Virus, il rischio trasmissione al chiuso è 19 volte più elevato che all'aperto

Covid-19, il rischio trasmissione al chiuso è 19 volte più elevato che all'aperto
Covid-19, il rischio trasmissione al chiuso è 19 volte più elevato che all'aperto
di Mauro Evangelisti
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Martedì 26 Maggio 2020, 17:04 - Ultimo aggiornamento: 27 Maggio, 08:12

Nei luoghi al chiuso si è registrata la stragrande maggioranza dei contagi. Lo sostengono due ricerche non collegate tra loro, una a Hong Kong e l'altra in Giappone. come racconta un servizio di The Atlantic: su 7.324 casi documentati in Cina, c'è stato il riscontro di un solo focolaio all'esterno, che ha interessato un gruppo di uomini che stava parlando all'esterno di un piccolo villaggio. Secondo la ricerca giapponese, il rischio di infezione in ambienti chiusi è quasi 19 volte più elevato che negli ambienti all'aperto.

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Spiega il professor Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia molecolare dell'Università Campus Bio-Medico: «Indubbiamente nei luoghi chiusi la trasmissione del virus è più semplice. Questo però non ci esime dal mantenere comportamenti di grande prudenza anche all'esterno. Quando non è possibile mantenere una distanza di di 2-3 metri, è sempre utile indossare la mascherina».

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Anche negli uffici andranno riviste molte scelte organizzative: come dimostrato da un focolaio in un call center in Corea del Sud, di solito il contagio, se è presente una persona infetta, avviene negli open space tra dipendenti che lavorano nella stessa sala. Per questo le autorità coreane hanno invitato le imprese a rispettare una diversa disposizione degli impiegati, in modo che non ci sia un dipendente di fronte all'altro e che vi siano pannelli di separazione. Inoltre, nei ristoranti ove possibile viene consigliato di preferire la scelta dei tavolini all'aperto.

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All'interno di ambienti chiusi i numerosi focolai registrati nel corso di funzioni religiosi (in Corea, in Germania, ma anche in Italia a Roma e Campobasso) suggeriscono grande prudenza. Ad esempio, tutti gli esperti fanno notare che cantare, in luoghi chiusi, rischia di facilitare la tramissione del virus. In Germania dal primo maggio sono state autorizzate le funzioni religiose, ma è proibito cantare.

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In Italia, ad oggi i dati dell'Istituto superiore di sanità confermano che la trasmissione del virus sta avvenendo soprattutto in luoghi chiusi. Si legge nel report della settimana scorsa: «Un’analisi dell’informazione relativa al luogo di esposizione, disponibile per 2.143 casi, diagnosticati a partire dal 1 maggio 2020 ad oggi, ha evidenziato che 1.061 casi (49,5%) hanno contratto la malattia in una residenza sanitaria assistenziale o una comunità per disabili, 520 (24,3%) casi si sono contagiati in ambito familiare, mentre 154 casi (7,2%) si sono contagiati in ospedale o in ambulatorio».  Anche sui casi più recenti del Lazio, l'assessore regionale Alessio D'Amato, conferma: «I nuovi casi sono cluster familiari, ad eccezione di alcune questioni che hanno riguardato una comunità religiosa e una realtà di natura ambulatoriale del sud Pontino. Sono per lo più casi che si sviluppano in origine familiare».

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