L’infanzia si accorcia a causa del lockdown: a 8 anni già in pubertà

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di Barbara Carbone
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Giovedì 8 Aprile 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 14:49

L'infanzia dura sempre meno e la pubertà può arrivare, come un fulmine a ciel sereno, già intorno agli otto, nove anni. A lanciare l’allarme uno studio degli endocrinologi dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma che rivela come, durante il lockdown, i casi di pubertà anticipata o precoce sono più che raddoppiati rispetto allo scorso anno. La pubertà precoce consiste nella maturazione sessuale che inizia prima degli 8 anni nelle femmine e prima dei 9 nei maschi. Rientra nell’ambito delle malattie rare, con un’incidenza di 0,1-0,6% della popolazione, in Italia da 1 a 6 nati ogni 1000. Il corpo del bambino inizia a trasformarsi in adulto troppo presto con un’accelerazione dello sviluppo dei caratteri sessuali, la comparsa dei peli pubici e una rapida chiusura delle cartilagini di accrescimento osseo. Per effetto di questo processo, i bambini sviluppano velocemente in altezza ma poi il picco si esaurisce e da adulti hanno una statura inferiore alla media. Se la diagnosi di pubertà precoce viene fatta prima degli 8 anni, è possibile ricorrere a dei farmaci per contrastarla.

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I DATI

A preoccupare gli esperti sono i numeri in costante crescita dall’inizio della pandemia. Tra marzo e settembre 2019, i medici del Bambino Gesù, coordinati dal responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Endocrinologia Marco Cappa, hanno rilevato 93 casi di pubertà precoce, di cui 87 femmine e 6 maschi. Nello stesso periodo del 2020 sono stati invece 224, di cui 215 femmine e 9 maschi. Ma qual è la relazione tra lockdown e crescita anzitempo? Sul banco degli imputati finiscono l’alimentazione, la sedentarietà e l’uso eccessivo di tablet. «Durante il confinamento i bambini hanno subìto dei cambiamenti che hanno influito sul normale timing della crescita - spiega Marco Cappa - Lo abbiamo rilevato tramite gli accessi ai nostri ambulatori ma, sicuramente, ci sono casi che ci sfuggono e il numero può essere ancora maggiore. Si tratta di un fenomeno il cui impatto è tutto da valutare, il campanello d’allarme c’è, ed è giusto tenerne conto, ma senza panico». È innegabile quanto l’emergenza sanitaria abbia cambiato le routine dei più piccoli. Partendo da quelle alimentari. In casa tutto il giorno tra tablet e pc hanno mangiato di più e male ma, quel che è ancora più grave, non hanno avuto la possibilità di fare attività fisica, spiegano gli endocrinologi. «Questi tre fattori possono avere scatenato un meccanismo ormonale perché la quantità di tessuto adiposo è attivo ormonalmente ed incrementa la quantità di estrogeni - aggiunge il professore - Se all’aumento del tessuto adiposo si aggiunge la sedentarietà, si diminuisce l’azione del sistema neuroendocrino. Durante l’esercizio fisico c’è una maggiore secrezione di ormone della crescita e si bruciano zuccheri, ma un bambino che non si muove non brucia».

PALLONE&BICI

L’appello degli studiosi è rivolto ai genitori: è arrivato il momento di muoversi. E se per il ritorno alla vita normale c’è ancora da attendere, nulla vieta di portare i propri figli in cortile a giocare a pallone o di andare al parco in bicicletta. Anche se fuori piove o fa freddo non mancano le possibilità di fare attività fisica nel salotto di casa. Dal web piovono offerte di corsi di ginnastica, danza, zumba e yoga per bambini. Non c’è che l’imbarazzo della scelta. L’importante è non far vincere la pigrizia. I medici non hanno dubbi: i bambini, per crescere bene ma non in fretta hanno bisogno di correre, ballare, sudare e anche sporcarsi.

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