Omicron 5, perché il tampone fai-da-te è sconsigliato? Dalle modalità alla tipologia di test

L'allarme degli esperti: il rischio di incorrere in errori o valutazioni errate è dietro l’angolo

Omicron 5, cosa rischia chi fa il tampone fai-da-te? Dalle modalità alla tipologia di test
Omicron 5, cosa rischia chi fa il tampone fai-da-te? Dalle modalità alla tipologia di test
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Venerdì 22 Luglio 2022, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 09:11

Test rapido a casa o tampone in farmacia? Un dilemma che appare ormai superato per molti degli italiani alle prese con Omicron 5 che, nell’ondata estiva, sta viaggiando a una media di 100 mila contatti al giorno. E allora via alla corsa ai tamponi fai-da-te che solo nella settimana tra il 27 giugno e il 3 luglio ha visto schizzare le vendite: 2,1 milioni quelli acquistati per oltre 14 milioni di spesa. Ma dagli esperti ora arriva l’allarme: se certo è una buona notizia che il Covid sia la prima infezione respiratoria capillarmente esaminata dall’uomo, il rischio di incorrere in errori o valutazioni errate è dietro l’angolo. 

La prima incognita - spiegano alcuni studiosi - è nelle modalità di esecuzione del tampone.

Chi effettua un prelievo da sé, per via dei fastidi, talvolta non va molto in profondità e questo inficia sui risultati del test. Che possono differire anche a distanza di breve tempo. 

La seconda, nei tipi di tampone che si utilizzano. Test immunologici a fluorescenza - pur non essendo molecolari garantiscono una sensibilità alta. Ma è difficile che si acquistino come test fai-da -te da effettuare a casa, considerando anche i prezzi più elevati. 

Un altro fattore che può condurre a esiti non veritieri -  soprattutto se da casa - è il momento in cui si realizza il tampone. La circostanza per cui sempre  più persone lamentano di avere sintomi, anche in caso di negatività, dunque, non rappresenta una “peculiarità”  di Omicron 5, quanto piuttosto il segnale che il tampone è stato effettuato troppo presto. La nuova variante, infatti, si distingue dalle altre solo per i ridotti casi di perdita di olfatto e per la maggior concentrazione nelle alte vie respitatorie (naso e bocca).

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L'aspetto che più desta preoccupazione è che, se non equamente accompagnata da consulti medici, la scelta del test-fai-te, può provocare rischi per sé e per la salute degli altri. Non solo perché il positivo, che non si reca alla Asl o in farmacia per il tampone di conferma può sottrarsi alla quarantena, uscendo lo stesso con indosso la mascherina. Ma soprattutto per la possibilità che l’iter terapeutico possa andare a rilento in caso di mancata positività ufficiale. Un ritardo che può essere determinante soprattutto per la cura dei più fragili.

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