offerta la possibilità di frequentare la scuola di specializzazione in Anestesiologia in Olanda. Completata la specializzazione ho ottenuto un posto fisso all’ospedale universitario di Rotterdam Erasmus MC, dove sono rimasto fino alla pensione. Dopo anni di lavoro, però, con la pensione arrivano anche i primi problemi. Essendo affetto da IgA nefropatia, una glomerulonefrite su base autoimmunitaria, le mie condizioni iniziano a peggiorare». Col passare del tempo Giorgio va in insufficienza renale e l’amico Renato reagisce subito offrendo il proprio rene. «Non mi aspettavo un gesto così generoso», racconta. Ma non è così semplice. Giorgio spiega a Renato che la compatibilità poteva essere un problema, visto che donatore e ricevente devono essere compatibili a livello tissutale e sanguigno. Requisito fondamentale per ridurre il rischio di rigetto dell’organo. «In quell’occasione Renato ha pronunciato una frase che rimarrà per sempre impressa nel mio cuore - aggiunge Giorgio - se non siamo compatibili io e te, cresciuti insieme in via Raffaello Sanzio».

L’OPERAZIONE Nel gennaio 2020 il Centro Trapianti Rene di Rotterdam spedisce al medico curante di Renato, il dottor Leopoldo Bonadiman, una lettera in cui si invita ad eseguire una serie di test pre-screening per la valutazione dell’idoneità alla donazione di rene. Oltre all’anamnesi, a Padova sono stati previsti esami ematologici, delle urine, la verifica del gruppo sanguigno e delle allergie. Renato è stato poi invitato all’Erasmus MC a Rotterdam per uno screening completo di Tac, ecografia, raggi, Ecg e test di compatibilità e reazioni crociate. In Olanda le visite mediche col nefrologo, chirurgo ed anestesista sono avvenute in presenza di un interprete. Tutto questo nel luglio 2020, nel bel mezzo della pandemia Covid. «Nell’estate 2021 la mia funzione renale è passata gradualmente da pre-terminale a terminale – precisa Giorgio -. Prima di quel momento non ero mai entrato in dialisi, la situazione era ormai critica e l’unica soluzione era il trapianto». Renato viene considerato idoneo e l’operazione di espianto-trapianto viene fissata il 7 ottobre 2021 a Rotterdam. «Io sono stato dimesso dopo una settimana, Renato dopo tre giorni – dice Giorgio -. Tante e troppe emozioni, difficili da raccontare a parole. Il merito va all’amicizia e lo sarà per sempre». Oggi Renato e Giorgio conducono una “preziosissima” vita normale. E qualche giorno fa, ancora una volta, si sono ritrovati a Padova per festeggiare l’estate con un bel pranzo all’aperto. In compagnia, l’uno dell’altro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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