Trapianti, al Bambino Gesù fegato diviso grazie ad una macchina che lo ha mantenuto “in salute”

Trapianti, al Bambino Gesù fegato diviso grazie ad una macchina che lo ha mantenuto “in salute”
Trapianti, al Bambino Gesù fegato diviso grazie ad una macchina che lo ha mantenuto “in salute”
di Carla Massi
2 Minuti di Lettura
Martedì 18 Agosto 2020, 14:47 - Ultimo aggiornamento: 15:56

Un fegato è stato separato in due e mantenuto “in salute” da una macchina di perfusione epatica. Una macchina in grado di limitare il danno all'organo prelevato grazie all'ossigenazione e alla “nutrizione” con apposite soluzioni.  Una parte, la più piccola, è stata trapiantata ad un bambino e l'altra ad un ragazzo. Il doppio impianto da un unico donatore, straniero, è stato eseguito all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Il primo caso al mondo, descritto dai chirurghi in “Liver Transplantation”.

La macchina di perfusione epatica ha, dunque, permesso la separazione dell'organo e la sua perfetta conservazione. Al di fuori del corpo. In uno dei due riceventi, il fegato è stato trapiantato dopo 16 ore, quando normalmente il tempo massimo è di 8-10 ore. «Si tratta del primo caso al mondo riportato dalla letteratura in cui questa apparecchiatura è stata - spiegano al Bambino Gesù - è stata utilizzata in combinazione con con la tecnica dello “split liver”».

Malattie rare, scoperta al Bambino Gesù una nuova sindrome: ha colpito 7 bambini nel mondo

Roma, il miracolo delle siamesi separate al Bambino Gesù: in trenta per far rinascere le gemelle

I chirurghi hanno adottato il macchinario di perfusione per separare il fegato che è stato prelevato fuori dell'Italia. Dove non avrebbero potuto effetturare la tecnica dello split ed arrivare a due trapianti contemporaneamente. Senza questo i tempi lunghi avrebbero compromesso il funzionamento dell'organo. Stiamo parlando di una macchina che viene utlizzata durante i trapianti di organi interi (fegato, rene, polmoni e cuore) in pazienti adulti.

Invece di immergere l'organo nella soluzione di conservazione e ghiaccio, viene collegato alla macchina che fa circolare al suo interno la soluzione di conservazione fredda a cui viene aggiunto l'ossigeno (perfusione ipotermica) oppure sangue ossigenato (perfusione normotermica). 
«In prospettiva - aggiungono i chirurghi - sarà possibile modificare l'organo rendendolo, per esempio, più compatibile dal punto di vista immunologico»

© RIPRODUZIONE RISERVATA