Occhi, tuffarsi ma senza lenti a contatto: il pericolo sta nei batteri

Occhi, tuffarsi ma senza lenti a contatto: il pericolo sta nei batteri
di Barbara Di Chiara
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Giovedì 14 Luglio 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 08:01

Che siano al mare, al lago o in piscina, i bagni d’estate dovrebbero sempre essere preceduti da una mossa di sicurezza degli occhi: la rimozione delle lenti a contatto.

L’acqua infatti può nascondere una grande insidia. I batteri sono in grado di infettare le lentine scatenando problemi anche gravi. Il principale nemico è un parassita, l’Acanthamoeba, che in Italia si stima provochi oltre 400 cheratiti (un processo infiammatorio a carico della cornea) all’anno. Sono più di una al giorno, in continuo aumento dato l’uso sempre più diffuso delle lenti a contatto. Sono, infatti, oltre 4 milioni gli italiani che le indossano ogni giorno e oltre la metà ha meno di 30 anni. L’allarme riguarda soprattutto i giovani, con una proporzione di incidenza delle cheratiti di 3 a 1: 3 under 30 colpiti per un over 30. Questo tema è stato affrontato anche all’ultimo Congresso dell’International Society of Cornea, Stem Cells and Ocular Science (Sicsso).

LA RACCOMANDAZIONE

«È più che comprensibile che in estate soprattutto i ragazzi vogliano utilizzare le lenti a contatto, lasciando gli occhiali a casa e sentendosi più liberi in vacanza – sottolinea Vincenzo Sarnicola, presidente della Sicsso e membro del consiglio direttivo della Società Italiana Scienze Oftalmologiche – ma i giovani si infettano più frequentemente perché osservano meno i consigli del medico. Lo sappiamo, loro sfidano la vita molto più inconsci di ciò che può succedere. Bisogna però informarli che le lenti, specialmente quelle morbide, favoriscono l’adesione dei microrganismi, che i liquidi per la pulizia non riescono a rimuovere. Quindi, ragazzi, ricordate che nell’acqua possono essere presenti patogeni che poi, a contatto con l’occhio, provocare cheratiti infettive». Una delle più gravi è quella da Acanthamoeba, protozoo pericoloso se attacca la cornea. Ogni estate cresce il numero delle richieste ai pronto soccorso per questa patologia. Le terapie farmacologiche non riescono sempre a eradicare l’infezione: l’Acanthamoeba ha un alto grado di resistenza ai disinfettanti. Se il parassita infetta la cornea i sintomi sono inizialmente lievi, come un leggero fastidio alla luce, visione un po’ offuscata, sensazione di un corpo estraneo. Ecco quindi che la diagnosi arriva in ritardo, il microrganismo ha il tempo di penetrare in profondità e di danneggiare la cornea al punto di richiedere un trapianto. «Al congresso si è parlato anche di una possibile soluzione per i casi più difficili: il trapianto di cornea lamellare anteriore, o DALK, in cui non viene impiantata la cornea a tutto spessore: questa tecnica applicata alle cheratiti da Acanthamoeba porta a un successo nel 90% dei casi. L’arma migliore resta tuttavia la prevenzione: raramente viene detto ai portatori di lenti a contatto che devono essere tolte quando si fa il bagno, invece si tratta di una semplice regola che può fare la differenza».

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