Infarto, la proteina spugna che ripulisce le arterie del cuore: ecco il nuovo farmaco per ridurre il rischio

La proteina stacca i grassi dalla placca che le ostruisce. Allo studio partecipa anche l'azienda Multimedica di Milano

Infarto, la proteina spugna che ripulisce le arterie del cuore
Infarto, la proteina spugna che ripulisce le arterie del cuore
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Mercoledì 15 Giugno 2022, 15:10 - Ultimo aggiornamento: 17 Giugno, 08:58

Una nuova proteina "spugna" potrebbe essere la chiave per ridurre il rischio di infarto, in quanto sarebbe in grado di ripulire le arterie del cuore  dal colesterolo in eccesso evitando la formazione di pericolose placche. Lo afferma la ricerca Aegis-II, promosso dalla Harvard Medical School di Boston negli Stati Uniti che sta studiando l'apolipoproteina apoA-I: una sorta di spugna che assorbe i grassi con cui viene a contatto, compresi quelli che potrebbero ostruire i vasi sanguigni.  

 

Lo studio: 20mila partecipanti 

Lo studio punta a reclutare circa 20mila partecipanti attraverso 1.035 centri in tutto il mondo. Fra questi l'Irccs MultiMedica di Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, che ha arruolato la sua prima paziente. Il trial clinico di fase 3 testerà l'efficacia e la sicurezza dell'apolipoproteina in pazienti che hanno avuto sindromi coronariche acute, come l'infarto del miocardio. L'obiettivo primario del lavoro è proprio «osservare se questo trattamento sia in grado di ridurre il rischio di ulteriori eventi cardiovascolari nei primi 90 giorni dopo l' infarto, il periodo di maggior vulnerabilità» sottolinea Roberto Pedretti, direttore del Dipartimento cardiovascolare dell'Irccs, che ha applicato il protocollo di ricerca nella prima paziente arruolata dall'Istitut. 

In Italia ogni anno 130mila infarti 

In Italia, infatti, sono circa 130mila i pazienti che subiscono un infarto ogni anno e il 20% va incontro a un nuovo evento entro 12 mesi.

Per questo prevenire diventa importante. «La signora Giovanna (nome di fantasia) è stata dimessa ed è tornata a casa in ottime condizioni» spiega Pedretti «Era stata ricoverata per un infarto e, oltre a tutte le consuete cure del caso, è stata la prima paziente a entrare in questo studio sulla apolipoproteina apoA-I, il cui protocollo prevede quattro infusioni endovenose nell'arco di alcune settimane e un follow-up di un anno. Giovanna verrà ora seguita periodicamente dal nostro centro, per monitorare i progressi clinici a distanza di tempo. Altri pazienti con infarto potranno essere trattati da noi con questo approccio altamente innovativo».

Come funziona la nuova proteina 

Si tratta di un approccio innovativo: «Mentre i farmaci esistenti agiscono riducendo la sintesi di colesterolo e prevenendo la formazione di nuovi accumuli, questa terapia ha un obiettivo più ambizioso e mai raggiunto prima: aggredire le placche già presenti nelle arterie» spiega Giuseppe Ambrosio, coordinatore dello studio per l'Italia e vice direttore scientifico dell'Irccs MultiMedica. In che modo? I lipidi non si sciolgono nell'acqua, circolano nel sangue perché inglobati all'interno di particolari proteine, dette lipoproteine. Per questo sono pericolosi per la circolazione perchè possono creare placche. «Somministrando nel sangue il precursore della lipoproteina del tipo Hdl, ossia la lipoproteina senza i lipidi denominata apolipoproteina A1, questa attira a sé il colesterolo in eccesso, riuscendo a staccarlo dalla placca aterosclerotica, come farebbe una spugna» spiega Ambrosio, che assicura che si tratta di «Un approccio del tutto nuovo, che ci auguriamo possa contribuire alla riduzione di eventi acuti in chi ha avuto un infarto. I risultati preliminari sono molto incoraggianti». 

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Un approccio innovativo 

In conclusione l'obiettivo dello studio è confermare l'ipotesi che a una riduzione precoce del colesterolo presente nelle placche aterosclerotiche, tramite somministrazione endovena di apolipoproteina A1, corrisponda una riduzione delle possibilità di altri problemi cardiovascolari: «Un simile traguardo, se sarà raggiunto, permetterà di porre una pietra miliare nell'ambito della 'farmacologia delle Hdl', sino ad oggi rimasta incerta» commenta Alberico Catapano, direttore Centro dislipidemia Irccs MultiMedica e ordinario di farmacologia all'università degli Studi di Milano. 

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