Viso più giovane con il lifting liquido: i nuovi filler agiscono sull'osso

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di Antonio Caperna
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Giovedì 16 Settembre 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 13:48

Lifting del viso, si cambia. Il filler, invece del bisturi, è ormai una pratica consolidata ma ora il procedimento viene standardizzato con una tecnica nuova. È, infatti, possibile utilizzare un mix a base di acido ialuronico o idrossiapatite di calcio per riportare in tensione i legamenti zigomatici o mandibolari. Che, con l’invecchiamento, si ammorbidiscono e si rilassano. Si tratta di ottenere un riposizionamento dei tessuti molli verso l’alto, agendo sulla struttura ossea. Riempire l’osso significa aumentarne il volume, mettendo il filler sulla sua superficie. L’obiettivo è quello di riempire le piccole zone svuotate e riportarle verso l’alto. Come lo zigomo e la mandibola. Un’altra parte critica dove far arrivare il filler è quella davanti all’orecchio. La fascia parotidea, se riempita e gonfiata leggermente, si porta dietro tutti i tessuti della parte intermedia del viso, quella della guancia.

NATURALITÀ

«È una tecnica nuova, con filler già in uso. Non possiamo continuare a sollevare tessuti riempiendo progressivamente il viso – spiega Emanuele Bartoletti, presidente della Società Italiana di Medicina Estetica – altrimenti si rischia quanto si vede sempre più spesso in giro. Visi stracarichi per sollevare i tessuti quando questi, però, sono ormai scesi troppo. Si agisce anche sulle ossa perché nel viso rappresentano dei punti di ancoraggio forti per i tessuti molli come il grasso e delle guance e sui legamenti che ancorano la superficie all’osso. Limitando il naturale slittamento verso il basso». Non viene indicata un’età esatta per iniziare a intervenire con il liquid lifting. Ci sono visi già invecchiati a 30 anni a causa di dimagrimenti eccessivi o di cedimenti precoci, come visi che a 60 anni stanno benissimo. Perché dotati di zigomi prominenti che non facilitano il cedimento. «La tecnica è indicata in tutti i casi in cui si assiste a un cedimento dei tessuti molli del viso – prosegue Bartoletti – ma che non hanno o non hanno ancora la necessità del bisturi. Ma attenzione, non è per il collo».

PUNTO DOLENTE

Proprio il collo, dal punto di vista muscolare ed estetico, sta soffrendo molto in questo ultimo anno e mezzo. Dall’arrivo della pandemia. Le ore chini sul computer lo stanno rendendo rigido e dolente. E più sensibile ai segni dell’invecchiamento. «Per contrastare quelle corde verticali che si formano nella parte centrale – fa sapere Loredana Cavalieri, chirurgo plastico e consigliere della Scuola internazionale di medicina estetica – si può ricorrere all’infiltrazione di pochissime unità di tossina botulinica lungo le cosiddette bande platismatiche, per indurne il rilasciamento. Un’altra metodica, introdotta di recente anche per il collo, è il cosiddetto Endolift, un raggio laser a diodi, emesso dalla punta sottilissima di una fibra ottica (più sottile di un ago) che viene inserita nel derma superficiale, subito sotto la superficie cutanea».

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