Tiroide, sintomi spia e cure su misura: quando la ghiandola è in altalena

GettyImages
GettyImages
di Maria Rita Montebelli
4 Minuti di Lettura
Giovedì 13 Maggio 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 15:16

ll grande Leonardo pensava che l’unica funzione della tiroide fosse quella di “riempire un vuoto nel collo”, subito sotto il pomo d’Adamo. In realtà con i suoi 20 grammi di peso, questa ghiandola endocrina è in grado di influenzare ogni singola cellula dell’organismo. Attraverso i suoi ormoni (tiroxina o T4 e triiodotironina o T3) la tiroide agisce infatti da interruttore generale del metabolismo, inteso come quell’insieme di processi che trasformano il cibo che mangiamo in energia, con la quale “alimentare” tutto il corpo per mantenere il normale funzionamento degli organi. Per questo, in caso di aumentata produzione di ormoni (ipertiroidismo) o di un loro deficit (ipotiroidismo), compaiono una serie di sintomi e di problemi. Le principali patologie della tiroide sono la tiroidite di Hashimoto, l’ipertiroidismo, il gozzo e i noduli.

LE CAUSE

 La causa più frequente di ipertiroidismo è la malattia di Basedow, una condizione nella quale tutta la ghiandola è iperattiva e produce troppi ormoni; altre volte l’ipertiroidismo è causato da un singolo nodulo iperfunzionante (detto “tossico”) o da un gozzo, con o senza noduli, iperattivo.

Gli ipertiroidei presentano, oltre ad una lunga serie di sintomi fisici, un’importante alterazione del tono dell’umore: sono persone nervose, ansiose, estremamente irritabili, iperattive, con sbalzi d’umore e insonnia, ipersensibili al caldo e sempre stanche; spesso presentano disturbi intestinali (diarrea) e dimagriscono senza ragione, presentano debolezza muscolare, tremori e tachicardia. Il trattamento consiste nella somministrazione di farmaci antitiroide (metimazolo e propiltiouracile) o di iodio radioattivo (terapia radiometabolica). I beta bloccanti aiutano a controllare alcuni sintomi (come la tachicardia). Una soluzione più radicale è rappresentata dalla rimozione chirurgica della tiroide (tiroidectomia).

GLI EFFETTI

Nella metà dei pazienti l’ipertiroidismo interessa anche gli occhi (oftalmopatia di Graves), che diventano rossi, “sgranati” e a volte sporgenti fino a gradi estremi (“occhi alla Marty Feldman”); l’interessamento dei muscoli oculari può provocare un disallineamento dei bulbi con conseguente visione doppia (diplopia). Oltre a cortisone e chirurgia, di recente per il trattamento di questa condizione è stato approvato anche un anticorpo monoclonale, il teprotumumab. Ma anche l’ipotiroidismo può provocare non pochi problemi. Le persone affette sono più sensibili al freddo, soffrono di stipsi, presentano pelle secca e capelli sottili che tendono a cadere facilmente, faccia paffuta, bradicardia, alterazioni della memoria e umore depresso, stanchezza e debolezza muscolare, aumento dei livelli di colesterolo, ingrassano senza ragione, presentano cicli mestruali abbondanti, alterazioni della voce. All’ipotiroidismo si arriva il più delle volte da una tiroidite autoimmune (detta di Hashimoto), che distrugge pian piano la tiroide, oppure per la rimozione chirurgica della ghiandola. La cura in questi casi è rappresentata dalla terapia sostitutiva con ormoni tiroidei (levotiroxina).

I CASI

 Le malattie della tiroide sono molto frequenti tra la popolazione e le donne ne sono interessate con una frequenza 5-8 volte superiore ai maschi, soprattutto dopo la menopausa. Ad aumentato rischio di patologie tiroidee sono le persone già affette da una malattia autoimmune, come il diabete di tipo 1, che dovrebbero quindi controllare più spesso gli esami di funzionalità tiroidea (TSH, fT3, fT4); se si sospetta un ipertiroidismo, a questi andranno aggiunti gli anticorpi tiroidei (anti-microsomiali o TPO, anti-tireoglobulina, anti recettori della tiroide); la tireoglobulina viene utilizzata per la diagnosi di tiroidite e per monitorare la terapia di un tumore della tiroide, mentre la calcitonina aumenta in caso di tumore midollare della tiroide. Tra gli esami strumentali, quello di primo livello è l’ecografia della tiroide. Quello della tiroide è il tumore endocrino più comune e il sesto come frequenza tra tutti i tumori nelle donne, che sono colpite tre volte più dei maschi. Nel 90% dei casi si tratta di tumori differenziati (papillari 80%, follicolari 10%); più rari i tumori midollari (4%) e gli anaplastici (2%), che sono i più aggressivi. La diagnosi avviene spesso “per caso”, in occasione di esami strumentali fatti sul collo per altri motivi (ad esempio un ecodoppler delle carotidi) o perché compare un nodulo avvertibile alla palpazione. Per la diagnosi si ricorre all’ecografia e all’esame citologico mediante agoaspirato. La terapia consiste nell’intervento chirurgico, seguito a volte dalla terapia con iodio radioattivo o dalla chemioterapia. Negli ultimi anni sono arrivate anche per questi tumori le terapie a target.

© RIPRODUZIONE RISERVATA