Coronavirus, scoperta nuova via con cui invade l'organismo: è recettore sensibile a farmaci anti-diabete

Coronavirus, scoperta nuova strada con cui invade l'organismo: possibile strada per cure
Coronavirus, scoperta nuova strada con cui invade l'organismo: possibile strada per cure
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Domenica 5 Aprile 2020, 13:47 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 15:30

Coronavirus, scoperta una nuova via d'ingresso del Covid-19 nell'organismo: è il recettore chiamato Dpp4, una sorta di serratura molecolare che il virus riesce a forzare per invadere le cellule ed è ubiquitario, vale a dire che si trova su tutti i tipi di cellule umane, comprese quelle dei bronchi. È anche lo stesso recettore al quale si legano molti farmaci contro il diabete e per questo apre un'altra possibile strada per trattare la malattia Covid-19, almeno nei casi meno gravi. Il dato è stata pubblicato sulla rivista Diabetes Research and Clinical Practice dall'italiano Gianluca Iacobellis, Professore Ordinario di Endocrinologia dell'Università di Miami.

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«Incuriosito dal fatto che il diabete sia uno dei fattori di rischio nella malattia Covid-19, ho cominciato a esplorare un legame fra le due condizioni», ha detto Iacobellis. È emerso così che il legame era nel recettore Dpp4: «Gioca un ruolo importante nel diabete, ma è ubiquitario; si trova su tutti i tipi di cellule, anche in quelle dei bronchi ed è inoltre noto il suo coinvolgimento nella Sars», ha osservato riferendosi alla malattia da coronavirus comparsa nel 2002-2003. «Tuttavia non c'era ancora evidenza che avesse un ruolo anche nell'infezione da SarsCoV2». ​


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La strada maestra che il nuovo coronavirus utilizza per invadere le cellule è stata fin dall'inizio il recettore Ace2, che si trova soprattutto sulle cellule del sistema respiratorio umano, «ora sappiamo che esiste anche un meccanismo diverso, che potrebbe aprire una via terapeutica per chi ha la malattia Covid-19 in forma moderata», ha osservato Iacobellis, che dirige il Servizio di Diabetologia dell'ospedale universitario di Miami. Il recettore Dpp4 si trova sulla superficie di tutte le cellule, come quelle di bronchi, cuore, ed è collegato anche al sistema immunitario e a quello infiammatorio. Risposte certe non ci sono ancora perché la ricerca su questo tema è all'inizio. Il primo passo è raccogliere i dati che permettano di verificare se i farmaci anti-diabete abbiano un effetto anche sulla malattia provocata dal nuovo coronavirus, la Covid-19. A questo proposito, ha detto Iacobellis, «nell'Università di Miami abbiamo appena iniziato uno studio osservazionale per vedere se i pazienti con Covid-19 trattati con la terapia per il diabete hanno decorso diverso».
 
 

 
 

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Le molecole alla base di questi farmaci si chiamano sitagliptin linagliptin saxagliptin e alogliptin: «tutte hanno un profilo di tollerabilità molto buono - ha osservato - e recentemente è stato anche smentito il sospetto che aumentino il rischio di infezioni alle alte vie respiratorie».
Tutte e quattro le molecole agiscono aumentando i livelli dell'ormone chiamato GLP-1 che ha effetti benefici sul sistema cardiovascolare, come dimostrato dallo stesso Iacobellis, e aumentano anche i livelli di un fattore di crescita che aiuta il sistema immunitario a combattere le infiammazioni. Non è semplice né immediato utilizzare le molecole anti-diabete contro la Covid-19: per farlo, ha concluso Iacobellis, bisognerà comprendere meglio la loro interazione con il sistema immunitario e capire se riescono a colpire al cuore il legame fra il recettore Dpp4 e il virus.


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