Alopecia, ad Ancona il casco che frena la caduta dei capelli nel percorso terapeutico dei pazienti oncologici

Alopecia, ad Ancona il casco che frena la caduta dei capelli nel percorso terapeutico dei pazienti oncologici
di Edoardo Danieli
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Giovedì 8 Dicembre 2022, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:59

Curare non è più solo occuparsi di una specifica patologia ma mirare al benessere complessivo trasformando ancora di più, in questo modo, il paziente in persona.

L’approccio della moderna medicina diventa fondamentale in un campo come quello dell’oncologia dove la cura comporta talora effetti negativi che possono mettere in difficoltà chi è costretto a viverla. «I capelli, un accessorio di bellezza che tu da una vita pensi di poter cambiare a tuo piacimento: pettinatura, colore, taglio... fino al giorno in cui davanti ad uno specchio ti imponi di nascondere la paura di perderli», afferma Silvana Stoico, di San Severo, paziente della Clinica Oncologica dell’Azienda ospedaliera universitaria di Ancona, facendosi portavoce del disagio che una donna vive davanti alla perdita dei capelli determinata dalla terapia oncologica. Ora c’è un’arma in più. Per dare una risposta a questa, come ad altre possibili forme di disagio, provvede infatti il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale (Pdta) dell’Azienda delle Marche in cui il contrasto alla alopecia è un fattore integrante. Un piano che non è solo sulla carta ma che si è arricchito di due nuovi sistemi Dignicap per il raffreddamento del cuoio capelluto che contrastano la caduta dei capelli nelle donne che effettuano la chemioterapia, dono della Fondazione Rossetti Fedecostante di Ancona. Spiega la professoressa Rossana Berardi, ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche e Direttrice della Clinica Oncologica dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche: «Credo che sia un’esperienza unica in Italia. Abbiamo inserito una parte complementare e integrativa nel Pdta, cioè nel percorso, approvato dall’azienda e da tutti gli operatori che vi concorrono, che sancisce e specifica chi fa cosa all’interno dei gruppi multidisciplinari, in questo caso nella Breast Unit». Il percorso diventa così ancora più completo. Va nei dettagli la professoressa Berardi: «Oltre a parlare del percorso diagnostico e terapeutico, cioè cosa deve fare la paziente quando ha un sospetto, a quali esami strumentali sottoporsi, la biopsia, l’intervento, le terapie mediche che possono essere la chemio, l’immuno e l’ormonale, abbiamo aggiunto che in caso di terapie alopecizzanti c’è la possibilità di prevenire la perdita dei capelli introducendo il percorso di accesso alle cuffie refrigeranti».

Dignicap appunto, che si compone di due elementi: una cuffia in silicone e una unità di refrigerazione che funziona proprio come un frigorifero. Il liquido refrigerante circola nella cuffia controllato da sensori digitali e congelando i bulbi, prima, durante e dopo la chemio, può salvare i capelli. Ad Ancona c’era già un dispositivo del genere dal 2016; i due nuovi oltre ad accrescere il numero di trattamenti recano i vantaggi della nuova generazione. In particolare, afferma l’oncologa, «ci siamo resi conto che una sola unità non era sufficiente per il numero di pazienti che abbiamo. Inoltre, i due nuovi Dignicap, prevedono la cuffia monouso per le pazienti in luogo dell’attuale sanificazione che richiede sempre tempo per essere effettuata».

LA CERTIFICAZIONE

Berardi precisa anche che il contrasto all’alopecia è solo un aspetto del piano integrativo della Breast Unit: «Abbiamo aggiunto anche la salute dell’osso, il percorso lifestyle per la prevenzione generale legata agli stili di vita quindi al peso corporeo, all’attività fisica, alla nutrizione, in una visione molto moderna perché non parla solo delle procedure assistenziali ma parla a tutto quello che può essere importante per il benessere della paziente». Un altro aspetto da non sottovalutare è la certificazione di qualità. L’Azienda ospedaliera universitaria delle Marche è la prima azienda interamente certificata per tutti i percorsi, in particolare quelli oncologici, ai sensi delle norme Iso. Prima 9001/2015 oggi anche Iso 22301. Spiega l’oncologa: «È la nuova vision della business continuity plan. Si tratta di una norma certificativa molto moderna che è propria delle aziende non sanitarie ma che, declinata nel nostro settore, assume un ruolo ancora più importante perché tutto il nostro percorso è certificato anche nelle cosiddette situazione complicate, per esempio in caso di grandi catastrofi, come è successo nella pandemia o in altri gravi accadimenti». In conclusione il Pdta della Breast Unit di Ancona che prevede, tra l’altro, l’uso della Dignicap è anche certificato secondo le più alte norme di qualità. Di diverso genere, ma ugualmente significativa, la certificazione di fiducia nei confronti della Oncologia di Ancona che viene dalle persone che vi si affidano: sono oltre 600 nuove ammissioni all’anno «tendenti a 700», specifica la Berardi, rendendola di fatto il punto di riferimento non solo per le Marche ma anche per un territorio più vasto. «Per mantenere tutto questo è importante che ci sia anche una partnership con il territorio, con le fondazioni, con le associazioni, con gli enti privati e le istituzioni che ci possono supportare. Nel caso specifico il ringraziamento va alla Fondazione Rossetti Fedecostante che ha donato i due apparecchi che ci hanno consentito di essere ancora più vicino alle pazienti». 

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