Vaiolo delle scimmie, chi è stato vaccinato da bambino è protetto? Ecco cosa sappiamo

Bassetti: "C'è stata una eccessiva sottovalutazione di questa malattia in Italia"

Vaiolo delle scimmie, chi è stato vaccinato da bambino è protetto? Ecco cosa sappiamo
Vaiolo delle scimmie, chi è stato vaccinato da bambino è protetto? Ecco cosa sappiamo
di Mauro Evangelisti
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Martedì 23 Agosto 2022, 15:40 - Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 14:07

Il carabiniere originario di Pescara, morto a Cuba dove era in vacanza, secondo le autorità locali è stato ucciso dal vaiolo delle scimmie. Aveva 50 anni, questo rende probabile, ma non certa, l'ipotesi che da bambino, fosse stato vaccinato contro il vaiolo. Si legge sul sito del Ministero della Salute: «È improbabile che le persone di età inferiore ai 40-50 anni siano state vaccinate, poiché la vaccinazione contro il vaiolo in Italia è stata sospesa nel 1977 e ufficialmente abrogata nel 1981».

 

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Premesso che ancora non ci sono conferme ufficiali che il carabiniere sia morto per vaiolo delle scimmie (si tratta di una affermazione delle autorità sanitarie cubane) resta però la domanda che molti si fanno: ma il vaccino contro il vaiolo fatto da bambini protegge realmente dal vaiolo delle scimmie? Spiega il professor Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive dell'Ospedale San Martino di Genova: «Prima di tutto, c'è stata una eccessiva sottovalutazione di questa malattia in Italia.

Con questi numeri è destinata a diffondersi. Vero, il vaccino contro il vaiolo fatto 40-50 anni ancora protegge, però molto dipende dal sistema immunitario della singola persona. Se si si hanno i comportamenti a rischio elencati dal Ministero della Salute, è consigliabile fare una dose di richiamo del vaccino, anche se si era stati vaccinati da bambini». Spiegano all'Istituto Spallanzani di Roma: «Stiamo conducendo studi sulla memoria immunologica delle persone a suo tempo vaccinate contro il vaiolo. I dati preliminari indicano che oltre il 90% delle persone che erano state vaccinate oltre 40 anni fa per il vaiolo, hanno anticorpi che reagiscono con il virus del vaiolo delle scimmie, talora anche in quantità elevata. Questa risposta nelle persone a rischio per il vaiolo delle scimmie, può essere richiamata facilmente anche con una singola dose di vaccino». In sintesi: si è protetti, ma una dose di richiamo può essere importante (sempre se si rientra nelle categorie di persone che secondo la circolare del Ministero della Salute hanno comportamenti a rischio).

 

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Secondo il professor Sergio Abrignani, professore ordinario di Patologia Generale presso l'Università degli Studi di Milano, la memoria immunologica negli anni si può ridurre, ma comunque permane una protezione sopra il 90 per cento. «Ma vaccinarsi di nuovo può essere utile anche se si era stati vaccinati da bambini». Va ricordato che il vaccino ricevuto da piccoli era specifico per il vaiolo, non per il monkeypox. Di recente, spiega il sito del Ministero della Salute, «è stato approvato un vaccino per prevenire il vaiolo delle scimmie. L’Oms attualmente non raccomanda la vaccinazione di massa. I vaccini attualmente disponibili contro il virus del vaiolo possano garantire una certa efficacia anche nei confronti della malattia del vaiolo delle scimmie, sebbene i dati a supporto di tale ipotesi al momento siano ancora limitati. I vaccini originali contro il vaiolo non sono più disponibili al pubblico».

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Gli esperti sul pericolo rappresentato dal vaiolo delle scimmie non hanno posizioni univoche. Bassetti sostiene: «Si tratta di una infezione tutt’altro che blanda. Quando i numeri crescono così violentemente (siamo a 50.000 casi accertati nel mondo) può succedere che ci siano casi gravi anche mortali. Unico modo pe  proteggerci? Prevenzione e vaccinazione da destinare subito a giovani uomini omosessuali tra i 18 e i 45 anni». Abrignani dice invece: «Si contano sulla dita delle mani i casi di letalità per vaiolo delle scimmie e i numeri mostrano che un adulto con difese immunitarie normali, o solo lievemente compromesse, non muore per questo virus. Sulle cause del decesso dell'italiano a Cuba, o è stata sbagliata la diagnosi oppure era un soggetto molto immunocompromesso ed è quindi morto "con" e non "per" vaiolo delle scimmie». 

Avverte Nais Marcon, sindaca di Scorzè (Venezia), il paese dove prestava servizio il carabiniere 50enne originario di Pescara, morto a Cuba: «Bisogna essere cauti sulle cause della morte, documenti non ce ne sono,
anche i familiari e gli stessi Carabinieri non sanno dire ancora nulla di preciso». L'uomo era sposato e aveva un figlio di 20 anni.

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