Infermiere lavora 259 ore di straordinario in pochi mesi nei reparti Covid: trovato morto in bagno

Infermiere lavora 259 ore di straordinario in pochi mesi durante la pandemia: trovato morto in bagno
Infermiere lavora 259 ore di straordinario in pochi mesi durante la pandemia: trovato morto in bagno
di Simone Pierini
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Venerdì 10 Settembre 2021, 13:11 - Ultimo aggiornamento: 20:13

In pochi mesi aveva accumulato 259 ore di lavoro straordinario. Un infermiere filippino, alle prese con il dramma della pandemia e in prima linea nel dare assistenza all'ondata di pazienti giunti nei reparti Covid di Guildford, in Gran Bretagna, lo scorso 20 gennaio è stato trovato morto in bagno. L'uomo, Philip Pengson, aveva 35 anni e nell'ultimo periodo i colleghi avevano notato dei comportamenti strani, si assentava spesso facendo lunghe pause in bagno per poi rientrare a lavoro in condizioni precarie. In una di queste occasioni si presentò col camice sporco di sangue. Secondo l'inchiesta scaturita dal decesso la vittima, che faceva uso di antidolorifici prescritti da un medico, sarebbe morta di overdose lasciando la moglie e due figli. 

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Il giorno del decesso: scomparso due volte

Come riporta Metro, il 20 gennaio, al culmine del lockdown per il Covid, gli altri infermieri del reparto non sono riusciti a trovare per diverso tempo Philip Pengson. La collega Jessica Ubag durante l'udienza ha raccontato: «Ho notato che era scomparso di nuovo, gli ho mandato un messaggio e l'ho chiamato ma non ha risposto».

Al suo ritorno, circa 40 minuti dopo, «l'ho visto e gli ho spiegato che ero preoccupata per lui chiedendogli perché fosse stato via così tanto tempo. Lui mi rispose: pensi che sto prendendo droghe o qualcosa del genere? Non potrei farlo perché abbiamo la vita di altre persone nelle nostre mani».

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Alle 18 dello stesso giorno l'infermiera senior Kristy Juinio, viene informata che il collega era sparito di nuovo. «Abbiamo controllato lo spogliatoio maschile e c'era un bagno chiuso a chiave», ha dichiarato la donna. «Abbiamo bussato alla porta e abbiamo deciso di aspettare 10 minuti per vedere se qualcuno sarebbe uscito. In quel momento è venuto un medico e ci ha detto che dovevamo aprire immediatamente la porta, abbiamo forzato la serratura e abbiamo trovato Philip svenuto». Philip Pengson è stato quindi portato nello spogliatoio e il medico ha tentato di rianimarlo. Ma per lui non c'era nulla da fare ed è stato constatato il decesso. 

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Chi era Philip Pengson

L'inchiesta ha ricostruito la storia dell'uomo, un cittadino filippino che si era recato nel Regno Unito per lavorare al Royal Surrey County Hospital di Guildford nel 2017, lasciandosi alle spalle la moglie e i due bambini. Sua sorella, Fatimah, che vive nel Regno Unito, durante l'udienza ha detto che lui nel 2017 aveva ammesso di avere un problema con i farmaci da prescrizione, giurandole però che era una cosa passata. Gli investigatori che indagano sulla morte del signor Pengson hanno trovato cinque flaconi vuoti di un potente farmaco anestetico all'interno della sua camera da letto presso la casa di cura dell'ospedale di Guildford.

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Il referto medico: morto per overdose

Il medico legale dal rapporto tossicologico ha rilevato che il livello del farmaco nel sangue del signor Pengson era abbastanza alto da causare la sua morte e un esame post-mortem ha concluso che l'infermiere era morto per overdose da farmaci. Concludendo l'inchiesta, il medico legale ha dichiarato: «Ho preso in considerazione l'ipotesi del suicidio, tenendo presente il metodo in cui è avvenuto il decesso». «Ma non risulta che Philip intendesse togliersi la vita - ha aggiunto - Tuttavia, tenuto conto della sua esperienza professionale, sarebbe stato consapevole dei rischi».

 

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