Ingoia un ago dal dentista durante la devitalizzazione, 45enne operata d'urgenza a Bari

L'ago di 4 cm è sfuggito di mano al dentista ed è andato a finire nella via aerea

Ingoia un ago dal dentista durante la devitalizzazione, 45enne operata d'urgenza a Bari
Ingoia un ago dal dentista durante la devitalizzazione, 45enne operata d'urgenza a Bari
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Lunedì 14 Novembre 2022, 12:48 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 07:03

Ingoia un ago dal dentista, poi l'operazione urgente. Una donna di 45 anni di Matera ricoverata d'urgenza al Policlinico di Bari per avere ingoiato un ago per la devitalizzazione dentale della lunghezza di 4 centimetri, è stata subito intubata e sottoposta a una endoscopia per la rimozione del corpo estraneo. L'intervento, è stato eseguito con esito positivo dall'equipe della Chirurgia toracica diretta dal professor Giuseppe Marulli. L'incidente si era verificato nel corso di una visita odontoiatrica: durante la procedura di devitalizzazione al dentista è sfuggito di mano l'ago utilizzato ed è andato a finire nella via aerea attraversando la trachea e incuneandosi nel bronco inferiore del polmone di destra. Sono oltre 200 le broncoscopie per sospetto corpo estraneo effettuate negli ultimi dieci anni al Policlinico di Bari che - sottolinea una nota - rappresenta il centro di riferimento per la endoscopia della via aerea in urgenza e l'unico in tutto il Sud Italia abilitato a effettuare endoscopie in caso di sospetto corpo estraneo per bambini sotto i 18 mesi. In un caso sospetto su tre viene effettivamente trovato il corpo estraneo; sono stati circa 70, infatti, gli interventi di rimozione.

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Per la stragrande maggioranza i pazienti sono bambini di età inferiore ai due anni che inalano nelle vie respiratorie fino ai bronchi, ingoiandoli per errore, mandorle, noccioline o pezzi di plastica di giocattoli. «Il caso dell'ago per la devitalizzazione è solo l'ultimo in ordine di tempo, negli ultimi mesi siamo intervenuti per rimuovere un molare, un chiodo messo in bocca da un operaio e finito nei bronchi a seguito di un colpo di tosse, un chicco di uva inalato da un anziano 80enne e persino una moneta di 5 centesimi inalata da un paziente psichiatrico», spiega Marulli.

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