Vaccino Covid: «Viaggi, sport e stadio solo col certificato», l'ipotesi dell’Oms divide in due la società

Vaccino Covid: «Viaggi, sport e stadio solo col certificato», l'ipotesi dell’Oms divide in due la società
Vaccino Covid: «Viaggi, sport e stadio solo col certificato», l'ipotesi dell’Oms divide in due la società
di Claudio Guasco
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Venerdì 4 Dicembre 2020, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 11:34

MILANO Niente vaccino anti Covid? Non si entra al bar. E nemmeno al cinema e al ristorante, non ci si allena in palestra e non si prenota il campo di calcetto. Né si parte per un viaggio. L’Oms Europa guarda alla possibilità di «lavorare con gli Stati membri per ottenere qualcosa come un certificato elettronico di vaccinazione», annunciano gli esperti dell’Organizzazione.


IN AEREO SOLO GLI IMMUNI


«Stiamo esaminando molto da vicino l’uso della tecnologia nella risposta a Covid e uno degli aspetti è come possiamo lavorare con gli Stati membri verso qualcosa come un certificato di vaccinazione elettronico», annuncia Siddhartha Datta, esperto di vaccini dell’Oms Europa.

Ora che l’antidoto al coronavirus è sempre più vicino, prepariamoci a un mondo diviso in due: chi si è sottoposto alla profilassi e chi no, perché in attesa dell’iniezione o per convinzione personale. Per gli immuni la vita tornerà più o meno normale, per tutti gli altri potrebbe diventare un percorso di rinunce e divieti. Niente caffè, aperitivi e voli aerei. Un’esistenza in perenne lockdown. In Italia, dove i primi vaccini arriveranno a metà gennaio 2021, per ora la priorità resta contenere i contagi. Ma nel Regno Unito, dove da domani arriveranno 800.000 dosi del prototipo, la questione è urgente.

«Ristoranti, bar e cinema potrebbero allontanare i clienti se non si sono sottoposti al vaccino», ha annunciato il sottosegretario alla Salute Nadhim Zahawi. Precisando che, sebbene la profilassi sia volontaria, «alcuni luoghi - compresi i campi sportivi - potrebbero richiederla come requisito per autorizzare l’ingresso.

Sarebbe un messaggio forte a favore del vaccino per le famiglie, la comunità e il Paese». Una sorta di passaporto per mostrare la propria l’immunità al virus e il governo, ha aggiunto Zahawi, starebbe «studiando la tecnologia disponibile». Il ministro per i Rapporti con il parlamento britannico, Michael Gove, ha dichiarato alla Bbc che non c’è alcun piano di questo tipo, tuttavia sul tema è in corso un acceso dibattito. Da Natale in poi il mondo sarà dei vaccinati? Il governo italiano sta valutando una patente di immunità, la Danimarca è già avanti e annuncia di lavorare a un «passaporto vaccinale Covid-19» anche se non è ancora chiaro con quali benefici per i possessori.

E quando la questione si sposta dal piano scientifico a quello etico, persino l’ordine dei medici danese che pur caldeggia la profilassi solleva perplessità: «Questa non è coercizione vera e propria ma rappresenta comunque una forma di forzatura, pressione o limitazione, se dici alla gente che perderà privilegi nella società come individuo se non rispetterà determinate indicazioni», afferma il presidente Anders Beich, presidente dell’ordine. Le compagnie aeree, intanto, potrebbero arrivare prima di tutti. Per andare in Australia nei prossimi mesi sarà richiesto un documento d’identità sanitario, anticipa il ceo di Qantas Alan Joyce: «Una volta che il vaccino sarà disponibile al pubblico cambieremo le nostre condizioni generali di trasporto. Ai passeggeri stranieri chiederemo di aver fatto il vaccino prima di salire sui nostri aerei. Pensiamo sia una decisione necessaria e credo sarà un argomento di discussione con gli altri colleghi in giro per il mondo».


ALLO STADIO
Anche nel mondo sportivo l’argomento divide. «I tifosi torneranno allo stadio solo quando ci sarà il vaccino», dice il viceministro della Salute Pierpaolo Silieri. L’Italia avrà un minimo di 27,2 milioni di dosi del siero Pfizer-BioNTech riservati alla Ue: in pratica saranno vaccinati poco meno di 14 milioni di persone (serve una doppia inoculazione), numero appena sufficiente per coprire la popolazione più esposta (anziani, fragili, operatori sanitari). E il resto della popolazione? Al ritmo di 300 mila vaccinazioni al giorno, serviranno mesi. E intanto bisognerà decidere chi andrà al ristorante.
 

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