Covid, trivalente o proteico: è partita la corsa al vaccino d'autunno

Il laboratorio dell'Hypra
Il laboratorio dell'Hypra
di Valentina Arcovio
3 Minuti di Lettura
Giovedì 12 Maggio 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 08:36

C'è da mettersi l’anima in pace: l’emergenza Covid-19 non è finita e non abbiamo la più pallida idea di quando finirà.

La diffusione di Omicron e delle sue sottovarianti “sorelle”, unita all’esperienza passata, sembra aver cancellato ogni speranza che la prossima estate possa portare alla scomparsa del virus. Anche se nella bella stagione il virus colpirà di meno, o almeno è questo quello che ci si aspetta, con molta probabilità il prossimo autunno avremo a che fare con una nuova ondata di contagi. Se sarà Omicron 1, Omicron 2, Omicron 3, Omicron 4 e via dicendo, non lo possiamo prevedere. Quello che è certo è che il prossimo autunno tutti dovremo fare una nuova dose di vaccino. Sarebbe la quarta per chi ha già fatto il richiamo. Anche se a questo punto contare le dosi potrebbe non avere più senso. «Un richiamo con la quarta dose lo chiamerei semplicemente un richiamo, come avviene ogni anno quando si va il vaccino antinfluenzale», sottolinea Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute. «Per quanto riguarda il vaccino antinfluenzale – spiega – ci sono i ceppi di influenza individuati nei mesi precedenti come i ceppi del virus circolanti. La stessa cosa accadrà col vaccino anti-Covid che sarà contro le varianti che più di tutte oggi stanno circolando».

L’ADEGUAMENTO

Con molta probabilità infatti i vaccini che avremo a disposizione il prossimo autunno saranno diversi da quelli attuali. Avranno probabilmente una composizione antigenica diversa, “adatta” cioè alla variante Omicron. Sia Moderna che Pfizer hanno comunicato che sono in corso di valutazione clinica alcuni vaccini che incorporano nel vaccino ora esistente sequenze dell’mRNA codificante della proteina spike di Omicron e di Beta, cioè delle chiavi d’accesso che queste varianti usano per entrare nelle cellule. Le aziende, in particolare, stanno lavorando sia a vaccini monovalenti, cioè contro Omicron e le sue sottovarianti, che a vaccini bivalenti, validi sia per Omicron che per la variante Beta. Moderna sta anche studiando un vaccino unico contro Covid-19 e contro l’influenza; e anche un vaccino “trivalente” Covid-influenza-virus sincinziale. In attesa di dati più sicuri, gli esperti sono convinti che vaccini “adattati” potranno offrire una risposta immunitaria più forte, meno evasiva e più duratura contro le attuali varianti.

LE ALTRE VIE

Ma i vaccini a mRNA non sono l’unica strada che si sta battendo. «Forse una piattaforma differente, come quelle a base di proteine, potrebbe offrire una protezione più duratura», suggerisce Paolo Vezzoni, ricercatore presso l’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irgb). Questi vaccini proteici, come l’ultimo approvato di Novavax, «introducono direttamente la proteina che attiva la riposta immunitaria», dice Vezzoni. Molto promettente potrebbe rivelarsi il vaccino della spagnola Hipra a base proteica. Sviluppato sulle varianti Beta e Alfa, pur non essendo un vaccino contro Omicron, è certamente diverso dagli attuali e, secondo gli esperti, potrebbe presentare dei vantaggi come richiamo. Se quindi tutto andrà secondo i piani, questa estate le agenzia regolatorie, sia quella europea (Ema) che quella americana (Fda), potranno ricevere le prime domande di approvazione di uno o più di questi vaccini. E per settembre potremo essere pronti per un nuovo giro di vaccinazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA