Mal di schiena, ecco come si combattono i dolori lombari: alzarsi dal letto con calma ed evitare il freddo

Mal di schiena, ecco come si combattono i dolori lombari: alzarsi dal letto con calma ed evitare il freddo
di Maria Rita Montebelli
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Giovedì 9 Febbraio 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:42

Il dolore lombare è la malattia più comune al mondo, oltre che un problema atavico, se a soffrirne almeno una volta nella vita è l’80-90% della popolazione.

La descrizione più antica di un caso di sciatica risale all’antico Egitto ed è contenuta nel papiro di Edwin Smith (1.500 a.C.). Il nome “colpo della strega” invece viene forse dalla Germania medievale e indica la pratica di immobilizzare con un sortilegio un malcapitato gentiluomo, chino nell’atto di fare il baciamano ad una strega sotto mentite spoglie. «La colonna vertebrale è un sistema multisegmentale – spiega il professor Paolo Tranquilli Leali, già presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia – costituito da tanti corpi vertebrali, separati da dischi, che ammortizzano le sollecitazioni sulle vertebre e conferiscono flessibilità alla colonna. Il disco intervertebrale, che è un sol-gel, una soluzione ricca d’acqua, è un po’ come un copertone con la camera d’aria. Se il “copertone” è lesionato, quando la camera d’aria è ad alta pressione, come uno pneumatico a 2 atmosfere, questa fuoriesce e non riesce più tornare indietro. È quel che accade con l’ernia del disco. Ma ci sono tante fasi intermedie, per esempio la discopatia, con la camera d’aria un po’ sgonfia che comincia a sporgere dal bordo del cerchione. Quando il disco intervertebrale si disidrata, diventa meno elastico e sotto carico tenderà a sporgere dalla colonna, in avanti o indietro, ma può ancora tornare in sede».

LE RACCOMANDAZIONI

I problemi nascono quando sporge posteriormente, perché può andare comprimere il midollo spinale e le radici nervose. Quando la protrusione del disco è centrale e va a toccare le radici che innervano il livello corrispondente, cioè i muscoli della zona vertebrale, si ha il colpo della strega, un mal di schiena acuto, improvviso, che immobilizza il paziente in posizione piegata. Quando invece la “camera d’aria” sporge lateralmente, a livello delle ultime vertebre lombari e prima sacrale (L4-L5 e L5-S1), andrà a comprimere la radice nervosa (il nervo ischiatico) che scende verso la gamba. L’ischiatico è il nervo più grande di tutto il corpo, una sorta di filo elettrico che con la sua componente motoria e con quella sensitiva (la responsabile del dolore della lombo-sciatalgia) innerva la parte bassa della schiena, il gluteo, la coscia e la gamba, fino al piede. «Il tratto più interessato dalle discopatie e dalle ernie del disco – prosegue il professor Tranquilli Leali – è quello lombo-sacrale perché tutto il corpo grava su questi dischi, che sono destinati a rovinarsi, per usura, nel corso della vita».

Uno dei momenti più a rischio per la schiena è la mattina, quando ci si alza dal letto. «Durante la notte – aggiunge il professor Tranquilli Leali – i nostri tessuti si imbibiscono d’acqua. Al mattino ci si sveglia spesso con occhi e mani gonfie e questo succede anche per i dischi intervertebrali, tant’è che al risveglio siamo 2-3 centimetri più alti di quando andiamo a dormire. Essendo dunque la nostra camera d’aria più gonfia, in questa fase può più facilmente uscire dal “copertone”, il disco intervertebrale, e andare a comprimere il nervo. Scendere dal letto al mattino è un momento molto delicato». Chi soffre di problemi di colonna dovrebbe alzarsi con calma, fare qualche movimento leggero, qualche respirazione profonda e iniziare gradualmente la giornata. Per dar tempo non solo alle palpebre, ma anche ai dischi intervertebrali di disidratarsi un po’.

LA TEMPERATURA

Altro pericolo per la schiena è lo sbalzo termico, la cosiddetta “freddata” (quella da aria condizionata sulla schiena sudata o il freddo per un piumino corto che non copre l’ultima parte della schiena). «Questo causa la contrattura dei muscoli paravertebrali, determinando un effetto equivalente al mettersi in spalla un enorme carico, che schiaccia le vertebre una contro l’altra. Ecco, tra l’altro, perché l’obesità è nemica del mal di schiena». Rischioso anche sollevare pesi in modo inappropriato e soprattutto se non siamo abituati a farlo, o restare troppo tempo in una certa posizione. Se dobbiamo trasportare un peso non dobbiamo portarlo lontano dal corpo perché si creano bracci di leva che aumentano il carico sui dischi intervertebrali. Va avvicinato il più possibile all’asse del corpo, poggiandolo, ad esempio, sul petto. «La classica posizione che stressa la schiena – spiega ancora il professore – è lavare i piatti chinati a 45 gradi. In questo modo sugli ultimi dischi intervertebrali si producono carichi da 3 a 4 volte superiori a quando camminiamo. Stare a lungo in quella posizione, può far protrudere il disco. Bisogna ricordarsi di uscire gradualmente da quella posizione nel raddrizzarsi, per evitare di dare un’improvvisa estensione alla colonna vertebrale».

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