Terza dose di vaccino, in Israele la positività crolla dell'84%: il richiamo è un successo

di Claudia Guasco
Mercoledì 1 Settembre 2021, 11:08 - Ultimo aggiornamento: 17:25 | 1 Minuto di Lettura

Il caso Israele

I dati della ricerca coordinata da Weinberger sono stati raccolti in Israele dai Maccabi healthcare services. Chi ha ricevuto la dose supplementare di siero Pfizer ha ridotto il rischio di infezione dal 48% al 68% da una settimana a 13 giorni dopo l’iniezione, rispetto a coloro che hanno aderito al protocollo standard di due dosi. Non solo. La protezione è aumentata nel tempo, con un rischio di positività ridotto dal 70% all’84% da due settimane a venti giorni dopo aver ricevuto la terza dose. Ieri Israele ha registrato il più alto numero di nuove infezioni dall’inizio della pandemia: quasi 11.000 casi. Secondo i dati del ministero della Sanità i positivi sono stati 10.946 con 147.000 tamponi eseguiti e un tasso in leggera discesa al 7,65%. Le immunizzazioni con la terza dose sono balzate a ben oltre 2 milioni e questo, secondo gli esperti, sta avendo effetti positivi sull’evolversi della quarta ondata. Il fattore R (che indica quanto un positivo può infettare altre persone) è sceso infatti all’1,09 e sono in calo i malati gravi, ora 719.

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