Il Covid «è sfuggito da un laboratorio Usa». La (nuova) teoria sulle origini della pandemia

Jeffrey Sachs, economista e scrittore di fama mondiale: "Il virus non ha origine naturale". Smentita la teoria di Wuhan

Il Covid «è sfuggito da un laboratorio Usa». La (nuova) teoria sulle origini della pandemia
Il Covid «è sfuggito da un laboratorio Usa». La (nuova) teoria sulle origini della pandemia
di Claudia Guasco
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Martedì 5 Luglio 2022, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 17:05

Per ora la conseguenza principale è stata rafforzare la sintonia propagandistica tra Russia e Mosca. Si torna a parlare di Covid e della sua origine, peraltro ancora avvolta nell’ombra: il mercato di Wuhan, i pipistrelli, un laboratorio cinese o uno americano. Nemmeno l’Oms è riuscita a dare una risposta definitiva, anche per effetto della parzialità dei dati forniti da Pechino: «Rimangono aperte tutte le ipotesi», affermano gli esperti. Ora a rilanciare il tema è Jeffrey Sachs, economista e scrittore di fama mondiale, in occasione di una conferenza del think tank Gate Center in Spagna il mese scorso: «Il Covid-19 non ha origine naturale, ma sarebbe fuoriuscito accidentalmente dalla biotecnologia di laboratorio degli Stati Uniti», afferma. Dicendosi «abbastanza convinto» che sia questa la causa della pandemia.

PROVE DA ESAMINARE

Il professor Sachs, che è stato nominato per due volte dal Time tra i cento personaggi più influenti al mondo, smorza parzialmente l’impatto delle sue dichiarazioni aggiungendo che «non lo sappiamo per certo, ma ci sono prove sufficienti che dovrebbero essere esaminate e non sono oggetto di indagine, non negli Stati Uniti, né da nessuna parte».

La sua convinzione: «Penso che, per ragioni reali, i funzionari statunitensi non vogliano guardare troppo sotto il tappeto». Lo scorso maggio Sachs, insieme al professore di farmacologia molecolare Neil Harrison della Columbia University, ha pubblicato un articolo nei Proceedings of the national academy of sciences suggerendo che il Covid fosse stato creato in laboratorio, precisando che le informazioni importanti non erano state sottoposte a un «esame indipendente, trasparente e scientifico».

Secondo gli autori, una sequenza di otto aminoacidi sulla proteina spike del virus è simile a una sequenza di aminoacidi trovata nelle cellule che rivestono le vie respiratorie umane. Nell’introdurre questa «dichiarazione provocatoria», Sachs ha detto di conoscere bene la situazione poiché presiede la commissione Covid-19 della prestigiosa rivista medica The Lancet. «Quindi, a mio avviso, si tratta di un errore della biotecnologia, non di un incidente di percorso naturale», evidenzia. Secondo Sachs e Harrison i database dei virus, i campioni biologici, le sequenze dei virus, le comunicazioni e-mail e i quaderni di laboratorio potrebbero aiutare a far luce sull’origine della pandemia. Tuttavia, secondo gli scienziati, nessuno di questi materiali è stato sottoposto a una «revisione indipendente, oggettiva e scientifica».

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PROPAGANDA

Le dichiarazioni di Sachs hanno creato, com’era inevitabile, l’immediato interesse del governo cinese il quale fa sapere che meritano «un’indagine approfondita». Non è chiaro se il professore ritenga che il Covid abbia avuto origine negli Stati Uniti o sia nato da una collaborazione tra scienziati americani e cinesi a Wuhan. Sachs è a capo della Commissione Lancet Covid-19, istituita all’inizio della pandemia per assistere i governi e valutare i dati. Ha coordinato una task force che ha indagato sulle origini dell’epidemia e non è la prima volta che espone l’ipotesi secondo cui la diffusione del virus sia il risultato di esperimenti condotti tra scienziati cinesi e americani. Intervenendo alla conferenza del 15 giugno il professore è stato chiaro: «Sono abbastanza convinto che il coronavirus sia un prodotto della biotecnologia di laboratorio statunitense e non della natura. Posso sostenere ciò dopo due anni di intenso lavoro».

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Il video dell’intera conferenza è stato pubblicato su YouTube, le affermazioni di Sachs sono state ritagliate e condivise sui social da almeno due diplomatici cinesi negli ultimi giorni. Hua Chunying, viceministro degli affari esteri del Paese, ha twittato: «Dato il pesante tributo umano ed economico causato dal virus, non lo dobbiamo ai milioni di vite perse avere un’indagine approfondita sui laboratori statunitensi?». L’anno scorso il governo cinese ha lanciato una campagna di disinformazione spiegando che il Covid proveniva da una base militare americana nel Maryland. Ma ora le dichiarazioni di Sachs vengono immediatamente rilanciate da RT, strumento della propaganda del Cremlino, che ne approfitta per attaccare l’Occidente titolando: «Il Covid-19 potrebbe aver avuto origine in laboratorio statunitense». La comunità scientifica internazionale ha respinto ufficialmente possibilità di fuga del virus da un impianto, tuttavia in un approfondimento sul tema il MailOnline rivela come dalle mail interne tra esperti e governi la teoria circolasse diffusamente. Quanto all’Oms, mentre pubblicamente sostiene che «tutte le ipotesi sulle origini del Covid restano sul tavolo», una fonte citata dal Mail rivela che il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus avrebbe recentemente confidato a un alto politico europeo che la spiegazione più probabile è l’incidente catastrofico in un laboratorio di Wuhan, dove l’infezione si è diffusa per la prima volta alla fine del 2019.

 

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