Ucraina, quei 12 bambini malati di tumore arrivati negli ospedali italiani per fare la chemioterapia

Ucraina, quei 12 bambini malati di tumore arrivati negli ospedali italiani
Ucraina, quei 12 bambini malati di tumore arrivati negli ospedali italiani
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Venerdì 4 Marzo 2022, 15:31 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 10:02

La foto è stata scattata a Ohmadyt, l'ospedale pediatrico di Kyev, in Ucraina, che ha dovuto trasferire i suoi piccoli pazienti, anche quelli oncologici, nel sotterranei per proteggerli dalle bombe. Ma un sotterraneo non può essere come un reparto dove ci sono attrezzature e spazi consoni per la chemioterapia. Diversi bambini sono arrivati in Italia per poter continuare i loro cicli di chemioterapia. Ce ne sono a Milano e a Roma

L'Agenzia regionale emergenza urgenza (Areu) della Regione Lombardia, la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, la Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e la Asst Sette Laghi di Varese hanno preso in carico i primi 11 pazienti provenienti da Kiev. La Federazione pochi giorni fa aveva inviato una lettera all'ambasciatore d'Ucraina a Roma Yeroslav Melnyk per manifestare il proprio sostegno e la volontà di offrire assistenza sanitaria alla popolazione. Si tratta di 11 bambini oncologici che sono atterrati ieri, accompagnati dalle loro mamme, all'aeroporto di Milano-Linate, grazie al coordinamento di Regione Lombardia e della Onlus Soleterre, associazione di volontariato attiva a Kiev, che ha aperto un canale diretto fra Ucraina e Italia. Le operazioni di trasporto sono state gestite da Areu, che ha messo ha disposizione due aerei per trasferire i piccoli pazienti, dall'inizio della guerra costretti a essere curati nel bunker dell'Istituto nazionale del cancro di Kiev. Il trasferimento assistito è stato possibile grazie all'apertura di un corridoio umanitario che ha permesso un cessate il fuoco temporaneo.

I bambini affetti da tumori solidi pediatrici, che riguardano il sistema nervoso centrale, sarcomi delle parti molli e tumori germinari, sono stati presi in carico dal San Matteo di Pavia, dall'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e dall'Asst Sette Laghi di Varese. «I piccoli pazienti, nonostante il lungo viaggio e le neoplasie in atto, versano in buone condizioni e sono già sottoposti alle cure e all'assistenza di medici, infermieri e psicologi», dichiara Carlo Nicora, direttore generale della Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori e vicepresidente di Fiaso. «Aziende sanitarie e ospedali italiani sono a disposizione non solo per ricoveri e assistenza sanitaria, ma anche per mettere in sicurezza attraverso tamponi e vaccinazioni, come da indicazioni del Ministero della Salute, tutti i cittadini ucraini in arrivo in Italia», commenta Giovanni Migliore, presidente di Fiaso.

Al Policlinico Gemelli di Roma è arrivata una bimba ieri mattina. È ricoverata nel reparto di Oncologia Pediatrica, ha 7 anni, è fuggita dalle bombe di Kiev per curare la grave patologia da cui è affetta.

Ad accoglierla, l’équipe del professor Antonio Ruggiero e volontari dell’Associazione AGOP, che si occuperà anche della sistemazione della bambina e della mamma, dopo la dimissione. 

La bambina è arrivata in ospedale con una relazione scritta in cirillico. In quei fogli c'è scritto che ha un tumore renale con metastasi, diagnosticato a fine gennaio; ha già iniziato la chemioterapia a Kiev ma lo scoppio della guerra ha portato all’interruzione delle terapie necessarie per curare la sua patologia.

Abbiamo raccontato la sua storia qui. 

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