Lucy Dawson aveva ventuno anni quando è stata ricoverata in un reparto psichiatrico: soffriva di mal di testa, era depressa, senza energie, ogni tanto la vista le si annebbiava ed era sempre confusa. Non faceva altro che dormire, tanto che i medici avevano pensato a un esaurimento nervoso. Riempita di psicofarmaci, sottoposta a cure estreme come scariche di corrente, a un certo punto sembrava non avesse alcuna possibilità di sopravvivere. Eppure oggi le foto la ritraggono felice e sorridente nella sua nuova vita da modella e da attivista, determinata a far conoscere meglio al mondo quello che l’ha colpita: l’encefalite anti recettori NMDA, ossia una malattia che si manifesta quando gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario attaccano i recettori che si trovano nel cervello. Una malattia, aggiunge Lucy, che spesso viene scambiata per qualcosa d’altro e curata male.
«Una mattina la mia migliore amica mi ha trovato nella mia stanza, che avevo ridotto in condizioni penose, seduta sul pavimento e con gli occhi gonfi», ha raccontato la ragazza rievocando il giorno del 2016 in cui, studentessa di criminologia al terzo anno all’università di Leicester, la situazione è precipitata. «Non ero in grado di dire nulla, ho solo continuato a ridere in modo sconnesso», tanto che sua madre è subito corsa a prenderla per portarla in ospedale. «Mentre eravamo in strada, ho provato più volte a buttarmi dalla macchina, ma alla fine siamo comunque riuscite ad arrivare al Lincoln County Hospital», dove la ragazza ha iniziato a urlare, a strappare le tende, a dire parolacce e a muoversi in maniera scomposta tanto che la madre si è dovuta sedere su di lei per tenerla ferma.
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Il ricovero
«Dal di fuori sembrava avessi un episodio psicotico», ha ammesso, tanto che è stata portata subito nel reparto psichiatrico in base ad una legge del 1983 che permette di ricoverare le persone in preda a una crisi e a rischio di autolesionismo.
L’invalidità
Da allora è parzialmente disabile e non riesce a muovere la gamba sinistra. Una volta uscita dall’ospedale, due mesi dopo le è stato fatto un esame del sangue da cui è emersa finalmente la verità di quello che le stava succedendo. Da allora la ragazza ha ripreso a studiare e si è laureata in criminologia, ma prima ha dovuto imparare nuovamente a fare tutto: parlare, camminare, riconoscere le persone. Un percorso difficilissimo che ha affrontato grazie al sostegno dei genitori, degli amici e dei nonni, ma anche dei professori che le hanno lasciato il tempo di riprendersi da una malattia che ogni anno colpisce 500mila persone al mondo, soprattutto molto giovani e molto anziani. E alla cui lotta Lucy Dawson ha donato il suo volto di nuovo sorridente.
Covid Italia, il bollettino di oggi 23 novembre 2020: 22.930 nuovi casi e 630 morti. Calano attualmente positivi e terapie intensive
Sono 22.930 i nuovi contagi da Covid in Italia secondo l'ultimo bollettino del ministero della Salute. I morti sono 630. A 11 mesi dall'inizio dell'emergenza, l'Italia supera quindi la soglia delle 50mila vittime per Covid. Secondo i dati del ministero della Salute il numero dei morti è arrivato a 50.453, con un incremento rispetto a ieri di 630.