Vaccino, Pfizer taglia le forniture: senza dosi a rischio i richiami, favoriti i Paesi che pagano di più

Vaccino, Pfizer taglia le forniture: senza dosi a rischio i richiami, favoriti i Paesi che pagano di più
Vaccino, Pfizer taglia le forniture: senza dosi a rischio i richiami, favoriti i Paesi che pagano di più
di Mauro Evangelisti
5 Minuti di Lettura
Sabato 16 Gennaio 2021, 01:14 - Ultimo aggiornamento: 01:26

Pfizer non rispetta gli accordi e compromette il piano vaccinale dell’Italia. Taglia le forniture, mentre altri Paesi come Usa, Regno Unito, Israele ed Emirati Arabi non ricevono un analogo trattamento. La multinazionale americana annuncia, a sorpresa e dopo avere siglato un contratto per 300 milioni di dosi aggiuntive con l’Unione europea, che deve rallentare la produzione: altro che aumento della fornitura, ci sarà una diminuzione per tutti i paesi europei.

codice embed

 

CRISI


Per l’Italia - che anche ieri ha registrato 466 decessi per Covid - significa un taglio del 29 per cento, riceverà 100mila dosi alla settimana in meno, con un doppio effetto negativo: rischia di saltare la seconda dose, che deve essere somministrata dopo 21 giorni (domani per chi ha ricevuto l’iniezione al vaccine day); diminuisce in modo significativo il numero delle persone che si potranno immunizzare entro la primavera.

A fine mese arriverà il via libera a un altro vaccino, quello di AstraZeneca, che ci garantirà 40 milioni di dosi? Calma, ci sono notizie in chiaroscuro anche su quel fronte: il sì dell’Ema, atteso per il 29 gennaio, non è scontato, se da una parte è vero che nel Regno Unito lo si sta utilizzando normalmente, in Australia un gruppo di scienziati ha chiesto al governo di bloccarlo perché l’efficacia (al 62 per cento con la formula della doppia dose) viene ritenuta insufficiente per l’immunità di gregge.

Ma perché Pfizer non rispetta i patti? Oggettivamente il comportamento della società è poco comprensibile e sembra sfruttare la posizione di forza garantita dall’essere il produttore principale di vaccini. Dopo avere siglato un primo contatto con la Commissione europea per 300 milioni di dosi, ne ha concluso un secondo per altre 300 milioni, come aveva annunciato l’8 gennaio la presidente von del Leyen. All’improvviso, dopo avere preso un impegno aggiuntivo, Pfizer taglia le forniture a tutti i Paese della Ue (per ora solo a questi) con la giustificazione che deve eseguire dei lavori di potenziamento alla fabbrica di Puurs (Belgio) per passare da 1,2 a 2 miliardi di dosi annue di produzione.

Non lo sapeva quando ha firmato gli accordi? C’è il sospetto che l’alleanza americano-tedesca (Pfizer-BioNTech) privilegi altre nazioni disponibili a pagare di più le dosi. Israele, Emirati Arabi, Usa e Gran Bretagna non hanno segnalato riduzioni. Ieri sera il commissario Domenico Arcuri ha diffuso una nota molto dura in cui spiega: alle 15.30 la Pfizer ha comunicato unilateralmente che, a partire da lunedì, consegnerà al nostro Paese circa il 29 per cento di fiale di vaccino in meno rispetto alla pianificazione che aveva condiviso con l’ufficio del Commissario e con le Regioni.

«Non solo: ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le dosi e in quale misura». Pfizer non fa sapere quanto a lungo si protrarrà questo taglio. «Il commissario dell’emergenza, preso atto della gravità della comunicazione nonché della sua incredibile tempistica, ha inviato una formale risposta a Pfizer Italia nella quale esprime il proprio disappunto, indica le possibili conseguenze di una riduzione delle forniture e chiede l’immediato ripristino delle quantità da distribuire. Riservandosi, in assenza di risposte, ogni eventuale azione conseguente in tutte le sedi».


TAGLIO


Ma quante dosi saranno tagliate all’Italia? Per lunedì ne erano attese 500mila, il taglio del 29 per cento significa quasi 150mila in meno a settimana, 600mila al mese. Alle Regioni era stato raccomandato di lasciare sempre un 30 per cento di scorte nelle prime forniture, chi non l’ha fatto ora rischia di avere problemi seri per il richiamo. L’ipotesi di sopperire usando per la seconda dose le forniture di Moderna non è scientificamente sostenibile. Tra l’altro, quest’ultimo produttore viaggia su numeri molto più bassi (ma comunque sta rispettando gli accordi) e dopo la prima fornitura di 47mila dosi, dovrebbe inviarne 66mila il 25 gennaio, 163mila l’8 febbraio, 488mila il 22 febbraio. Alessio D’Amato, assessore alla Salute del Lazio: «Gravissimo, Pfizer deve rispettare gli accordi. Per fortuna noi abbiamo da parte il 30 per cento delle dosi già consegnate per potere fare il richiamo. Per lunedì aspettiamo 50mila fiale, speriamo bene». In serata la von Der Leyen: «Ho chiamato l’ad di Pfizer, tutte le dosi previste saranno consegnate nel primo trimestre». Infuriati i paesi del nord Europa (Svezia, Finlandia, Danimarca, Lituania, Lettonia ed Estonia) che hanno chiesto alla Ue di incalzare Pfizer. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA