Infarto, Rebuzzi (professore del Gemelli): «Il cuore si salva con l'ottimismo: la risata riduce i rischi»

Rebuzzi (professore del Gemelli): «Il cuore si salva con l'ottimismo: la risata riduce il rischio infarto»
Rebuzzi (professore del Gemelli): «Il cuore si salva con l'ottimismo: la risata riduce il rischio infarto»
di Antonio G.Rebuzzi*
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Mercoledì 30 Dicembre 2020, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 15:32

L'ottimismo aiuta il cuore? Numerosi studi hanno dimostrato che il pessimismo, la rabbia, la depressione ed in genere un atteggiamento ostile verso il prossimo, incrementano il rischio cardiovascolare di quasi il doppio nelle persone sane.
Da notare peraltro che i pazienti con malattie cardiovascolari come l'infarto, l'ictus, lo scompenso cardiaco o la fibrillazione atriale hanno un aumentato rischio di sviluppare depressione. Questa, a sua volta, aumenta il rischio cardiaco, innescando così un circolo vizioso da cui è complicato uscire.

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Mentre il pessimismo è stato ampiamente studiato, pochi ricercatori hanno valutato gli effetti della visione ottimistica della vita sul benessere del cuore. Karina W. Davidson del Center for Behavioral Cardiovascular Health della Columbia University di New York ha pubblicato sull'European Heart Journal una importante ricerca su oltre 1700 soggetti (il Canadian Nova Scotia Health Survey) in cui ha esaminato se più alti livelli di ottimismo si accompagnino ad un ridotto rischio di avere malattie cardiovascolari.
IL BENESSERE
I livelli di ottimismo sono stati misurati attraverso interviste effettuate in maniera periodica dai responsabili dello studio.

Gli eventi cardiovascolari presi in considerazione sono stati infarto, ischemia miocardica e rivascolarizzazioni (cioè angioplastica o by pass). Primo dato interessante è che le donne sono risultate essere più ottimiste degli uomini. Gli ottimisti, inoltre, fumano meno, hanno una pressione più bassa e livelli molto minori di ostilità verso il loro prossimo.

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Il risultato indubbiamente più interessante della ricerca è stato che, pur tenendo conto dei normali fattori di rischio coronarico quali l'età, il sesso, l'ipertensione, il colesterolo ecc., il numero degli eventi cardiovascolari (morte, infarto, ischemia) dei pessimisti è stato superiore del 22% a quello di coloro che guardano positivamente la vita. Un risultato molto simile riguardo all'ictus è stato pubblicato, tempo fa, sulla rivista Psycosomatic Medicine, da James Goodwin del Sinai Samaritan Geriatrics Institute di Milwaukee (WI).
L'autore infatti ha riscontrato un'associazione inversa tra grado di ottimismo e numero di accidenti cerebrali. Essere ottimisti, quindi, non solo ci fa vivere meglio nello spirito, ma ci preserva molto di più anche nel corpo. Quali sono i possibili meccanismi fisiopatologici alla base di questi risultati? Vari, da una ridotta produzione di noradrenalina in risposta a stimoli stressanti ad una più bassa pressione arteriosa nei soggetti più rilassati. In parecchi di questi sono stati inoltre rilevati livelli più bassi di cortisolo.
IL SONNO
Gli effetti benefici di un atteggiamento positivo si riflettono sul cuore anche per via indiretta. Si è constatato che gli ottimisti hanno generalmente una migliore qualità ed una maggiore durata del sonno e tendono a fumare un numero ridotto di sigarette rispetto ai pessimisti.
Accanto a tutti questi effetti positivi, è stata però descritta una Happy Heart Syndrome. Consiste in un quadro molto simile all'infarto miocardico che si può avere dopo una forte emozione anche se positiva. Tale quadro è caratterizzato dall'incremento degli enzimi cardiaci e dalla perdita di contrattilità di una parte del cuore esattamente come avviene in seguito all'occlusione di una coronaria. Al contrario dell'infarto vi sono due elementi positivi: la patologia è molto rara e il quadro clinico ritorna alla normalità nella maggioranza dei casi e senza effetti.


*Docente di Cardiologia Università Cattolica Policlinico Gemelli Roma
 

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